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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

La "movida" a Forlì-Cesena, in lieve calo le imprese: ecco i settori in crescita

Il focus su uno dei settori principali del turismo, che è rappresentato da quello trasversale della “movida”

Il Turismo rappresenta un asset strategico nell’economia del territorio della Romagna (Forlì-Cesena e Rimini); una risorsa economica da valorizzare e su cui investire al fine di renderla sempre più attrattiva verso nuovi potenziali turisti. Uno dei settori principali del turismo è rappresentato da quello trasversale della “movida” (termine spagnolo, ormai di uso comune, che descrive una vita notturna molto animata in città): nel dettaglio, si parla di shopping, ricettività, ristorazione, tempo libero, sport, cinema, musica ed eventi.

Imprese della “Movida” in provincia di Forlì-Cesena

In provincia di Forlì-Cesena, al 31 maggio, sono presenti 6.349 imprese attive della "movida" che costituiscono il 17,3% del totale delle imprese; tale quota è simile a quella regionale (17,2%) e inferiore a quella nazionale (19,7%). Tra i settori, spicca il commercio al dettaglio (al netto di quello di seconda mano, ambulante, via internet e corrispondenza), con 2.961 imprese (46,6% sul totale movida), seguito dalla ristorazione, con 2.259 imprese (35,6%), dall’alloggio, con 524 imprese (8,3%), dalle attività sportive e di divertimento, 451 (7,1%), produzione cinematografica e televisiva, 81 (1,3%) e agenzie di viaggio e tour operator, 73 (1,1%).

Nel confronto col 31 maggio dell'anno precedente si registra una lieve diminuzione delle imprese della movida pari allo 0,4%, inferiore alla variazione negativa regionale (-1,0%) e in linea con quella nazionale (-0,5%), dovuta principalmente alla flessione delle imprese del commercio al dettaglio (-1,8%), cui fa seguito il calo di quelle della ristorazione (-0,7%). Aumenti caratterizzano, invece, gli altri settori; in ordine decrescente: agenzie di viaggio e tour operator (+5,8%), alloggio (+5,0%), produzione cinematografica e televisiva (+3,8%) e attività sportive e di divertimento (+2,7%).

Diminuzione anche nel medio periodo: -2,1% rispetto al 31 maggio 2014, causa il “solo” calo nel commercio (-7,4%). Incremento annuo del 4,0%, invece, per gli addetti del settore movida che contano 25mila unità (il 18,9% del totale) al 31 mazo 2019 (ultimo dato disponibile); a beneficiarne tutti i settori, a parte il più volte citato commercio al dettaglio (-0,1%). A livello territoriale, infine, quasi la metà delle imprese della movida ha sede nei due comuni principali di Forlì (26,2%) e Cesena (21,1%); buona comunque anche la presenza nei comuni della riviera: in ordine, Cesenatico (17,1%), Savignano sul Rubicone e Gatteo (3,9% per ciascuno) e San Mauro Pascoli (2,8%), mentre tra i comuni “interni” si distingue Forlimpopoli (3,0%).

Il territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini)

Al 31 maggio, sono presenti 15.809 imprese attive della movida che costituiscono il 22,3% del totale delle imprese; tale quota risulta superiore a quella regionale (17,2%) e nazionale (19,7%). Tra i settori, spicca il commercio al dettaglio (al netto di quello di seconda mano, ambulante, via internet e corrispondenza), con 6.611 imprese (41,8% sul totale movida), seguito dalla ristorazione, con 4.925 imprese (31,2%), dall’alloggio, con 2.608 imprese (16,5%), dalle attività sportive e di divertimento, 1.299 (8,2%), agenzie di viaggio e tour operator, 220 (1,4%) e produzione cinematografica e televisiva, 146 (0,9%).

Nel confronto col 31 maggio 2018 si rileva una diminuzione delle imprese della movida pari allo 0,9%, in linea con la variazione negativa regionale (-1,0%) e superiore a quella nazionale (-0,5%); ciò è imputabile esclusivamente alla flessione delle imprese commerciali (-2,6%) mentre aumenti caratterizzano gli altri settori, a parte la sostanziale stabilità delle attività sportive e di divertimento (-0,2%).
Diminuzione anche nel medio periodo: -2,7% rispetto al 31 maggio 2014, a causa sempre del commercio al dettaglio (-7,4%). Incremento annuo, invece, per gli addetti del settore movida che contano 75mila unità (il 28,8% del totale) al 31 marzo 2019 (ultimo dato disponibile): +3,8%.

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