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Economia

L’identikit del risparmiatore romagnolo: "nel forlivese incide la crisi industriale"

“In questo quadro, l’area romagnola si distingue per alcune particolari caratteristiche", spiega Livio Stellati, Responsabile Area Commerciale Romagna UniCredit

Hanno una propensione al risparmio significativamente superiore alla media nazionale; il calo dei loro consumi appare in netta diminuzione; cresce la loro ricchezza procapite e la investono in modo dinamico. Sono queste le caratteristiche dei risparmiatori emiliano romagnoli evidenziate dal secondo Rapporto dell’Osservatorio del Risparmio promosso da UniCredit e Pioneer Investments. Lo studio, basandosi sui dati raccolti dal 1995 al 2012 e su indicazioni attese per il 2013, fotografa la situazione del risparmio delle famiglie in Emilia Romagna, soffermandosi sulle tematiche complementari dei consumi e della ricchezza finanziaria.

“In questo quadro, l’area romagnola si distingue per alcune particolari caratteristiche – spiega Livio Stellati, Responsabile Area Commerciale Romagna UniCredit –. In termini di risparmio senza dubbio ha inciso e incide, soprattutto nell’area forlivese, l’effetto di una pesante crisi industriale che ha determinato un rallentamento nella capacità di risparmiare”.

Il risparmio - L’analisi dei dati relativi al risparmio registrati in Emilia Romagna nel 2013 rimanda a un quadro sostanzialmente in linea con il 2012. Se nel 2012 si era registrato, sul fronte del risparmio complessivo accumulato nella Regione, un balzo dell’83% rispetto all’anno precedente (dopo una crescita dell’80% 2011/2010), nel 2013 si stima un -0,7%, indice di un sostanziale assestamento dopo due anni di forte ripresa del risparmio degli emiliano romagnoli.

Per quanto riguarda la propensione al risparmio, ovvero la quota del risparmio lordo sul reddito disponibile lordo, si può individuare, in Emilia Romagna, una certa stabilità rispetto allo scorso anno, dopo l’impennata del 2012 (20,2% nel 2013, 19,9% nel 2012, 10,4% nel 2011). Si può poi rilevare una propensione al risparmio degli emiliano romagnoli significativamente superiore rispetto alla media nazionale, che nel 2013 si pone all’11,6%.

La ricchezza

Per quanto concerne la ricchezza (intesa coma somma delle attività finanziarie) delle famiglie emiliano romagnole si può notare come il valore pro-capite stimato per il 2013 si attesta a 78.700 euro, in crescita rispetto al 2012 e al 2011, ma ancora non ai livelli pre-crisi del 2010. Il dato risulta significativamente superiore rispetto alla media nazionale: nel 2013 la ricchezza media pro capite in Italia si attesta a 63.600 euro, oltre 15mila euro in meno rispetto a quella emiliano romagnola.

Circa la ripartizione della ricchezza emerge come i risparmiatori emiliano romagnoli abbiano un approccio finanziario più dinamico rispetto alla media nazionale, caratterizzato da portafogli maggiormente esposti verso strumenti professionali di gestione del risparmio (come i fondi d’investimento o le riserve tecniche delle polizze assicurative) e con una più marcata componente azionaria.

“Per quello che riguarda la Romagna – sottolinea Stellati -, analizzando gli asset globali dei nostri clienti non si nota una propensione verso l’azionario registrando un 30% di azionario verso un 33% a livello di Region Centro Nord (che comprende Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche). Si nota, piuttosto, una maggiore propensione all’investimento stabile con una quota di obbligazionario al 61% verso una Region al 55%. Per converso, naturalmente, è inferiore il dato sulla liquidità che registra un 8% vs un 10% di Region”. Analizzando la struttura del “portafoglio - investimenti”, i romagnoli, inoltre, sembrano avere una discreta propensione alla delega con un rapporto amministrata/gestita così sintetizzabile: 57% amministrata rispetto al 43% di gestita, percentuale quest’ultima leggermente superiore alla media regionale.

I consumi - Sul fronte dei consumi, in Emilia Romagna si assiste, nonostante il calo del 2,4% stimato per il 2013 (20.100 euro pro-capite), a un miglioramento rispetto all’anno precedente, quando i consumi erano calati quasi del 15%. Il trend della Regione risulta sostanzialmente in linea con quello nazionale, dopo un significativo scostamento negativo registrato nel 2012.

Confrontando poi i dati sui consumi delle famiglie emiliano romagnole con le medie nazionali si evince che in Emilia Romagna la spesa media pro-capite è maggiore, superando il dato italiano di circa 1.500 euro nel 2013. Guardando ai prossimi anni l’Emilia Romagna dovrebbe beneficiare ulteriormente di un modello produttivo export-oriented, ben posizionato per cogliere le opportunità derivanti da una ripresa globale sia dei consumi che degli investimenti.

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