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Economia

La crisi c'è, ma il sistema-Confcooperative resiste

Il 2011 delle imprese affiliate a Confcooperative segna un aumento del valore della produzione e dell'occupazione, ma diminuiscono soci e capitale sociale. "Oggi occorrono concretezza e il coraggio di imboccare strade nuove"

I risultati che Confcooperative presenta in relazione al 2011 attestano che nonostante l’acutizzarsi della crisi, il sistema economico di riferimento ha retto,  confermandosi come una importante opportunità per l’occupazione e la tenuta del tessuto economico e sociale provinciale.  

Ad oggi le cooperative aderenti a Confcooperative sono 240 comprese le Banche di Credito Cooperativo. Nel 2011 sono cresciuti  gli addetti, è aumentato il fatturato, in calo invece risulta il numero dei soci, in leggera flessione anche il capitale sociale a dimostrazione che le cooperative per far fronte alla crisi e tutelare l’occupazione hanno utilizzato fino in fondo gli ammortizzatori interni. I comparti più rappresentativi, per numero di cooperative, sono il sociale con 69 cooperative, i servizi con 53, l’agroalimentare con 50. Quest’ultimo comparto, l’agroalimentare, ha un peso significativo anche come Valore della produzione, poiché ne costituisce circa l’ 80 % del totale.
 
“Presentare come ogni anno l’andamento del sistema che fa capo a Confcooperative significa fermarsi ad analizzare anche l’intero tessuto economico e sociale  in cui sono attive le nostre  imprese -  dichiara il presidente dell’Unione Forli Cesena Stefano Lazzarini  - Significa soprattutto cercare di comprendere con lucidità l’orizzonte in cui ci si muove, per sapere come agire sul locale e quali risposte concrete dare in un’ottica di sviluppo. La capacità di progettualità della cooperazione e di elaborare risposte adeguate alla crisi e ai bisogni delle persone e del lavoro è sotto gli occhi di tutti, da sempre. Lo confermano in parte anche i numeri che presentiamo.  Ma oggi più che mai la cooperazione deve mostrare  concretezza e il coraggio di imboccare strade nuove. Il modello cooperativo si sta rigenerando, ma in tempi di grandi cambiamenti, dobbiamo saper avviare un’analoga riflessione anche per la nostra organizzazione  e sul  suo ruolo di rappresentanza”.
 
I dati per ciascun indicatore
Andiamo ad esaminare nello specifico ognuno degli indicatori, ad iniziare dal dato delle cooperative:  240, comprese le Bcc. Nel 2011 le nuove adesioni sono state 16,  sette attive nel Forlivese, nove nel comprensorio  Cesenate,  un numero importante a testimoniare che  questo modello d’impresa viene percepito come un’opportunità professionale.

Per il valore della produzione torna il segno positivo nel 2011, anno in cui il dato si attesta su 3.687 milioni di euro, con un + 10,92% rispetto al 2010.   Tra i comparti che trainano questo dato positivo ci sono  l’Avicunicolo, il Sociale, il Forestale  e i Servizi;  andamento positivo anche per Vitivinicolo e Ortofrutta, mentre si evidenzia il blocco davvero critico del mondo edilizio nei segni negativi sia del settore Costruzioni  che di quello Edilizio abitativo.

L’occupazione registra segno positivo nel 2011. Il dato è più convinto di quello del 2010, pur  con segno  + anche in quell’anno: gli addetti occupati nelle cooperative  nel 2011 sono risultati 13.735 rispetto ai 12.748 dell’anno precedente. Vi contribuisce in modo fondamentale il settore Servizi, crescono gli addetti anche nel Sociale  e nell’Avicunicolo. L’occupazione femminile  in questo contesto aumenta. Sul totale degli addetti le donne  sono 8.201, in costante crescita.
E’ invece di segno negativo il dato relativo ai Soci, che tornano sotto la soglia dei 40.000, passando a 38.554 nel 2011. Questo dato è condizionato da una diminuzione dei soci nel settore dei Servizi, del Turistico e del Vitivinicolo.
 
