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Lunedì, 29 Aprile 2024
Alluvione e danni

Alluvione, sott'acqua oltre 5mila ettari di colture: "Il rischio è di perdere tutto"

Sono le drammatiche parole del presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini, intervenendo su RaiNews24

"La situazione è molto, molto grave. Abbiamo oltre 5mila ettari di terra sott'acqua, con colture preziose che hanno creato una filiera organizzata dell'ortofrutta e del vino. E il rischio è di perdere tutto". Sono le drammatiche parole del presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini, intervenendo su RaiNews24. "L'acqua che staziona nei frutteti per qualche giorno in questa stagione provoca delle asfissie e porterà non solo a perdere il prodotto, ma a perdere le piantagioni - prosegue Gardini -. Quindi ci sarà la necessità di ricostruire il tutto, comportando alcuni anni senza reddito, col rischio di perdere una filiera ortofrutticola molto importante".

"Si tratta di un danno assolutamente irrecuperabile, il rischio è di perdere un grande sforzo produttivo ed una filiera strutturata che dà lavoro a migliaia di tecnici - prosegue Gardini -. Le ricadute saranno molto grandi per le aziende agricole. Ci sarà quindi una ricaduta sui lavoratori che operano nella raccolta e potatura, ma si avranno ripercussioni anche per quanto riguarda la conservazione, il trasporto e la trasformazione industriale della frutta. Servirà mettere all'asciutto le coltura e sostenere gli sforzi delle aziende non solo attraverso la sospensione dei mutui e pagamenti fiscali e previdenziali, ma con risorse per ripartire, far fronte a questa calamità ed effettuare nuovi impianti". 

Un danno da alcuni miliardi di euro. Il settore veniva già da una fase di siccità, poi gelate e grandinate che avevano compromesso seriamente i raccolti. Oggi sono scomparsi addirittura molti siti produttivi causa le frane. “Prima di tutto - afferma l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi - esprimo vicinanza e cordoglio per le vittime di questa tragedia. Adesso la priorità è intervenire nell’emergenza e mettere in sicurezza cittadini e comunità. Purtroppo, l’agricoltura è il settore economico più colpito. Servono interventi nazionali ed europei, che devono arrivare velocemente. L’agricoltura dell’Emilia-Romagna, così colpita, rischia molto. Siamo il cuore agroalimentare del Paese; molti prodotti primari e di lavorazione agroalimentare provengono dal nostro territorio e oggi parte di questa ricchezza rischia di essere compromessa da questa catastrofe, dalla quale dobbiamo rialzarci tutti assieme”.

La situazione

Le principali emergenze, indica viale Aldo Moro, sono i terreni completamente sradicati e franati, siti alluvionati, asfissia dei vigneti e dei frutteti, allevamenti allagati, danneggiamenti irreversibili alle infrastrutture viarie vicinali e poderali, rotture degli impianti di irrigazione, danni idrogeologici e spondali. L’alluvione inoltre ha sviluppato uno scenario orografico in continuo cambiamento che rende molto complicata la ricostruzione del quadro, in particolare per la morfologia del suolo, completamente stravolta dalle frane e dalle alluvioni ed esondazioni dei fiumi.

L’assessore ha già convocato la consulta agricola regionale. Nei prossimi giorni sono previsti incontri sul territorio coi sindaci per fare il punto con le associazioni professionali agricole e agroalimentari e le parti sociali. È già stata fatta una perimetrazione generale delle cinque province coinvolte nella prima calamità alluvionale che andrà aggiornata al nuovo evento, calcolando delimitazioni più puntuali che tengano conto dei nuovi danni occorsi.

Le richieste

Tra le richieste immediate, un provvedimento legislativo speciale con finanziamenti basati su contributi a fondo perduto, la sospensione dei mutui e aiuti in conto interesse per il periodo di sospensione, inoltre proroghe delle scadenze fiscali e tributarie, deroghe per adempimenti legati a Politica agricola comunitaria e Sviluppo rurale, ammortizzatori sociali. In dettaglio, Mammi ha già chiesto un incontro al ministro della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, per una ricognizione delle necessità, precisando che “oggi più che mai serve una dare un segnale forte di vicinanza agli agricoltori e alle imprese dell’agroindustria”.

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