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Economia

Edilizia e rigenerazione urbana: "Fattore di consolidamento della ripresa"

Per Zambianchi, "può innescare un processo di innovazione complessiva che favorisce la crescita della competitività delle imprese e del territorio".

Si è svolto venerdì, in concomitanza con la Giornata della Terra, nella sede della Camera di Commercio, un seminario dedicato alla rigenerazione urbana e al consumo del suolo dal titolo “Suolo, Territorio: percorsi di rigenerazione. Verso la nuova Legge Regionale di governo del territorio”. Una coincidenza casuale, quella con l’Earth day, che i promotori - Ser.In.Ar., Centro Studi Antares e Camera di Commercio - hanno però accolto come una conferma dell’importanza e attualità dei temi trattati. L’incontro ha rappresentato una importante opportunità di confronto fra gli attori in campo (aziende comprese) anche alla luce della nuova legge regionale, attesa entro il 2016, che detterà linee guida in merito alla programmazione urbanistica del territorio e all’edificabilità in generale. 

Tale provvedimento proporrà visioni innovative e una discontinuità rispetto al passato, con la valorizzazione di percorsi che producano un uso sostenibile del territorio e di sistemi insediativi basati sulla rigenerazione dell’esistente, identificando in tali direzioni possibili soluzioni finalizzate ad una miglior vivibilità di città e quartieri. Rigenerare un quartiere o una città significa infatti ripensare la logica dello sviluppo, passando dalla concezione di espansione urbanistica a quella di contenimento del consumo di suolo attraverso la riqualificazione delle zone in disuso e il potenziamento degli spazi pubblici. Partendo da queste consapevolezze, nel corso dell’evento è stata posta l’attenzione sulla necessità di sinergie tra tutti i soggetti, istituzionali e privati, che agiscono sul territorio, per costruire una visione comune sulle traiettorie possibili di cambiamento e sui requisiti di vivibilità e sostenibilità.

I lavori sono stati introdotti da alcune riflessioni di Alberto Zambianchi, presidente della Camera di Commercio e di Ser.In.Ar.
Lorenzo Ciapetti, Direttore del Centro Studi Antares, ha illustrato la prospettiva della una nuova legge nel contesto socio-economico e insediativo regionale proponendo possibili linee di azione per gli attori del territorio. Valentina Orioli, del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna, ha delineato alcune possibili linee di lavoro in tema di rigenerazione urbana sulla base di esperienze nazionali e internazionali degli ultimi anni. Paolo Pilieri, del Dipartimento di Architettura e Studi urbani del Politecnico di Milano, ha affrontato il tema del consumo di suolo e come l'inderogabile salvaguardia dello stesso debba oggi essere un elemento fondativo dei piani regionali di governo del territorio. Ha concluso gli interventi Roberto Gabrielli, dirigente della Regione Emilia-Romagna, che ha illustrato i capisaldi della futura legge come stanno emergendo dal confronto attuato dalla regione sui territori e ha annunciato i tempi dell'iter di preparazione e discussione della futura legge.

“Il tema della rigenerazione è strategico - ha affermato Zambianchi - sia per l’ambiente e la sua salvaguardia, sia per il comparto edile, per il quale può rappresentare una direzione positiva da intraprendere per contrastare gli effetti negativi della crisi che questo settore ha subito in modo consistente. Il settore edile ha un ruolo particolarmente importante per l’economia della nostra provincia rappresentando, nonostante il ridimensionamento degli ultimi anni, il 19% delle imprese e l’8% del valore aggiunto. Pertanto, un suo pieno rilancio può costituire un fattore di consolidamento della ripresa, ma, soprattutto, può innescare un processo di innovazione complessiva che favorisce la crescita della competitività delle imprese e del territorio".

“Le tendenze sociali sono cambiate (ad esempio l'aumento della popolazione anziana e nuclei monofamiliari) e il patrimonio edilizio dal dopoguerra ad oggi è fortemente sottoutilizzato - ha commentato Ciapetti -. Con i dati del censimento abbiamo visto che c'è una forte correlazione positiva tra consumo di suolo ed edifici sottoutilizzati e i piccoli comuni consumano di più di quelli grandi; un consumo di suolo più elevato per i territori più lontani dalle aree dei servizi. La rigenerazione va governata, è necessaria un'urbanistica "congruente" ad operare su quello che già c'è. Sul fronte privato solo una minoranza di imprese sono oggi in grado di gestire la complessità degli interventi di riqualificazione e rigenerazione".

“Le modifiche lessicali incorporano nuove visioni e rigenerazione significa trasformare qualcosa che ha finito il suo ciclo di vita e che si modifica per essere nuovamente immesso sul mercato - ha dichiarato Orioli -. La Rigenerazione è una strategia articolata che mette in campo molte competenze attori e dimensioni. Le caratteristiche degli edifici incidono su questi processi, ad esempio il contesto italiano è più svantaggiato di quello francese in cui c'è una maggiore concentrazione di proprietà pubblica degli edifici, mentre la frammentazione italiana non agevola in tal senso. La costruzione di processi multidisciplinari e integrati è qualcosa che va governato e incentivato. Al contempo bisogna diffondere una diversa cultura di gestione della città.

“Il tema della rigenerazione - ha osservato Pilieri - è un tema che presenta difficoltà a partire dalla sua stessa definizione: non essendo definito normativamente, ognuno cerca di darne una propria definizione. D'altra parte la definizione di suolo è soggetta ad una duplice interpretazione normativa (1989-2014) che non semplifica e che non delinea il suolo nella sua caratteristica essenziale che è quella di essere una risorsa ecosistemica. Per fare rigenerazione le Regioni devono evitare di fare quello che hanno fatto fino ad ora cioè accodarsi alle esigenze del mercato. Non rigeneriamo cose che non funzionano. La scala della rigenerazione deve andare oltre l'ambito urbano e periurbano e deve interessare non solo le aree metropolitane ma anche i piccoli e medi centri".

“Abbiamo tendenze per il futuro che contraddicono il processo di espansione edilizia delineato sino ad ora: siamo un paese vecchio che tende sempre più ad invecchiare, ci sono troppi locali inutilizzati, le previsioni di espansione urbanistiche dei piani edilizi, alla luce di queste condizione sono senza futuro. Pertanto - ha concluso Gabrielli - non c'è alternativa alla rigenerazione che toccherà sia il corpo urbano che extra urbano".

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