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Economia

La situazione economica in provincia: "Previsioni positive per il 2016 e 2017"

Il tasso di occupazione della provincia (68,1%) risulta superiore al dato regionale (66,7%) e nazionale (56,3%)

Presentato lunedì il “Rapporto sull’Economia della provincia di Forlì-Cesena 2015” curato dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio. "Il sistema economico territoriale, nonostante il permanere di alcune difficoltà, ha fatto rilevare i primi segnali positivi - ha esordito il presidente dell'ente camera, Alberto Zambianchi -. La condivisione di risultati e strategie per il nostro territorio si è ampliata allo scenario generale economico e geopolitico. Nel 2015, nonostante il tessuto imprenditoriale della provincia abbia continuato a risentire di alcune difficoltà, importanti indicatori hanno mostrato una significativa discontinuità".

"Il calo delle imprese si è stabilizzato, la grave tensione registrata nel mercato del lavoro si è lievemente affievolita, l’industria manifatturiera, anche se con ritmi di crescita non ancora sufficienti a recuperare il terreno perso, conferma una dinamica congiunturale positiva e l’export ha manifestato performance positive - ha aggiunto Zambianchi -. Complessivamente il valore aggiunto prodotto nel 2015 è stimato in aumento con un trend in miglioramento per il 2016 e il 2017. Si tratta di risultati non sufficientemente diffusi per parlare di un consolidamento della ripresa ma che confermano il recupero di dinamismo e fiducia, nonostante uno scenario incerto e prospettive di crescita ridotta.

"In questo contesto - ha dichiarato ancora il presidente della Camera di Commercio di Forlì-Cesena - è necessario lavorare insieme con impegno e determinazione, per essere in grado di affrontare un’economia lenta in termini di creazione della ricchezza, ma veloce per quanto riguarda l’evoluzione dei fattori che incidono sulla competitività. Nel nostro territorio attori importanti hanno capito l’importanza di lavorare insieme, su asset strategici come la Cultura, il Benessere, il Buon vivere, per creare prospettive più ampie ed aperte. Prospettive che dobbiamo saper cogliere, costruendo traiettorie di sviluppo intorno ad alcune aree di azione come “l’economia della cultura, l’enogastronomia e il turismo”; “i servizi alla persona e il benessere”; “le città smart, la riprogettazione di quartieri, la sostenibilità ambientale e l’efficientamento energetico” e “la manifattura con le sue specializzazioni territoriali, le sue filiere ed i cluster”. Azioni da realizzare sfruttando pienamente la leva strategica rappresentata dall’ICT e puntando sulla diffusa presenza del Non profit per moltiplicare fiducia, coesione sociale e sano senso di appartenenza. Nello scenario che abbiamo davanti è diventato ancora più strategico il ruolo delle Nuove Camere di Commercio nell’accompagnare le imprese e i territori nella complessità perché i Sistemi Territoriali possono e devono essere protagonisti del cambiamento".

I DATI - Il tasso di occupazione della provincia (68,1%) risulta superiore al dato regionale (66,7%) e nazionale (56,3%). In modo analogo, il tasso di disoccupazione provinciale (6,2%) risulta inferiore alla media regionale (7,7%) e nettamente migliore di quello nazionale (11,9%). Entrambi i rapporti caratteristici risultano in miglioramento rispetto al 2014. Rallenta l’aumento degli utenti dei Centri per l’Impiego (+3,5% rispetto al 2014).  A fronte di un calo complessivo delle ore di Cassa integrazione autorizzate (-35,0% rispetto al 2014), la Cig ordinaria è in flessione del 37,4%, quella straordinaria del -27,8% e quella in deroga in flessione del 41,3%. Il calo delle ore autorizzate riflette il graduale esaurimento della disponibilità delle stesse, che ha portato a cessazioni definitive dei rapporti di lavoro.

La struttura imprenditoriale della provincia di Forlì-Cesena, al 31 dicembre, è composta da 45.715 sedi e unità locali attive (-0,7% rispetto al medesimo periodo del 2014, -0,3% in regione e +0,2% in Italia). Il calo delle imprese si è stabilizzato rispetto al 2014; il nostro territorio si conferma caratterizzato da una elevata imprenditorialità con 8,7 abitanti per sedi e unità locali attive (8,9 in Regione e 9,7 in Italia). Stabili le imprese straniere (+0,4%), in flessione le imprese giovanili (under 35enni) e stabili quelle femminili. Crescono le società di capitali (+1,5%); la flessione è maggiore per le società di persone (-2,3%). A fine 2015 si contano 38 Start up innovative e 114 contratti di rete.

