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"I matti di seguno", presentata in anteprima la riedizione del libro di Luciano Foglietta

​L'iniziativa, coordinata da Marco Viroli e Gabriele Zelli, è stata allietata dal Trio Iftode (nella foto) che ha proposto alcuni dei brani più famosi della musica popolare romagnola. Ancora una volta i tre musicisti, Teddi (primo violino), Radu (secondo violino), Vlad Iftode (tastiere), hanno riscosso un grande successo per la maestria con la quale eseguono i pezzi più conosciuti della nostra terra.

Nei giorni scorsi il salone delle feste del Circolo Democratico Forlivese si è riempito di persone accorse per assistere alla presentazione di due libri: "Romagnoli e romagnolacci. Cento e più ritratti di personaggi della Romagna dell’altro ieri, di ieri e di oggi" di Vittorio Emiliani e, in anteprima assoluta la riedizione curata dalla casa editrice Minerva di Bologna, de “I matti di Seguno”, il volume più conosciuto di Luciano Foglietta, scrittore e giornalista di Santa Sofia, recentemente scomparso. A oltre cinquant’anni dalla prima edizione, pubblicata da Cappelli editore di Rocca San Casciano, le spassose storielle raccontate nel volume di Foglietta, tra cronaca e immaginazione, conservano ancora un'immutata originalità. 

Intraprendendo una via a metà tra fiaba e romanzo, Luciano Foglietta dà vita ai sette fratelli Castellucci, “i Matti di Seguno”, delle terre di Romagna. Matti non nel senso patologico del termine, ma piuttosto caratterizzati da una paradossale ingenuità, un po’ balorda, e ricchi del buonsenso proprio dell’ignoranza, creduloni, ma capaci, a volte, di impensabili arguzie. Si ritrovano così in spassose avventure e con loro la luna nello stagno, le cavallette fucilate, le uova d’asina, Ambrogio il cappellaio dalle manie di grandezza e l’esilarante Scarabocchio che ne racconta l’avventura, lo spirito di Moschino uscito dalla Buca del Pianello, don Olinto che svela alle genti il mistero della S.S Trinità con la similitudine del forcone, e tanti altri tipi e situazioni tra fatti e stupori, inghippi e grullerie. Foglietta ha legato un mondo pieno di difetti, di sogni, di ingiustizie, di ideali e di soprusi lungo un filo fantastico che sta fra cronaca e immaginazione, "essendo  - come ha scritto l'autore - il dettagliato, intimo saggio di una cultura in fase di drastica trasformazione, di una civiltà che, però, non è andata completamente distrutta e ha fatto da "trait d'union", da piattaforma a quella attuale in cui scetticismo ed empirismo sono una costante universale". 

Durante il corso della serata ha suscitato attenzione e molto interesse anche il libro “Romagnoli e romagnolacci” di Vittorio Emiliani, dove l'autore racconta vivacemente incontri, scontri, battute, bizzarrie, la romagnolità latente o esplosiva dei suoi personaggi, molti dei quali spesso ignoti al di fuori del loro paese o borgo: pescatori, artigiani, birocciai, cavallari, pittori di carri agricoli. Più di cento ritratti di quei romagnoli che l’autore ha conosciuto o soltanto incrociato sul suo cammino, come Sergio Zavoli, Tonino Guerra, Marco Pantani, Arrigo Sacchi, Serafino Ferruzzi, Raul Gardini, i tanti Mussolini. Tanti pezzi di storia e di micro-storia romagnola che compongono un mosaico vivacissimo, a volte drammatico, di vite vissute fra Ottocento e Novecento, fino ai giorni nostri, fra l’Appennino e il mare Adriatico, lungo la Via Emilia e le altre strade romane di quella che fu la Romània o la Romandìola.

L'iniziativa, coordinata da Marco Viroli e Gabriele Zelli, è stata allietata dal Trio Iftode (nella foto) che ha proposto alcuni dei brani più famosi della musica popolare romagnola. Ancora una volta i tre musicisti, Teddi (primo violino), Radu (secondo violino), Vlad Iftode (tastiere), hanno riscosso un grande successo per la maestria con la quale eseguono i pezzi più conosciuti della nostra terra.

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