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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Non Profit in provincia, l'analisi: oltre il 65% dei fondi è privato

Si è svolto lunedì alla Camera di Commercio l'incontro sul "settore Non Profit nella provincia di Forlì-Cesena: analisi e prospettive" - lo scenario locale attraverso dati, attività e prospettive che coinvolgono il Terzo settore, importante segmento dell'economia provinciale

Il Terzo settore, importante segmento dell’economia locale, è stato al centro dell’incontro “Il settore Non Profit nella provincia di Forlì-Cesena: analisi e prospettive”, che si è svolto lunedì a Forlì nella sede della Camera di Commercio di Forlì-Cesena. Con questo evento si è voluto porre in risalto il contributo di uno dei più significativi comparti che riveste, nella nostra provincia, un ruolo strategico per promuovere crescita e coesione e alimentare uno sviluppo sostenibile dell’intero Sistema Territoriale.

Dopo l’intervento introduttivo di Alberto Zambianchi, presidente dell’Ente, Roberta Piergiovanni, funzionario dell’Ufficio Istat territoriale per l’Emilia Romagna, ha fatto il punto della situazione del comparto partendo dai risultati del recente “Censimento Industria, istituzioni pubbliche e non profit 2011”. Sono 2.582 le unità giuridico-economiche presenti sul territorio provinciale al 31.12.2011, mentre sono 7.648 gli addetti alle unità attive.

Il convegno sul terzo settore

Il settore di attività economica, maggiormente presente in termini di numerosità di istituzioni è quello dello cultura, sport e ricreazione; invece, in termini di addetti è quello dell’assistenza sociale e protezione civile. Le istituzioni non profit presentano una quota consistente di lavoratori retribuiti che è superiore a quella di tutte le altre province della regione (23 ogni 1.000 abitanti). Per quanto riguarda i principali settori di specializzazione regionale, Forlì-Cesena si segnala in termini di addetti nel settore dello sviluppo economico e coesione sociale. Per numero di istituzioni emerge nei settori: assistenza sociale e protezione civile, sviluppo economico e coesione sociale e cultura, sport e ricreazione.

In termini di addetti retribuiti, le maggiori dimensioni delle istituzioni si registrano nelle attività dello sviluppo economico e coesione sociale. In termini di volontari impiegati, raggiungono dimensioni di gran lunga maggiori alle equivalenti nazionali nelle attività di assistenza sociale e protezione civile. Il settore filantropia e promozione del volontariato presenta dimensioni, in termini di addetti, quasi 5 volte superiori al valore medio nazionale.

A Forlì-Cesena rispetto alla media regionale, nella cooperazione e solidarietà internazionale si ha una maggiore propensione per le attività non market; nello sviluppo economico e coesione sociale, invece, una maggiore propensione al market. Oltre il 65% dei fondi delle istituzioni non profit di Forlì-Cesena è privato. Sono il 91% le istituzioni a prevalente finanziamento privato. Le modalità di raccolta dei fondi sono quelle legate più direttamente al territorio in cui operano le istituzioni non profit. Il principale strumento di comunicazione adottato è internet; tuttavia, anche gli strumenti più tradizionali rivestono una notevole importanza. L’orientamento dei servizi offerti dall’istituzione è prevalentemente quello di pubblica utilità, anche se in misura minore rispetto alla media nazionale.

Guido Caselli, responsabile Area Studi Unioncamere Emilia-Romagna, nella sua relazione ”L’Osservatorio regionale sull’Economia sociale come prospettiva di sviluppo dell’analisi sul Terzo settore”, ha evidenziato l’opportunità di considerare il welfare come risorsa e non come costo e di creare competenze distintive perchè la competitività di persone e imprese si costruisce a partire dalla qualità dei sistemi territoriali locali. “Il Terzo settore - ha affermato - rappresenta uno dei comparti più rilevanti del territorio, anche in termini di capacità di creare occupazione. La possibilità di agganciare la ripresa economica dipenderà anche dall’evolversi verso un sistema di welfare, dove pubblico e privato insieme coesistono".

Franco Marzocchi, presidente Aiccon, ha parlato di prospettive del Terzo settore nell’economia provinciale, ponendo l’accento sui nuovi modelli di partenariato tra i singoli soggetti, per la realizzazione di imprese coesive, profit e non profit insieme, nella direzione di progettare di servizi che diano risposte concrete ai bisogni dei cittadini. “E’ opportuno riflettere sui dati - ha chiosato - in un momento difficile come questo, perché è necessario che dai numeri si traggano indicazioni sulle strategie per orientare le scelte politiche e gli investimenti verso la risoluzione del grave problema dell’occupazione. Importante è rilanciare gli investimenti non solo nei settori tradizionali, ma anche in quello della cosiddetta “economia sociale” che, pur colpito pesantemente dalla crisi, ha dimostrato di saper salvaguardare anche gli altri settori produttivi e di favorire una crescita inclusiva e sostenibile.”

Angelica Sansavini, consigliere della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, ha incentrato l’intervento sul “Ruolo dei principali attori nel Terzo settore per lo sviluppo dei sistemi territoriali”, esemplificando quanto la Fondazione sta effettivamente portando avanti, in termini di iniziative, bandi e contributi, a favore del territorio. “Vedendo le tantissime realtà che nel territorio stanno operando all’interno del Terzo settore, penso che Forlì sia un esempio vivo di “tanto bene” che sta crescendo e di cui sono protagonisti tutti i cittadini che si muovono per moltiplicare bene e benessere, a tutti i livelli", ha affermato.

Marco di Maio, deputato al Parlamento, ha illustrato le “Novità della Riforma del Terzo settore come opportunità di crescita e coesione”; la riforma è oggetto di una legge delega che si spera concluda entro l’anno l’iter di approvazione. Questa legge definisce gli ambiti di intervento della cosiddetta “impresa sociale”, le risorse – umane e finanziarie -, le misure ed agevolazioni fiscali che concorrono a disciplinare un settore così rilevante per l’intera economia nazionale. Ultimo intervento, quello di Luciano Ravaioli, che ha parlato a nome del Coordinamento delle Associazioni di Promozione Sociale, unite nel sostenere il bene comune, la legalità, la solidarietà come stimoli e risorse per le stesse attività economiche. “Per la prima volta - ha affermato il parlamentare - il Governo affronta in modo organico la riflessione sul Terzo settore, concependolo non più come marginale, ma come uno dei comparti decisivi al fine di agganciare la ripresa economica, attraverso una serie di semplificazioni normative e incentivi fiscali rivolti alle imprese di natura sociale”

“Il contesto attuale è di grande difficoltà – sostiene Alberto Zambianchi, presidente della Camera di Commercio di Forlì-Cesena - ed è caratterizzato da una crisi profonda del modello di crescita economica tradizionale e dal ruolo crescente del terzo settore. Lo sviluppo della socialità e della relazione, se da un lato non possono compensare totalmente la mancata espansione della ricchezza, dall’altro rappresentano una realtà ed una prospettiva di grande importanza. Il capitale sociale stesso, inteso come insieme delle risorse individuali o collettive, materiali e relazionali che vanno a beneficio o del singolo o della collettività, assume sempre di più il ruolo di “chiave di volta” per affrontare con successo la complessità e l’incertezza. Nelle sue azioni relative all’Informazione Statistica la nostra Camera di Commercio ha sempre interpretato Economia e Società come aspetti fortemente interconnessi, contribuendo a promuovere forme di riflessione integrate e condivise.”

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