Tra coreografia e ambienti sonori al teatro Félix Guattari
Venerdì il teatro Félix Guattari ospita Roberta Mosca con "Ci vorrebbe quel sole che scalda le ossa" performance che vede l’unione della sensibilità della danzatrice e coreografa a quella di Canedicoda, artista multidisciplinare, conosciuto soprattutto in ambito musicale. L’opera, non è né un concerto né una performance di danza, ma piuttosto un’occasione esplorativa e profonda, alla scoperta di una serie di percezioni, stati, limiti ed emozioni generati dalla condivisione di un luogo per un tempo determinato. Movimento, suono, spazio e idee vengono proposti come un tutt’uno nella prospettiva di invitare il pubblico a vivere un’esperienza immersiva, sottile e distesa.
La serata prosegue su questa doppia cifra acustica e coreografica con "Anatomia" di Simona Bertozzi interamente basato e “intriso” delle sonorità di Francesco Giomi. Un incontro tra un corpo biologico e uno sonoro che disegnano nello spazio traiettorie, vuoti e pieni, forme, giocando con il tempo una partita che calibra velocità e lentezza. “Anatomia è allora ciò che resta di questo incontro che avviene al limite dell’udibile, sul margine degli occhi, là dove si dispiegano tensioni in un continuo rapporto tattile tra la materia organica e quella sonora. Tagliare, incidere, dissezionare acusticamente il corpo e il suo spazio per far scaturire un’immagine: tale è la potenza, l’urto di questo incontro. Ciò che resta è una scena-paesaggio, una costellazione. Per coglierne il bagliore irradiante, per sentirne la vibrazione, non basta semplicemente ascoltare o guardare, servono un occhio e un orecchio impossibile”.