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Camera di Commercio, Forlì-Cesena e Rimini lanciano l'allarme sulla riforma

Moretti e Zambianchi, aderendo alle iniziative di auto riforma del sistema camerale, hanno dato il via alla nascita della Camera di Commercio della Romagna

I presidenti delle Camere di Commercio di Rimini e Forlì-Cesena, Fabrizio Moretti e Alberto Zambianchi, impegnati nell’accorpamento dei due Enti, chiedono di rivedere la bozza del decreto di Riforma del sistema camerale. Moretti e Zambianchi ritengono "indispensabile che il testo del decreto sia modificato, perché si pervenga ad una riforma delle Camere, che ammoderni e razionalizzi senza pregiudicare e disperdere un patrimonio di esperienze, di professionalità e di risultati, la cui storia dimostra, una riforma che metta gli Enti, frutto degli accorpamenti, in condizione di continuare ad essere utili alle imprese ed alle necessità di sviluppo dei territori".

Moretti e Zambianchi, aderendo alle iniziative di auto riforma del sistema camerale, hanno dato il via alla nascita della Camera di Commercio della Romagna. Facendo proprio il documento inviato dai segretari generali delle Camere emiliano-romagnole, "esprimono forte preoccupazione per il futuro degli Enti camerali (Camere, Unioni regionali e Aziende speciali), che l’attuale testo del Decreto riduce a meri gestori di funzioni burocratico-amministrative - contraddicendo, di fatto, gli obiettivi della riforma che dovrebbero essere migliorativi e non punitivi - e si chiedono cosa spinga il Governo a intervenire in modo così drastico su enti che non pesano sulle casse pubbliche e che versano allo Stato, tra spending review e tasse, diverse decine di milioni di euro".

Chiosano i due presidenti: "La riforma delle Camere di Commercio, così come si sta concretizzando, sancisce infatti un drastico e grave ridimensionamento delle entrate e delle attività camerali e prevede il taglio di importanti funzioni che finora sono state svolte dalle Camere: internazionalizzazione, credito, giustizia alternativa, scuola-lavoro, interventi a sostegno delle imprese e dei territori. Le Camere, in particolare, non potrebbero più svolgere le funzioni per la promozione e lo sviluppo delle economie locali e dei sistemi di micro, piccola e media impresa e ciò porterebbe ad una inaccettabile dispersione di professionalità e competenze e allo svuotamento di interesse reale per la partecipazione delle rappresentanze associative: a questo punto le Camere non rappresenterebbero più autonomie funzionali, ma diventerebbero semplici organismi sottoposti a stringenti controlli ministeriali".

Zambianchi e Moretti ricordano che "le Camere di Commercio di Forlì-Cesena e di Rimini si sono sempre impegnate fortemente a sostegno delle proprie imprese, direttamente, attraverso le loro associazioni di categoria, i consorzi fidi, ed altro, e cercando ogni forma di collaborazione con Istituzioni e Attori dei territori (banche, università, enti locali), per garantire le migliori opportunità di crescita dell’economia e del lavoro. Anche il processo di autoriforma avviato va in tale direzione, ridurre il più possibile i costi di gestione e destinare ai Territori le maggiori risorse possibili, considerato che la crisi ha messo a durissima prova le imprese e le loro associazioni di categoria".

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