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"Metalmeccanico cuore dell'industria": crescono produzione e fatturato

"Dal punto di vista locale - ha continuato Enzo Poggi - il settore metalmeccanico si conferma di grande rilevanza, raggruppando il 33% dell'intero settore manifatturiero."

Federmeccanica ha presentato la 132esima indagine congiunturale sul settore metalmeccanico italiano. A fare il punto della situazione sul settore metalmeccanico, sia a livello nazionale che a livello provinciale, sono stati Francesco Molari, membro di Giunta Federmeccanica, Enzo Poggi, vicedirettore di Unindustria Forlì-Cesena e responsabile dei rapporti sindacali e Massimo Balzani, direttore di Unindustria Forlì-Cesena.

Con questo incontro, Federmeccanica ha ribadito in maniera chiara e univoca la rilevanza del settore metalmeccanico tra tutti quelli manifatturieri come cuore dell’industria italiana. “Il settore metalmeccanico contribuisce all’8% del PIL su scala nazionale e al 50% del settore manifatturiero. L’industria metalmeccanica dà lavoro a 1.800.000 persone. – ha spiegato Molari – Rispetto al 2008, anno di inizio della crisi, il settore ha accusato perdite produttive del 32,6% ma, soprattutto grazie alle esportazioni, che registrano un incremento su base annua dello 0,8% , è riuscito a mantenere il proprio ruolo di cuore economico e industriale.” “Dal punto di vista locale – ha continuato Enzo Poggi – il settore metalmeccanico si conferma di grande rilevanza, raggruppando il 33% dell’intero settore manifatturiero.”

Metalmeccanica, il punto della situazione

Le statistiche diffuse in conferenza stampa tracciano un quadro provinciale leggermente migliore di quello nazionale e regionale. I dati sulla variazione percentuale media degli ultimi 12 mesi rispetto a quelli precedenti, forniti in maniera provvisoria dalla Camera di Commercio di Forlì-Cesena, registrano un incremento della produzione e del fatturato. Anche le variazioni percentuali previste per il prossimo trimestre pronosticano una crescita produttiva sia del settore dei prodotti in metallo che di quello dei macchinari. Nello specifico, ci si aspetta una rispettiva crescita di produzione del 6,5 e del 4,5%, un aumento del fatturato del 9,4 e del 6,1% e una ripresa degli ordini dell’11,7 e del 5,8% per quanto riguarda gli interni e del 5,3 e del 6,6% per gli esterni. Rapportando inoltre queste previsioni allo stesso trimestre dell’anno scorso, i valori si confermano positivi. “A livello provinciale, il settore metalmeccanico si dimostra lievemente più performante rispetto a quello nazionale, anche se in linea di massima ne riflette il trend generale” ha commentato Poggi. “Oggi affermiamo il valore dell’unione e della coesione. – ha continuato Molari – Riteniamo che questo sia il punto di partenza da cui devono ripartire le aziende per crescere.”

A livello nazionale e locale, Federmeccanica ha proposto tre fattori di rilancio: il risollevamento della domanda interna attraverso un programma di maggiori investimenti pubblici e privati; la rinascita di un mercato del lavoro più efficiente e inclusivo, collocato all’interno di un sistema che stimoli la partecipazione e la produttività; la diffusione dell’Industry 4.0, ovvero di quelle rivoluzioni tecnologiche che stanno già modificando l’industria, i mercati, le produzioni e le aziende. “Le imprese portano sviluppo e non c’è sviluppo senza impresa – ha concluso Molari – serve una cultura positiva del fare impresa, che deve essere diffusa in tutti gli ambiti. Al centro del concetto di crescita deve essere posto il lavoratore, in modo da valorizzare le relazioni tra le persone. L’imprenditore non crede nei licenziamenti, che sono sempre e comunque l’estrema ratio. Per questo chiediamo un rinnovamento del sistema contrattuale che tenga conto del collegamento dei salari alla produttività e dei diversi modelli di contrattazione. Il Jobs Act contiene buoni principi, che devono però essere tradotti in buone norme.”

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