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Marcegaglia, Cisl e Uil firmano l'accordo separato. Ora referendum

Lunedì alla Marcegaglia di Forlì è stata firmata l'ipotesi di accordo separato per il salario di ingresso. Il testo è stato sottoscritto dai rappresentanti dell'azienda e dalle Rsu di Fim e Uilm. La Fiom non ha firmato

Lunedì alla Marcegaglia di Forlì è stata firmata l’ipotesi di accordo separato per il salario di ingresso. Il testo è stato sottoscritto dai rappresentanti dell’azienda e dalle Rsu di Fim e Uilm. La Fiom, come già annunciato nei giorni scorsi, non ha firmato.

 

COSA PREVEDE L'ACCORDO. Fim-Cisl e Uilm-Uil spiegano in una nota che la firma dell'accordo vincola l'azienda alla riassunzione dei 12 interinali con il contratto scaduto fra febbraio e marzo. Inoltre ci saranno 20 nuove assunzioni, compresi gli interinali e l'impegno a non fare esternalizzazzazioni delle lavorazioni. Inoltre si riconfermano gli investimenti già programmati per 9 milioni "a partire dal miglioramento delle condizioni ambientali". Ai dipendenti assunti con un contratto di apprendistato sarà riconosciuta una una-tantum di 1000 euro all'atto di trasformazione del contratto a tempo indeterminato

 

IL NO DELLA FIOM. “La firma di oggi – dice Mirco Rota, segretario generale Fiom Cgil Lombardia e coordinatore nazionale per la Fiom del Gruppo Marcegaglia – dimostra che le parole dell’amministratore del gruppo Antonio Marcegaglia non valgono nulla. In un’intervista pubblicata l’8 febbraio scorso sulla Gazzetta di Mantova, Antonio Marcegaglia aveva dichiarato di non essere interessato agli accordi separati”.

 

IL REFERENDUM. Martedì ci sarà il referendum. “Una vera e propria farsa – spiega Rota – perché sarà l’azienda ad avere l’ultima parola. Se vincerà il sì, l’azienda si porterà a casa il salario di ingresso. Se vincerà il no, l’azienda non cambierà i piani. Quindi, perché fare votare i lavoratori? Noi non solo non voteremo ma ci impegneremo in azioni sindacali e legali per modificare quest’accordo che diventerà un pericoloso precedente per la provincia di Forlì. Nelle prossime settimane, infatti, si corre il rischio che altre aziende chiedano il salario di ingresso in cambio di quasi  niente, come è successo in Marcegaglia”.

 

“Questa azienda – conclude Rota  - sta dimostrando il peggio di sé nelle relazioni sindacali. A livello nazionale Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, sottoscrive accordi ma l’azienda di famiglia è la prima a non rispettarli. Nonostante le belle parole, nei fatti Marcegaglia non fa altro che comportarsi come Marchionne”.

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