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Benessere, relax, agroalimentare e paesaggi: il mercato del turismo torna a sorridere

Agroalimentare, benessere e regali natalizi, attirano anche molti turisti che non possono pernottare fuori casa e che optano per una gita quotidiana

Alla scoperta delle bellezze culturali e paesaggistiche. L'industria turistica italiana torna a sorridere. Le previsioni di Cna Turismo per i ponti di Ognissanti e dell’Immacolata registrano l’ennesimo segno positivo: +1,7% rispetto al 2016, con quasi 2,3 milioni di presenze. Passando al movimento economico, il dato diventa oltremodo interessante: un incremento del 10,3%, per un controvalore di 650 milioni di euro.

"Il risultato - spiega Marco Laghi, responsabile Cna Turismo e Commercio Forlì-Cesena - è frutto del connubio fra turismo tradizionale, quello del gusto e turismo esperienziale, ossia quello del coinvolgimento nelle attività, quello del “fare”, piuttosto che del solo guardare. In merito alla scomposizione nei singoli prodotti che inducono il turista a visitare un luogo, il vino merita un posto di rilievo con il Piemonte in prima posizione (15,6% del totale) e l’Emilia Romagna in quinta posizione con un 9,1%".

"Un altro elemento che gioca un ruolo importante, è quello della “qualità della vita” - prosegue -. I ritmi stressanti e il maggior interesse per la salute, moltiplicano i turisti più attenti alle località che garantiscono servizi al benessere e al relax, a partire dall’offerta termale; la nostra regione, è quinta con il 10,5% del mercato. Anche i mercatini delle “meraviglie”, occupano una posizione di rilievo per il turismo autunnale. L’avvicinarsi delle festività natalizie, unito alla riscoperta delle specialità culinarie di nicchia e dell’artigianato tradizionale, favorisce l’afflusso verso le regioni, con primato al Trentino Alto Adige, dove i mercatini sono più originali".

Agroalimentare, benessere e regali natalizi, attirano anche molti turisti che non possono pernottare fuori casa e che optano per una gita quotidiana. "Il giro economico di queste escursioni potrebbe aggirarsi sui 150 milioni, con un incremento di quasi il 10% rispetto al 2016", osserva Laghi -. Dall’indagine effettuata da Cna Turismo nazionale emerge, infine, un cambiamento anche nella scelta dell’alloggio: "Gli alberghi continuano a perdere terreno ed ormai rappresentano il 44,9% delle opzioni disponibili nelle regioni settentrionali, il 41,8% nel centro ed il 38,1% nel sud".

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