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Fallimento Sapro, revocato il sequestro dei beni agli indagati

E' stato revocato il sequestro conservativo dei beni agli indagati di Sapro che era stato deciso il 31 agosto scorso nei confronti di tutti gli indagati per il fallimento della società pubblica

E' stato revocato il sequestro conservativo dei beni agli indagati di Sapro che era stato deciso il 31 agosto scorso nei confronti di tutti gli indagati per il fallimento della società pubblica che avevano ricoperto ruoli nel consiglio di amministrazione e tra i revisori dei conti. L'atto era stato chiesto dal curatore fallimentare, con la volontà di operare azioni di responsabilità nei confronti degli ex amministratori.

L'atto era stato chiesto e ottenuto per il timore che gli indagati potessero in qualche modo dismettere parte o tutto il proprio patrimonio, che invece potrebbe servire come garanzia per far fronte ai debiti della società, qualora venissero chiamati a risponderne. Il decreto di sequestro era stato emesso nei confronti di Daniele Mambelli, Leonardo Belli, Franco Farabegoli, Nezario Venzi, Vittorio Croci, Elvio Galassi, Lorenzo Gasperoni, Ubaldo Versari, Giuseppe Corzani, Luigi Barilari, Gabriele Borghetti, Romeo Zanzani, Bruno Lama, Giorgio Contarini, Valter Rusticali, Silvia Romboli e Ilde Buratti.

Il giudice, nel revocare il decreto di sequestro conservativo dei beni e nel respingere il ricorso che il 28 agosto era stato presentato dal curatore fallimentare di Sapro, ha disposto per la curatela stessa l'onere di pagare 10.500 euro a favore ciascuno degli indagati come corrispettivo per le spese processuali e professionali. Prosegue, comunque, l'indagine sulle responsabilità che hanno portato la Sapro al maxi fallimento da cento milioni di euro.

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