In agricoltura continua, seppur in modo minore, il calo generalizzato del numero delle sedi e unità locali attive (7.162, -1,3% rispetto al 2014). La Produzione Lorda Vendibile (PLV) provinciale stimata per il 2015 risulta pari a 534 milioni di euro, con una flessione complessiva del 3,0% rispetto all’anno precedente. A fronte di un’annata difficile dal punto di vista meteorologico, si riscontra una flessione della PLV nel comparto delle coltivazioni erbacee con rilevante contrazione dei prezzi medi, una sostanziale stabilità della PLV nel settore delle coltivazioni arboree, ma con notevoli problemi di redditività (in particolare per pesche e nettarine), nonché la flessione della PLV del comparto zootecnico dovuta alla riduzione delle quotazioni del pollo da carne e delle uova.

Per l’industria manifatturiera, che consta di 4.718 sedi e unità locali attive (-0,3% rispetto al 2014), gli indicatori, nel 2015, confermano le positive performance dello scorso anno. Nel 2015, infatti, è proseguita la fase congiunturale positiva, rilevata nei trimestri precedenti, sostenuta prevalentemente dal settore “macchinari”, “prodotti in metallo” e “mobili”. In crescita produzione (+2,4%), fatturato (+10,7%), ordini interni (+2,4%) ed esterni (+3,2%). Andamento ancora negativo invece per l’edilizia, dove continua la diminuzione di sedi e unità locali attive (6.227, -3,5% rispetto al 2014) e nella quale è in forte diminuzione anche l’occupazione, la domanda è stagnante e il volume d’affari in contrazione (-0,7%). Le sedi e unità locali attive del commercio sono 10.943 (stabili rispetto al 2014: -0,1%). La lieve ripresa dei consumi fa registrare un aumento delle vendite dell’1,6%. Il comparto è tuttora però in una fase difficile caratterizzata dalla caduta della redditività aziendale, da problemi di liquidità e di accesso al credito.

Nel 2015 le esportazioni provinciali, pari a 3,2 miliardi di euro, sono aumentate sensibilmente recuperando la performance non positiva del 2014. L’export provinciale è cresciuto del +7,1% (Emilia-Romagna +4,4%, Italia +3,8%); crescono le esportazioni nel settore dei “macchinari” (+4,2%) e “metalli e prodotti in metallo” (+10,4%). Le aree di destinazione dei nostri prodotti in crescita sono l’Unione Europea (+7,9%), l’America Settentrionale (+24,4%) e il Medio Oriente (+6,7%). In aumento anche le importazioni provinciali (+6,2%) che rappresentano in parte anche un imput al sistema produttivo.

Il movimento turistico vede in aumento arrivi (+1,8%) e presenze (+0,8%), nonostante la flessione dei turisti stranieri (-5,5). Risulta in lieve aumento il comparto marittimo che rappresenta oltre 83% delle presenze. Nonostante qualche lievissimo segnalo positivo, il settore Trasporti resta in difficoltà: calano sedi e unità locali attive di “Trasporto e magazzinaggio” (-2,6%) ed in particolare del “Trasporto di merci su strada” (-3,7%). Tra le criticità rilevate, la chiusura di imprese di grandi dimensioni e la competizione con prezzi al ribasso determinata dalla concorrenza di imprese con sede in altri stati europei.

Riguardo al credito, prosegue il ridimensionamento strutturale del settore: -3,4% sportelli bancari (la densità degli sportelli si conferma però superiore rispetto agli altri livelli territoriali: 79 ogni 100.000 abitanti, per Forlì-Cesena, 71 per Emilia-Romagna, 50 per Italia). La raccolta bancaria in termini di depositi è in crescita, +4,8% con un ritmo superiore alla media regionale (+4,0%) e nazionale (+3,5%). In flessione gli impieghi “vivi” alle imprese (-3,0%), sebbene in misura minore degli altri aggregati territoriali ( -4% in regione e -3,7% a livello nazionale). Critico il rapporto sofferenze impieghi (11,76%).

Nell’artigianato, le sedi e unità locali attive (13.557) risultano in calo (-1,8%) al 31 dicembre rispetto ad analogo periodo 2014 e quasi tutti i comparti evidenziano difficoltà. La produzione dell’artigianato manifatturiero resta in terreno negativo. Per la cooperazione le imprese attive sono 548 in aumento  del 2,4% rispetto al 2014; è proseguita la strategia di difesa dei livelli occupazionali. Gli effetti della crisi si sono manifestati anche in questo settore che però ha continuato a far leva sullo spirito solidaristico. Le 104 cooperative sociali, pur attraversando una fase di difficoltà ed un rallentamento dell’inserimento di soggetti svantaggiati, rappresentano un punto di riferimento per il welfare locale. Complessivamente, infatti, il valore aggiunto prodotto in provincia di Forlì-Cesena nel 2015 è stimato in crescita dello 0,4%, con un trend in miglioramento per il 2016 (+0,9%) e il 2017 (+1,1%).

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