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Economia

"Zara a Forlì? Magari, ma non illudiamoci: mancano le superfici"

Il presidente di Confesercenti Forlì, Massimo Foschi, torna sulla notizia dell'apertura di Zara a Forlì, diffusasi nelle settimane scorse. "Sarebbe un fatto positivo per tutto il centro storico, ma l'operazione è difficile"

Zara a Forlì? I primi ad accogliere a braccia aperte il famoso marchio d'abbigliamento sarebbero i commercianti del centro storico. Lo assicura Massimo Foschi, presidente di Confesercenti Forlì, secondo cui "l'arrivo di un marchio come Zara aumenterebbe notevolmente l'attrattività di tutto il centro storico e a beneficio di tutti".

Non mancano però i dubbi sull'approdo della multinazionale di bandiera spagnola sotto il campanile di San Mercuriale, se non altro collegata all'indiscrezione diffusa nei giorni scorsi che darebbe Zara ospitata nell'attuale palazzo delle Poste affacciato su piazza Saffi. "Non ho informazioni in merito, ma dalle cifre che sono comparse (16 milioni di euro per l'acquisto e la sistemazione dell'edificio, ndr) mi sembra un'operazione difficile".

Perchè? Ritiene ci siano dubbi sulla possibilità per Zara di sostenere un investimento simile?
Si tratta di un gruppo con una solidità eccezionale - spiega Foschi -, ma il punto non è questo; bensì il fatto che una piazza come Forlì non offre un mercato tale da giustificare cifre così elevate. Solo chi si può permettere di investire soldi non suoi può fare operazioni senza alcun ritorno economico.

Dunque speranze abbandonate per avere il gettonatissimo marchio d'abbigliamento giovanile? Forlì non può sognare?
Nessuna speranza abbandonata, ci mancherebbe. Non conosco questa vicenda. Forlì deve sognare e non può certo rinunciare a pensare in grande; ma bisogna essere consapevoli delle difficoltà che ci sono. Il nostro è un bel centro storico, ma mancano le medie superfici di vendita, il che è una delle cause della sua crisi.

Carenza di spazi o una programmazione non oculata?
Il problema non nasce certo in questi anni. Oggi paghiamo il prezzo di scelte fatte in passato. Attualmente in centro sono disponibili solo locali piccoli o piccolissimi, che però non consentono ad una attività commerciale di sviluppare un fatturato tale da potersi sostenere economicamente.

Dove si è sbagliato?
Per capirlo basta fare una passeggiata sui corsi principali: molti locali grandi messi a disposizione o di proprietà delle banche o attività equivalenti. Questo ha pregiudicato la disponibilità di molti spazi che potevano essere dedicati ad uso commerciale e si sono perse delle occasioni.

Ma dove sta la responsabilità? Nelle scelte amministrative oppure tra i proprietari degli edifici, che hanno preferito destinare i propri locali ad altre attività (forse più remunerative e capaci di offrire maggiore garanzie)?
La responsabilità è duplice, ma si sono perse anche delle opportunità per una maggiore attrattività del centro storico. Pensiamo al palazzo del Monte di Pietà in corso Garibaldi, nel cuore del centro. Un intero pianterenno destinato ad attività non commerciali, che potevano tranquillamente essere ospitate anche in altri spazi. E poi palazzo Talenti-Framonti in piazza Saffi, per il quale si sono spesi ben oltre 20 milioni di euro tra acquisto e ristrutturazione, quindi tanti denari che potevano essere messi diversamente a disposizione della collettività, senza preoccuparsi prima chi avrebbe utilizzato tutti gli spazi e senza fare conti economici preventivi. E questi sono solo due esempi recenti.

Cosa occorre fare quindi per invertire la rotta?
Queste scelte hanno certamente impoverito la città. Noi come Confesercenti. Abbiamo Contribuito assieme alle altre associazioni e al comune a costituire forli nel cuore e alla nomina di Aldo Pellegrino come consulente per il rilancio del centro proprio con questo compito: sondare il mercato dei grandi marchi e trovare spazi da dedicare ad essi coinvolgendo imprenditori locali e proprietà immobiliari. Se non facciamo anche questo è difficile rilanciare il centro.

Ma davvero Forlì ha la possibilità di essere attrattiva per grandi marchi commerciali?
L'interessamento di marchi come Zara, H&M e Coin non è di oggi: se ne parla da tempo e già qualche mese fa si sono affacciati a Forlì, anche andando a verificare alcuni spazi, come ad esempio palazzo Talenti-Framonti: che però non ha le caratteristiche di  locale commerciale utilizzabile per lo scopo. Il nostro centro ha bisogno di medie superfici di vendita, altrimenti non riusciremo più a tornare attrattivi.

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