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Economia

Poche imprese investono sull'innovazione: più semplice per le grandi realtà

Si è voluto andare ad analizzare il fenomeno dell'innovazione nei contesti in cui è più alta la probabilità che si manifesti: i risultati delle precedenti rilevazioni hanno infatti mostrato che l'innovazione viene più di frequente introdotta dalle imprese di maggiori dimensioni e con più potere di investimento, oltre che dalle società di capitali

E' stato presentato venerdì il Rapporto sull’innovazione nella provincia di Forlì-Cesena, giunto alla VI edizione. Realizzato dall'Azienda speciale della Camera di Commercio di Forlì-Cesena – CISE, il report vuole fornire un quadro aggiornato della situazione relativa all'innovazione nel sistema economico locale. Alla presenza di Alberto Zambianchi, presidente della Camera di Commercio e del Cise, che ha introdotto il tema, Valerio Vanelli, docente dell'Università di Bologna e curatore del rapporto, ha illustrato i principali risultati dell'indagine. Le considerazioni finali sono state esposte da Luca Valli, Direttore CISE.

“Questo Rapporto sull’innovazione, realizzato dall’Azienda speciale della Camera di Commercio, rappresenta un significativo contributo per la conoscenza della nostra realtà imprenditoriale – dichiara Zambianchi – ed è da considerare un utile supporto alle strategie di programmazione degli interventi che possono essere attivati da Enti ed organismi affinché aumenti la competitività delle imprese e si attivi una nuova fase di sviluppo economico. Questo strumento è stato progettato e realizzato proprio per capire quale sia il grado di innovazione delle imprese emiliano-romagnole e quali siano le loro esigenze, per conoscerne le istanze, le aree di miglioramento e le criticità, al fine di dare risposte efficaci nel segno del progresso e della crescita dell’intero territorio”.

Il rapporto trae i dati da diverse fonti, fra le quali soprattutto l’Osservatorio innovazione Unioncamere Emilia-Romagna, strumento progettato e realizzato per rilevare il grado di innovazione delle imprese emiliano-romagnole, per studiarne i punti di forza, le aree di miglioramento e altresì le criticità e volto, più in generale, a cogliere le esigenze delle imprese del territorio. L’indagine è stata realizzata tramite un questionario strutturato (attivato per la prima volta nel 2006 e nel corso degli anni via via integrato ed arricchito), sottoposto fra maggio ed agosto 2014 a un campione di 162 imprese forlivesi-cesenati (rispetto all'intero campione di 1622 intervistate a livello regionale). Si sottolinea il fatto che questa edizione dell'indagine ha coinvolto imprese più strutturate, ritenute potenzialmente “terreno più fertile” per la realizzazione di innovazione.

In altre parole, si è voluto andare ad analizzare il fenomeno dell’innovazione nei contesti in cui è più alta la probabilità che si manifesti: i risultati delle precedenti rilevazioni hanno infatti mostrato che l’innovazione viene più di frequente introdotta dalle imprese di maggiori dimensioni e con più potere di investimento, oltre che dalle società di capitali. Il coinvolgimento di tali imprese permette, fra l'altro, una lettura congiunta dei dati di bilancio con le principali dimensioni del fenomeno dell'innovazione. Resta comunque, a livello sia provinciale che regionale, una netta prevalenza di piccole imprese, che costituiscono il 77,5% del campione provinciale. E' stata introdotta nel campione una quota di imprese del terziario (27,8% a Forlì-Cesena, 24,8% in Emilia-Romagna), in particolare del commercio e del turismo. Nel manifatturiero prevalgono i comparti agro-alimentare, metalmeccanica e moda/calzature. Numerose altre le variabili di sfondo utilizzate per caratterizzare al meglio il contesto: grado di internazionalizzazione, green economy, rapporto con le ICT, mega-trend.

