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Economia

Rete Pmi Romagna lancia un progetto di valorizzazione dell’economia del territorio

Rete Pmi Romagna, con il suo modo diverso di essere associazione e l’intervento di Alberto Forchielli, sono stati gli elementi della serata organizzata in occasione del secondo compleanno dell’associazione

“Un’associazione differente, per principi fondanti, per metodo, per organizzazione, per operatività, soprattutto per mentalità, per approccio, per modalità di relazione fra i soci e di governance". Questi in estrema sintesi i concetti sui quali il presidente di Rete Pmi Romagna Luca Bettini ha svolto la sua relazione in occasione della seconda Assemblea dei soci, svoltasi nella splendida cornice dei Poderi dal Nespoli a Cusercoli. “Siamo molto soddisfatti dei risultati che abbiamo ottenuto in appena due anni di attività – ha sottolineato il presidente Bettini - poiché Rete Pmi Romagna rappresenta sicuramente una sfida per gli imprenditori che l’hanno fondata e che in prima persona hanno deciso di mettersi in gioco, in quanto propone un nuovo modello di “fare associazione”, che si fonda sulle esigenze delle aziende, un luogo di incontro costruttivo e partecipato, di interesse diffuso e non di difesa di interessi particolari. Lo spirito con cui è nata questa associazione è quello di voler creare una nuova e diversa opportunità per gli imprenditori, per le loro imprese, per l’occupazione, per lo sviluppo economico e sociale del territorio, in un’ottica di partecipazione attiva e condivisa”.

“Per realizzare questo progetto - ha sottolineato Bettini - siamo partiti da un modello diverso di rappresentanza, fondato su alleanze politico-strategiche rispondenti alle esigenze concrete delle imprese e non basato su apparati burocratici obsoleti e autoreferenziali. Perché vogliamo essere l’Associazione dell’essere e non dell’apparire, del confronto reale e non virtuale. Sempre più spesso oggi si parla di economia delle relazioni, ma a noi interessano quelle buone, sane, che favoriscono la conoscenza fra imprenditori, lo scambio di esperienze, la condivisione di progetti e la diffusione di nuove opportunità di business. Noi siamo profondamente convinti che il networking fra imprenditori sia uno dei pilastri fondanti di ogni sistema associativo e non a caso favorire occasioni di incontro è uno degli obiettivi principali che abbiamo inteso perseguire con la costituzione di Rete PMI Romagna”.

Rete PMI Romagna intende valorizzare il sistema delle imprese nella sua interezza e le tante e diverse eccellenze che esprime, nonché sostenerle e supportarle nella loro percorso di crescita. Per questo, dopo il successo degli incontri di Speed Business Presentation che hanno caratterizzato l’avvio del primo semestre 2017, tant’è che ne è stato anche registrato il marchio, il prossimo obiettivo è proprio quello della realizzazione di un progetto di valorizzazione territoriale romagnolo, inteso non come salvaguardia di localismi, ma come valore aggiunto da spendere a livello internazionale. Come sempre pungente e provocatorio l’intervento dell’economista “anarchico” Alberto Forchielli, amministratore delegato del fondo di investimento italo-cinese Mandarin Capital Partners e Presidente di Osservatorio Asia, personaggio ormai seguitissimo anche sui social.

Rivolgendosi alla più ampia platea nel corso della parte pubblica dell’assemblea, ha lanciato strali sull’immobilismo del nostro Paese, sull’inerzia della politica, sull’inadeguatezza del nostro sistema scolastico e universitario, sull’ineluttabilità di una fuga all’estero dei giovani, sulla indispensabilità di crescere culturalmente e aprire la mente a quanto di meglio si può imparare dalle esperienze di altri paesi, perché dobbiamo smettere di pensare di essere il fulcro del mondo, poiché con la sola nostra “creatività” non andiamo proprio da nessuna parte e non ce la potremo mai fare a competere con un mondo che gira mille volte più veloce di quanto non facciamo noi.

“Dobbiamo imparare a fare cose nuove e in modo diverso, occorre smettere di aspettarsi qualcosa dalla politica, bisogna far finta di non essere in Italia, assumere e pagare adeguatamente giovani talentuosi, che a loro volta devono però avere atteggiamenti diversi da quelli che spesso hanno, dobbiamo auto-finanziarci e dialogare direttamente con gli ecosistemi che funzionano e che sono davvero innovativi, come Boston, Berlino, Shenzhen, Pechino, Palo Alto e il triangolo Oxford-Cambridge-Londra - ha evidenziato -. Oggi è anche facile, perchè il mondo non è mai stato tanto “piccolo e vicino” come adesso e, ovviamente, ciò è possibile grazie al progresso tecnologico, che viaggia ad una velocità pazzesca, mentre noi in Italia abbiamo ancora internet che va a carbonella”.

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