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Economia

Fallimento Mercatone Uno, sindacati davanti alla Prefettura. "Esigiamo la cassa integrazione"

Lunedì ci sono stati vari presidi anche davanti ai negozi di Mercatone Uno in appoggio a quello di Roma

I negozi chiusi sabato rimarranno "nei ricordi piu' brutti", impossibili da dimenticare. Ma ora va scongiurato un futuro peggiore. Ora, "noi non chiediamo ma esigiamo ci sia concessa la cassa integrazione, un ammortizzatore che ci aiuti ad andare avanti"; e che il ministero dello Sviluppo economico trovi un altro "acquirente che ci faccia ripartire nuovi di zecca, vogliamo lavorare non essere mantenuti". Dal presidio al ministero dello Sviluppo economico, interpellato da Radio Articolo 1 (emittente della Cgil), e' il delegato Tommaso Bortone (del punto vendita reggiano di Rubiera) a scandire le richieste dei lavoratori di Mercatone Uno.

"Stiamo vivendo una situazione raccapricciante", aggiunge: fino a dicembre andava tutto bene o quasi, poi a marzo lo scenario del fallimento ha iniziato a delinearsi. E questo, racconta il delegato, nonostante le mail della proprieta' (Shernon) che di continuo, "arrivavano anche di notte", ripeteva di aver fiducia: l'ultima rassicurazione e' arrivata due giorni prima del fallimento. "Oltre al danno la beffa", sintetizza Bortone. Per cui a maggior ragione si chiede di accertare chi ha avuto le responsabilita' di mettere Mercatone Uno in mano a Shernon e poi non ha vigilato. Sabina Bigazzi, della Filcams-Cgil nazionale, sempre ad Articolo 1, parla di "situazione inedita", una amministrazione straordinaria che sfocia in fallimento e di fronte alla quale, "come minimo", ora serve un ammortizzatore sociale. "Poi bisogna capire cosa cosa si puo' fare in prospettiva. Ci interessa poco il rimpallo di responsa, il botta e risposta 'e' colpa di quello', 'no, di quell'altro'; 'c'era quello', 'no, c'era quell'altro'... O i 'ci penso io'. Vogliamo capire le prospettive di vendita e di acquisizione" a tutela dei 1.800 dipendenti.


Intanto lunedì ci sono stati vari presidi anche davanti ai negozi di Mercatone Uno in appoggio a quello di Roma. A Roma ma anche a Bologna e a Forli' davanti alla Prefettura. Si fa sentire anche Federconsumatori da Rimini sollecitando "misure a tutela dei consumatori che hanno pagato o attivato finanziamenti, senza ricevere la merce". In "molti hanno attivato finanziamenti per far fronte agli acquisti effettuati e ora stanno pagando le rate per merci che non sono mai state loro consegnate. Sono moltissimi i cittadini in queste condizioni che si stanno rivolgendo ai nostri sportelli, in queste ore". Per questo "e' doveroso che il ministero si occupi anche di loro e trovi una soluzione equa che consenta ai cittadini di entrare in possesso dei beni acquistati o di ottenere la restituzione di quanto speso", afferma Emilio Viafora, presidente della Federconsumatori. Nell'attesa delle soluzioni ministeriali viene consigliato "a tutti gli utenti coinvolti di effettuare l'insinuazione al passivo entro e non oltre il 20 settembre". (fonte Dire)

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