L’effettiva portata dell’innovazione nell’ultimo triennio
Guardando all’ultimo triennio, il 38,9% del campione di Forlì-Cesena dichiara di non aver introdotto alcuna innovazione (dato appena più soddisfacente di quello medio regionale, che indica il 39,1% di imprese non innovative, in miglioramento comunque rispetto al 54,4% del 2013 - dato che deve però scontare la ridefinizione del campione, il quale a sua volta è sì costituito da imprese più strutturate e quindi probabilmente più inclini all'introduzione di innovazione; dato comunque in linea con il campione del territorio limitrofo di Ravenna, ma nettamente più soddisfacente di quello di Rimini, in cui più del 45% delle imprese risultano non innovative). Fra le imprese che hanno innovato nell'ultimo triennio, il 25,9% ha introdotto innovazioni di prodotto di tipo incrementale ed una percentuale pari al 22,8% ha introdotto innovazioni di processo, sempre di tipo incrementale. Ha realizzato innovazione radicale di prodotto il 9,3% delle imprese del campione di Forlì-Cesena e il 9,7% di quelle del campione emiliano-romagnolo, mentre l'innovazione radicale di processo ha interessato una quota più ridotta di casi, anche se pur sempre superiore alla media regionale: il 7,4% a Forlì-Cesena contro il 5,5% regionale. Si nota una quota più elevata di imprese innovative meccanica, dell’agro-alimentare e del tessile/moda/calzaturiero. Le differenze non riguardano soltanto il settore produttivo bensì la dimensione di impresa, con le imprese più grandi che si dimostrano maggiormente in grado di innovare. Una relazione nitida emerge inoltre con riferimento al grado di apertura al mercato internazionale dell'impresa: fra le imprese con mercati di sbocco collocati esclusivamente a livello locale non ha innovato il 61% dei casi, mentre fra quelle con un maggior grado di apertura, che presentano dunque tra i propri clienti soggetti collocati in paesi esteri del mercato globale, tale percentuale scende fino all'8%.

Gli investimenti realizzati
Si registra una positiva, seppur debole, inversione di tendenza, sia a livello provinciale che regionale, rispetto agli investimenti dichiarati attraverso la rilevazione dello scorso anno, con il 17,6% delle imprese di Forlì-Cesena che ha proceduto all’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature (oltre 7 milioni di euro investiti dal campione di imprese provinciale). Al secondo posto si confermano gli acquisti dell’area informatica (oltre 1 milione di euro di effettivo investimento), ma seguiti da vicino dagli investimenti per lo sviluppo/design di nuovi prodotti all’interno dell’azienda (750mila euro a Forlì-Cesena; 34 milioni in Emilia-Romagna, tanto da superare, a livello regionale, l’area informatica).

I benefici dell’innovazione introdotta
Il principale beneficio dell’innovazione è stato individuato dalle imprese nel miglioramento della qualità dei prodotti/servizi (87,1%, contro l'84,7% medio regionale), mentre al secondo posto si trova il miglioramento dell'efficienza (79,3% - al terzo posto a livello regionale con un 67,3%). Oltre un terzo (36,5%) delle imprese del campione provinciale ritiene che le innovazioni introdotte in azienda abbiano portato a benefici anche per la collettività e il territorio di riferimento (32% medio regionale). Si tratta di benefici che riguarderebbero in primis l'eco-sostenibilità ed in seconda battuta ricadute socio-occupazionali.

L'innovazione e i dati di bilancio
Il principale dato che emerge dall'analisi dei dati di bilancio per il quadriennio 2010-2013 delle società di capitali è una crescita del fatturato registrata per le imprese che nel triennio sono riuscite ad innovare (+11,8% contro il +7,5% delle imprese non innovative).

FOCUS ICT
L'84,9% delle imprese del campione forlivese-cesenate possiede un proprio sito web, contro l’86,8% della media regionale e fra queste risultano meno diffusi siti web che permettono l'interazione con l'utente (bassa o alta a differenza di siti web che fungono esclusivamente da vetrina aziendale) rispetto alla media regionale (45,3% per il manifatturiero contro il 49,6% regionale e 37,5% per il terziario a fronte del 52,6% medio regionale).

FOCUS GREEN ECONOMY
Dall’indagine risulta che oltre un quarto (27,8%) delle imprese di Forlì-Cesena si è già convertito alla green economy (dato in crescita rispetto alla precedente rilevazione) e superiore a quello medio dell’Emilia-Romagna (19,8%). Forlì-Cesena è prima fra le nove province della regione (nel 2013 era seconda, preceduta da Ferrara). Si aggiunga poi un 4,4% di casi che intende seguire conversione entro un anno. La conversione al green ha riguardato innanzitutto il tema dell’energia (impianti fotovoltaici, fonti rinnovabili, macchinari a minore consumo, maggiore efficienza energetica, ecc.). Il settore più verde è l’agro-alimentare, seguito dalla carta/editoria e alcuni settori dei servizi, denotando una “trasversalità” del green.

FOCUS TERZIARIO
A livello regionale - e in particolare a Forlì-Cesena - le imprese del terziario risultano meno innovative: a FC 51,1% contro il 65,0% che si registra per il manifatturiero; a livello regionale 53,9% contro 63,2%. Sia a Forlì-Cesena che nel resto della regione, le imprese del terziario hanno introdotto più di frequente innovazione di marketing e organizzativa.

Il Rapporto è scaricabile dal sito all’indirizzo: www.ciseonweb.it/innovazione/report

    

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