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Festività pasquali, i sindacati proclamano l'astensione dal lavoro

"Come noto - proseguono i sindacalisti - la liberalizzazione degli orari introdotta nel 2011 con il Decreto “Salva Italia” ha eliminato ogni vincolo e regola in materia di orari commerciali"

Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil hanno proclamato per la domenica di Pasqua una giornata di sciopero e per il lunedì di Pasquetta una giornata di astensione dal lavoro, invitando i lavoratori del commercio e gli addetti di tutte le attività svolte all’interno dei centri commerciali "ad aderire astenendosi dal lavoro nelle festività". Esordiscono Raffaele Batani, Piero Casali e Annalisa Pantera di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil: "La disponibilità al lavoro festivo è una scelta libera e autonoma di lavoratrici e lavoratori. Recenti sentenze confermano questa nostra impostazione, secondo la quale il datore di lavoro non può imporre al dipendente di lavorare in una giornata festiva e definisce illegittima l'eventuale sanzione disciplinare a punizione del rifiuto al lavoro festivo, se non vi sia stato preventivamente un assenso di quest’ultimo".

"Come noto - proseguono i sindacalisti - la liberalizzazione degli orari introdotta nel 2011 con il Decreto “Salva Italia”  ha eliminato ogni vincolo e regola in materia di orari commerciali, nel totale disinteresse degli effetti negativi prodotti su milioni di persone, in prevalenza donne, e sulle loro famiglie.  E' necessario che la discussione in Parlamento per una nuova regolamentazione delle aperture commerciali si riattivi! Le nuove regole, ancora ferme in Parlamento nella X° Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, se da una parte potranno permettere agli enti locali e alle parti sociali di ridiscutere di orari di apertura degli esercizi commerciali nei territori, dall’altra, non ponendo vincoli, se non la chiusura in sole 6 festività, sostanzialmente non risolveranno il problema".

"Le liberalizzazioni sono sbagliate, non aiutano la crescita economica, non creano nuova occupazione, producono dumping tra piccola e grande distribuzione, svendono le festività, svuotano i centri storici delle città a favore delle cittadelle del consumo, sviliscono la qualità del lavoro spezzettando la prestazione lavorativa e costringendo i dipendenti ad orari ben poco concilianti con le necessità di riposo - chiosano -. Per queste ragioni, le segreterie regionali invitano i/le lavoratrici/tori ad astenersi dal lavoro per tutto il turno di lavoro delle festività sopra riportate,  ricordando ai lavoratori che sulla base delle norme contrattuali vigenti, e alla luce delle recenti sentenze della Cassazione  potranno rifiutarsi di effettuare prestazioni lavorative in tutte le festività, senza incorrere in nessuna sanzione".
 

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