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La Russia, un "nuovo" mercato per le imprese: "Mondo bancario accessibile"

I due relatori hanno illustrato i percorsi intrapresi in Russia, grazie ai quali sono riusciti a raggiungere risultati importanti di fatturato e a garantire tassi di crescita significativi alle proprie aziende

Giovedì gli imprenditori Franco Saltori di Emicon e Gimmi Baldinini di Baldinini hanno raccontato come vincere la concorrenza sul mercato russo. Saltori è attivo in Russia da oltre 40 anni per iniziative commerciali e produttive nei settori dell’impiantistica e nel mondo ceramico, mentre Baldinini è console onorario della Federazione Russa e titolare dell’omonima azienda calzaturiera Baldinini, nata nel 1910 e che vanta sul mercato russo un brand eccellente di calzature di lusso, presente nella Repubblica Federale da 38 anni, oggi con 150 negozi propri e  in franchising e in 300 multibrand. I due relatori hanno illustrato i percorsi intrapresi in Russia, grazie ai quali sono riusciti a raggiungere risultati importanti di fatturato e a garantire tassi di crescita significativi alle proprie aziende.

"Oggi fare impresa in Russia è più difficile - afferma Baldinini -; le sanzioni hanno danneggiato l’export italiano e inoltre non è pensabile che siano sufficienti le buone pratiche italiane e il Made in Italy. Occorre impegno costante, prodotti di alto livello e prezzi competitivi e pazienza per raggiungere soddisfazioni in tempi lunghi. Noi italiani abbiamo una grande creatività che è molto apprezzata in Russia".

L’appuntamento, organizzato dal Gruppo Internazionalizzazione di Confindustria Forlì-Cesena, è stato quindi l’occasione per comprendere in che modo cogliere le opportunità di sviluppo offerte dal mercato russo, prendendo esempio dalle esperienze di Baldinini e Saltori. Sono state svelate le opportunità e i rischi da evitare, mettendo in luce anche le difficoltà più recenti in conseguenza delle tensioni nelle relazioni internazionali che hanno visto la Russia contrapposta a Europa e Stati Uniti, in un contesto che sta vivendo nuove insidie di mercato determinate dall’elezione del Presidente Trump e dalla progressiva tendenza autarchica a livello internazionale.

"Fare impresa in Russia è possibile, affrontando una forte burocrazia, a cui anche in Italia siamo abituati, e considerando che in tutti i paesi dell’Ex Unione Sovietica si vive un momento difficile, per via della svalutazione della moneta e della complicata situazione economica - ha detto Saltori -. Per insediare in Russia nuove iniziative la prima cosa da fare è trovare una persona fidata, che conosca bene il Paese, dopodiché il mercato russo possiede un mondo bancario accessibile, disponibile, con molta liquidità e con tassi più bassi rispetto al passato".

Gli imprenditori presenti hanno così appreso le strade da seguire per avviare un fruttuoso processo di internazionalizzazione in un mercato che resta un punto di riferimento a cui guardare con grande interesse e attenzione, nonostante le sanzioni economiche dovute alla crisi politico-militare con l’Ucraina e il successivo embargo russo, che sono costate all’Italia 3,6 miliardi di euro di export, e la spinta russa sulla politica dell’import substitution, che ha come obiettivo di rimpiazzare le importazioni favorendo la produzione nazionale, con l’appoggio di finanziamenti federali per oltre 700 milioni di euro.

E' stato infine evidenziato il peso che assume l’export verso la Russia per la Provincia di Forlì-Cesena, calcolato dalla Camera di Commercio di Forlì-Cesena e Rimini in più di 87 milioni di euro, con un’incidenza particolare in settori come il fashion e la meccanica per un valore rispettivamente di oltre 37 e 11 milioni di euro.

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