"900fest" entra nel vivo con il progetto di valorizzazione della Casa del fascio
Forlì e Predappio: dal 28 ottobre al 1 novembre cinque giorni di convegni, conferenze, proiezioni di film, presentazioni di libri, mostre e workshop. Il progetto 900fest, il cui comitato scientifico è coordinato da Marcello Flores, nasce dalla comune considerazione della necessità di un costante approfondimento storico, accompagnato da un lavoro sulla memoria, di ciò che è successo nel secolo scorso in Europa, e ha l’obiettivo di caratterizzare le città di Forlì e Predappio come un riferimento nazionale e internazionale di riflessione, incontro e studio sui regimi totalitari, a partire dal fascismo.
Il programma di giovedì
ore 10.00 - PALAZZO ROMAGNOLI
Presentazione del progetto di valorizzazione dell’ex “Casa del Fascio e dell’Ospitalità” di Predappio. L’iniziativa è finalizzata a portare a conoscenza delle istituzioni e del pubblico il progetto culturale che prospetta la realizzazione nella Casa del Fascio di Predappio di un grande centro culturale di rilevanza europea, con un centro di studi e ricerche sul 900 e un grande museo storico dedicato agli anni della dittatura fascista.
Interverranno:
Giorgio Frassineti (sindaco di Predappio)
Massimo Mezzetti (assessore alla Cultura della regione Emilia-Romagna)
Carlo Giunchi (progettista culturale)
Marcello Flores (Università di Siena)
Andrea Milani (architetto)
ore 15.00 - PALAZZO ROMAGNOLI
Convegno: “La Grande Guerra e le origini del fascismo in Italia”. Il convegno, suddiviso in due sessioni, una delle quali dedicata alla situazione italiana ed una al contesto europeo, indagherà il rapporto che intercorse fra la Grande Guerra, le sue premesse, e il quadro che ne uscì a livello europeo, e la nascita delle dittature e dei totalitarismi che condussero alla seconda guerra Mondiale.
Interverranno al convegno: Alberto De Bernardi (Università di Bologna) Lo «spirito del ’14» e la sua eredità nel dopoguerra; Paola Salvatori (Università di Bergamo) «Oggi la storia si “fa” nelle trincee. Domani la rifaremo sulle piazze»: la Grande Guerra di Benito Mussolini. Maurizio Ridolfi (Università di Viterbo) “I colori della nazione e della rivoluzione: il conflitto cromatico tra Grande Guerra e dopoguerra”; Lorenzo Bendusi (Università di Bergamo) “Grande Guerra, brutalizzazione della politica e fascismo”
ore 20.30 - TEATRO APOLLO
Proiezione film “Camicia Nera” (Ita 1933) di G. Forzano
Film corale, girato in occasione del decennale del Fascismo, rappresenta le vicende italiane dal 1914 al 1932 secondo l’interpretazione che di queste fu data del regime, con protagonisti uomini e donne di tutte le regioni d’Italia. Un fabbro italiano emigrato in Francia (Mussolini era figlio di un fabbro) combattendo durante la prima guerra mondiale perde la memoria. La recupera anni dopo e torna in Italia, trovando un paese più moderno (bonifica delle paludi pontina, l’inaugurazione della città di Littoria) grazie al fascismo. Come ci si può aspettare per un film di regime, la critica all’epoca dell’uscita fu entusiasta. Matteo Incagliati, su i Messaggero di Roma del 24 marzo 1933 scrisse: “un film italianissimo, le scene che maggiormente colpiscono e appassionano e che sono riprodotte con maggiore potenza di mezzi espressivi, sono principalmente quelle dei reduci della prima guerra mondiale ridotti allo squallore più duro e vilipesi per aver dato il sangue alla Patria.” Successivamente questi giudizi furono drasticamente rivalutati: il “Morandini” lo definisce un “balbettante film di propaganda, girato per il decennale della Marcia su Roma, in bilico tra l’insipienza e il guittume, con punte di comicità involontaria”, e Pietro Bianchi ha sostenuto che in Camicia Nera “la retorica si sposa alla presunzione, la convenzione all’enfasi, senza un attimo di tregua”