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Il corto tutto forlivese "Closed Box" macina successi: premi anche negli Usa

Continua al serie di successi per il cortometraggio tutto forlivese “Closed Box - A scatola chiusa”. Il lavoro del 2012, ispirato ad un fatto di cronaca avvenuto a Monza nel settembre 2004, sta macinando riconoscimenti internazionali

Continua al serie di successi per il cortometraggio tutto forlivese “Closed Box - A scatola chiusa”.  Il lavoro del 2012, ispirato ad un fatto di cronaca avvenuto a Monza nel settembre 2004, sta macinando riconoscimenti internazionali: l'ultimo in ordine di tempo quello a Gianfranco Boattini, come Best Actor  al Massachusset Indipendent Film Festival. Allo stesso festival il corto era candidato anche nella categoria Best Cinematografy.

“Closed box” è stato candidato, a luglio, anche nelle categorie migliore regia e miglior cortometraggio  al Madrid International Film festival. A maggio altre vittorie al Valdarno Cinema Fedic, fra le quali il premio per il miglior cortometraggio. I forlivesi erano  presenti al Market del Festival di Cannes, sempre in maggio. Il corto ha ricevuto una menzione speciale all'Ecu Film festival di Parigi e vinto, a settembre del 2013, il premio Fedic al Sedicorto Film Festival di Forlì.
 
Cast, troupe e produzione, tutti forlivesi, vedono ragazzi la cui età è compresa tra i 30 e i 40 anni. La regia è Riccardo Salvetti e Gianfranco Boattini. Paolo Vallicelli è direttore della fotografia, Apollonia Tolo truccatrice, Manuela Camprini, costumista, Ugo Casadio, compositore della colonna sonora. Gli attori sono Francesca Fantini e Gianfranco Boattini, protagonisti, Lisa Boattini e Giada Boattini.

La trama racconta di un gesto assurdo, un grido d'aiuto inascoltato e per questo finito nel peggiore dei modi. L'estrema decisione di sigillarsi dentro a una scatola annullando ogni rapporto sociale. Adistanza di quasi 10 anni, questo gesto d'isolamento arriva a coinvolgere ed unire tante persone che lavorano insieme allo stesso progetto. Spiega una nota: “Quello che viene da chiedersi è come sia possibile che in una società come la nostra, dove i mezzi di comunicazione mettono in contatto tutti a milioni di chilometri, non ci si accorga di persone che si rinchiudono nel loro mondo evitando un incontro vero e significativo che potrebbe portarli a cambiare la loro visione univoca del presente. Nella vita di Enrico non manca nulla. Una casa accogliente, un buon lavoro, una bella moglie e due figlie ubbidienti: la famiglia perfetta. La patinata quotidianità alimenta un'inquietudine nascosta che lo porterà ad una scelta estrema”.

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