Al Teatro Verdi di Forlimpopoli il jazz di Emiliano Pintori
Il terzo appuntamento del l'Abejazzario di lunedì 26 febbraio al Teatro Verdi di Forlimpopoli, ore 21.00, vedrà Emiliano Pintori, pianista, organista, docente di storia del jazz nei conservatori, nella duplice veste di narratore e musicista in una lezione/concerto che indagherà lo stretto rapporto fra jazz e danza, quel ritmo che fin dalle origini col suo andamento sincopato ha fatto battere il piede, ha liberato i corpi. La cultura africano americana, infatti, ha generato una tangibile relazione fra la danza e la sua musica, dagli ottocenteschi Minstrel Show, fortemente caricaturali e denigratori nei confronti del black people, al Foxtrot, scandito dal ragtime, allo swing del Lindy Hop, al jazz moderno, che è sembrato sostituire l’incedere coreutico con un movimento interiore, fin quando le avanguardie hanno ri-emerso nuove arcaiche figure di danza, a cui il funk ha dato contemporaneità e azione.
La passione per il jazz in Emiliano Pintori è nata dalla frequentazione dell’ambiente jazzistico della sua città, Bologna. Fondamentali sono stati per lui l’incontro con Barry Harris e la permanenza a New York nel 2009. Molto richiesto come sideman, Pintori si è esibito in festival e club in Italia ed Europa con alcuni grandi del jazz, tra cui Steve Grossman, Carlo Atti, Bobby Watson, Enrico Rava, Roberto Gatto, Tom Kirkpatrick, Gianni Cazzola, Alex Sipiagin, Piero Odorici, Fabrizio Bosso, Flavio Boltro, Jim Snidero, Jesse Davis. Al 2014 risale l’inizio della sua attività di ricerca e divulgazione della musica africano americana per la serie di conferenze e lezioni-concerto “Jazz Insights” (Bologna Jazz Festival). Nel 2019, inoltre, insieme a Guglielmo Pagnozzi, ha dato vita ad “ABC Jazz”, ciclo di lezioni-concerto sulla storia del jazz e dei suoi protagonisti al Teatro dell’ABC di Bologna. È autore, fra l’altro, delle musiche per i lavori dell’artista Paolo Chiasera, esposti in siti per l’arte contemporanea, come il Rejna Sofia Museum di Madrid. A suo nome ha pubblicato l’album “Contiguity” (2012).
Guglielmo PAGNOZZI, sax contralto, clarino, grande talento, compositore per cinema, teatro e danza, attore, curioso delle culture musicali che abitano il pianeta, da tempo collabora con Pintori e ha suonato e inciso con molti artisti in Italia e nel resto del mondo, fra i quali Lester Bowie, Famoudu Don Moye, Steve Lacy, Bob Moses, i Dire Gelt (musica klezmer), il violinista Jamal Ouassini (musica araba andalusa e maghrebina), i Mixed Blood (hip hop), Guido Sodo e i Cantodiscanto (musica napoletana), Gabin Dabirè, Antonello Salis. Negli anni Novanta con Fabrizio Puglisi e Cristina Zavalloni ha fondato a Bologna l’Associazione Bassesfere per la diffusione della musica creativa d’avanguardia. Fra i suoi tanti progetti sono da annoverare la Jazz Gang, band pre-bop jazz con Pasquale Mirra, i Voodoo Sound Club, il gruppo nu-jazz Mop Mop, la Mamud Band con il percussionista Lorenzo Gasperoni, dedicato alla musica di Fela Kuti, i Bandanera, fondati assieme a Moulaye Niang (afrobeat), la band jazzcore Corleone con Roy Paci (“Blakkaenze”, 2013), e l’attuale Guglielmo Pagnozzi Quintet. “Gentle heartquake” è il primo album a suo nome (2023).
Con loro sul palco ci saranno Salvatore LAURIOLA, contrabbasso, Gaetano ALFONSI, batteria ed i ballerini della RIMINI SWING AVIATORS, Giulia AURELI e Patrick FATTORI.
BIGLIETTERIA
INTERO € 10,RIDOTTO € 8, UNDER 18 ingresso libero. ABBONAMENTO INTERO € 35, RIDOTTO € 25, UNDER 18 ingresso libero
RIDOTTO: soci Ass. Culturale dai de jazz APS - under 20. Gli abbonamenti potranno essere sottoscritti scrivendo a nicolacataldo@alice.it, oppure con SMS o WhatsApp al 340 5395208 o presso la biglietteria la sera del primo concerto.