Tra gli indicatori che consentono una analisi più articolata della  consistenza del movimento cooperativo associato a Confcooperative, uno riguarda  il Capitale sociale che mostra una leggera sofferenza rispetto al passato, causata dall’andamento economico negativo e dagli sforzi fatti dalle cooperative per tutelare l’occupazione: - 0,65%  nel confronto tra 2010 e 2011 anno in cui il capitale sociale delle  cooperative  si attesta sui 66.005 milioni di euro rispetto ai 66.394 milioni dell’anno precedente.
Il Patrimonio netto, che aumenta seppur in modo contenuto,  è di 494.054  milioni di euro  (488.162 milioni di euro era il dato del 2010), le  retribuzioni erogate nel corso del 2011 raggiungono i 342.897 milioni di euro, anche qui si rileva un dato in aumento (+8,59 %) legato in parte all’aumento degli occupati; in decisa crescita gli oneri finanziari sostenuti nel 2011 che raggiungono in totale  oltre 22 milioni di euro,  aumentano infine anche le imposte pagate  che nell’esercizio  2011 superano i dieci milioni di euro, a fronte dei 6.311 milioni di euro del 2010.  Un dato questo che evidenzia come anche il sistema cooperativo, contrariamente a quanto viene spesso sostenuto, contribuisca direttamente al bilancio pubblico, oltre a farlo con il minor utilizzo di ammortizzatori sociali e con l’inserimento occupazionale di fasce deboli. Nel corso del 2011, tra  l’altro, le manovre dl Governo (in particolare la famosa manovra d’agosto) avevano ulteriormente inasprito la pressione fiscale a carico delle cooperative.
 
Infine i risultati delle sette Banche di Credito Cooperativo della provincia, che sono presenti sul territorio con 110 sportelli e rappresentano oltre 18.000 soci.  Le BCC registrano un leggero calo alla voce Impieghi
(- 1,39%) attestati sui 3.973 milioni di euro e un  - 3,16% sui depositi che passano da 3.958 a 3.833 milioni di euro. Queste cifre dimostrano che i risparmi delle famiglie e delle imprese sono fortemente diminuiti, ma nonostante ciò gli Impieghi sono maggiori rispetto alla Raccolta.
 
“Anche nel mondo cooperativo la crisi ha drammaticamente ridotto i margini – dichiara il direttore Pierlorenzo Rossi  -  ma i nostri cooperatori stanno dimostrando una capacità di ‘resilienza’ di non poco conto, accanto a una bella vivacità di idee e di proposte, penso ad esempio alla cooperazione di comunità che  sta fiorendo anche da noi. La crisi non  passerà in fretta, siamo di fronte a nuove regole, a breve anche di fronte alle novità  introdotte dalle riforme che il governo Monti si appresta a varare. Purtroppo dalla politica, anche locale, non arrivano risposte confortanti alle richieste che il tessuto economico e le imprese avanzano ormai da anni, inoltre si ha la sensazione che non ci sia la giusta comprensione  dei grandi cambiamenti in atto.  Sono cambiamenti che impongono di passare dalla speculazione finanziaria, che ha caratterizzato le scelte di molti enti locali, alle politiche per  il lavoro e l’occupazione. Pensiamo ai tanti casi in cui i servizi che le istituzioni devono fornire ai cittadini possono diventare promotori di sviluppo.
Il sistema cooperativo comunque dimostra con i fatti che le politiche verso la persona nel tempo tutelano la società stessa e la coesione sociale. Potremmo sintetizzare i dati che oggi presentiamo affermando che il sistema Confcoperative ha adottato una politica di  “meno profitti e  più occupazione” ritenendo che questa sia una delle risposte migliori allo slogan individuato dall’Onu per l’anno internazionale della cooperazione: Le cooperative costruiscono un mondo migliore”.

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