Manovra, Confcommercio: "La tassa di soggiorno non serve più"

“La tassa di soggiorno è antituristica, antieconomica e antisviluppo”, è il grido di Confcommercio Ascom- Forlì, che si unisce a Confcommercio Imprese per l’Italia Emilia Romagna ed alla Consulta regionale del Turismo di Confcommercio Imprese per l’Italia Emilia Romagna in una lettera ai sindaci: “chiediamo un atto di responsabilità e di interrompere ogni ipotesi di introduzione della Tassa di Soggiorno sul territorio regionale”.  

Diversi i punti sui quali si appoggi la richiesta delle associazioni: “E’ sbagliato tassare i turisti che con il loro soggiorno producono ricchezza sul territorio, tanto più chi porta valuta estera in Italia incrementando il PIL del Paese. Il turismo è l’economia con maggiore capacità di risposta alla crisi. L’introduzione di una tassa che colpisce i flussi turistici rischia di compromettere il prodotto “Turismo Italia”, già indebolito in termini competitivi da un ulteriore aumento dell’IVA. Il mancato coordinamento tra Regione e Comuni sulla Tassa di Soggiorno finirà per inasprire la concorrenza fra le località sul territorio regionale proprio in un momento in cui la difficile situazione del mercato dovrebbe indurre ad una forte coesione. Le misure introdotte con il Decreto “Salva Italia” possono garantire nuove risorse per i bilanci dei Comuni con la reintroduzione dell’ICI e l’anticipazione dell’IMU al 2012, la rivalutazione delle rendite catastali e la leva comunale sull’IRPEF, rendendo così la Tassa di Soggiorno non più l’unica leva fiscale possibile. Lo scenario che si prospetta è quello di una “polverizzazione” della Promozione turistica: ogni Comune si sentirà di fatto autorizzato a promuoversi autonomamente sui mercati – anche esteri – vanificando il lavoro fatto in questi anni per coordinare le attività di promo-commercializzazione e la razionalizzazione degli investimenti”.