Il Chilingirian Quartet in concerto nel Chiostro dei Musei di San Domenico
In dirittura d'arrivo anche per questa edizione 2016 dell'Emilia Romagna Festival, l'obiettivo non può essere che quello di chiudere in bellezza. Ad assumersi questo onere in occasione del penultimo appuntamento in programma per quest'anno, sarà venerdì alle 21 nel Chiostro dei Musei di San Domenico – il Chilingirian Quartet, composto dai dai violini Levon Chilingirian e Ronald Birks, la violista Susie Mèszàros e Steve Orton al violoncello.
Al loro fianco, per l'occasione, il clarinettista Darko Brlek, ex primo clarinetto dell’Orchestra dell’Opera di Ljubljana, poi direttore dell’Opera e Balletto Nazionale Sloveno, e oggi direttore artistico e General Manager del Festival di Ljubljana. Un'accoppiata, quella tra il grande musicista sloveno e il Chilingirian Quartet, in cui “bottone e occhiello” si contemperano alla perfezione. Attivo dai primi anni Settanta, il quartetto di archi con base a Londra, è una delle formazioni di questo tipo più apprezzate al mondo. Composto da abili musicisti che fondono quattro voci distinte in un unico straordinario suono al tempo stesso potente e preciso, riccamente interpretativo e tuttavia sempre fedele alla visione del compositore, le interpretazioni del Quartetto sono state definite dai critici di tutto il mondo come “appassionate”, “calde”, “delicate” e “dinamiche”. Nel 1976, il debutto trionfale a New York, ha fatto del Chilingirian Quartet uno degli ensemble più ambiti anche in tutti gli Stati Uniti.
Chicca della serata, l'esecuzione del “Quartetto per clarinetto e trio d’archi” del compositore e direttore d'orchestra contemporaneo Krzysztof Penderecki, uno dei pochi autori di musica contemporanea il cui nome abbia raggiunto con enorme successo anche presso il grande pubblico grazie all'utilizzo di alcune composizioni del musicista polacco in due celebri film: “L'esorcista” di William Friedkin e “Shining” di Stanley Kubrick. Agli appassionati veri e propri invece, Penderecki è celebre per le sue sperimentazioni sonore - utilizza tecniche particolari per cui il tempo musicale non si misura in battute, ma in secondi – che hanno destato grande scalpore e che gli sono valse l'etichetta di "classico postmoderno". In scaletta anche il “Quartetto per archi in do maggiore” di Franz Joseph Haydn e il “Quartetto per archi in fa minore” (detto «Quartetto serioso») di Ludwig van Beethoven, ma il vero cuore del concerto è costituito da Antonín Dvo?ák, di cui – oltre a “Due Walzer per quartetto d’archi” - verranno proposti alcuni brani della composizione “I cipressi”, originariamente dei lieder che Dvorak trasformò, nel 1887, in vari Quartetti d'archi caratterizzati dalle profonde emozioni che il pensiero della morta accendeva nell'animo del compositore ceco.