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Economia

Iper sempre aperti. "Senza regole si va verso il disastro"

Secondo i direttori di Confesercenti e Confcommercio Forlì, Giancarlo Corzani e Alberto Zattini, no. "E' una scelta insensata che si ritorcerà contro le grandi strutture

Polemiche a non finire sulla decisione del centro commerciale Puntadiferro di tenere aperto 52 domeniche all'anno e anche il 2 giugno. Il Bennet di Forlimpopoli e l'Iper Rubicone di Savignano, danno il via libera anche per 25 aprile e primo maggio. Ma può essere una strategia vincente? Secondo i direttori di Confesercenti  e Confcommercio Forlì, Giancarlo Corzani e Alberto Zattini, no. “E' una scelta insensata che si ritorcerà contro le grandi strutture. La crisi della redditività mette in moto questa rincorsa agli incassi”.

E' della stessa opinione l'assessore comunale al Commercio, Maria Maltoni, che ricorda come gli iper siano soggetti ad una concorrenza non solo locale, ma extraprovinciale. “A fronte di consumi ridotti, spero venga fatto anche un ragionamento su quello che costa tenere aperto le domeniche ed i festivi. Per questo mi auguro ci possa essere un ripensamento, soprattutto per andare incontro ai lavoratori. Credo che questa scelta vada decisamente contro quello che è il sentire della maggioranza della popolazione, che vede in queste ricorrenze date fondamentali per quella identità comune che è alla base della convivenza armonica di un paese. La crisi dei consumi è pesantissima, il problema è che le famiglie hanno meno risorse e non possono spendere di più solo perchè trovano il negozio che sia sottocasa o centro commerciale, aperto di domenica". I sindacati chiedono l'astensione dal lavoro per il 25 aprile e il primo maggio.

“Il settore è in grande crisi - afferma Corzani – e in questo modo si ottiene l'unico risultato di spostare parte degli incassi del sabato sulle domeniche, con maggiori costi di personale. Si arriva così ad un cannibalismo tra i grandi centri commerciali che non andrà ad aumentare di un euro la redditività”.

“Ne va della sopravvivenza dei centri storici, lo scenario è drammatico. - conclude Zattini - Nelle realtà dove si era già arrivati alla concorrenza tra centri commerciali artificiali e naturali, si stanno facendo passi indietro, per ridare vita a quelli naturali. Una deregolamentazione del genere non si vede in nessuna parte del mondo. Il diritto al riposo, riguarda non solo i lavoratori, ma anche gli imprenditori. Stiamo vivendo in una totale assenza di regole che in una società civile non porta ad altro che disastri”

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