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Omaggio di Palazzo Romagnoli al pittore forlivese Gino Mandolesi

Gino Mandolesi è nato a Forlì il 19 giugno del 1915. Dal collegio Dalle Vacche di Forlì, Gino Mandolesi viene avviato giovanissimo come apprendista alla Società Industrie Fotografiche

Palazzo Romagnoli, in occasione del centenario della nascita dell'artista forlivese, offre al pubblico l’intero nucleo delle sue opere presenti nella raccolta novecentesca della Pinacoteca Civica, riunite nella sala per esposizioni temporanee al primo piano del museo che ha fino a qualche giorno fa ospitato la mostra “Arte in trincea” con gli acquarelli di Maceo Casadei. Oltre alle due “nature morte”, già attualmente visibili nella sezione “La Grande Romagna” al primo piano del Palazzo, si potranno ammirare fino a dicembre 2015 tre dipinti (tra i quali il “Ritratto della giovinetta Gabriella”, figlia della pittrice Irene Ugolini Zoli, destinato alla civica pinacoteca dagli eredi di Mandolesi) ed alcuni disegni (come la china acquarellata con l’ “Autoritratto”, a suo tempo destinato alla comunità forlivese dalla nota pittrice Gianna Nardi Spada).

A queste opere, che risalgono all’ultimo periodo di lavoro dell'artista scomparso prematuramente all’età di quarant’anni, si aggiungono tre splendidi “Paesaggi” provenienti da raccolte pubbliche forlivesi: due dal Palazzo della Provincia di Forlì-Cesena ed uno dalla sede della Cassa dei Risparmi di Forlì. Mercoledì alle ore 20.30, nel Salone d'Incontro di Palazzo Romagnoli i curatori Flora Fiorini, Orlando Piraccini e Sergio Spada, insieme all'assessora alla Cultura Elisa Giovannetti e alla dirigente del Servizio Cultura e Musei Cristina Ambrosini, presentano la nuova proposta espositiva che va ad arricchire l'offerta delle Collezioni del Novecento, con approfondimenti sulle vicende personali ed artistiche del pittore forlivese. La mostra “Omaggio a Gino Mandolesi (1915-1955)” sarà visitabile fino al 13 dicembre 2015 negli orari di apertura di Palazzo Romagnoli.

Gino Mandolesi nasce a Forlì il 19 giugno del 1915. Dal collegio Dalle Vacche di Forlì, Gino Mandolesi viene avviato giovanissimo come apprendista alla Società Industrie Fotografiche. Qui conosce Maceo Casadei pittore, attivo pure nel campo del “ritocco” fotografico, dal quale apprende i primi rudimenti in campo artistico. Mandolesi continua a frequentare Maceo e a far pratica come pittore fino al 1934, allorché il maestro si trasferisce a Roma, dopo essere stato assunto dalla casa cinematografica del regime. Quattro anni più tardi, per intercessione dello stesso Casadei, anche il giovane Mandolesi riesce ad impiegarsi presso l’Istituto Luce con la qualifica di ritoccatore. Nella capitale, il tempo libero dal lavoro viene interamente dedicato all’esercizio della pittura “dal vero” ed alla frequentazione della Scuola di Nudo di via Margutta.

Del soggiorno romano di Mandolesi, prolungatosi fino alla partenza per l’Africa, non restano però che rare tracce di contatti con altri artisti (Sante Monachesi, che divideva lo studio con Maceo e Giovanni Consolazione, suo collega al “Luce”), e di presenze a mostre e rassegne d’arte. Dopo il ritorno a Forlì, nel 1946, espone in una “collettiva” assieme ad altri artisti della sua città. Tra il 1948 ed il ’49 partecipa alla “I^ Mostra interprovinciale d’arte dell’Emilia-Romagna” di Bologna, alla “II Mostra provinciale” di Forlì ed alla “II Mostra Nazionale del Disegno e dell’Incisione moderna” di Reggio Emilia. Nel 1950 è presente alla “3^ Mostra sindacale emiliana d’arte” di Bologna, mentre nel ‘51 espone con successo alla “1^ Biennale Romagnola d’Arte Contemporanea” di Forlì. Negli anni successivi sono frequenti le mostre “personali” assieme ad altri artisti attivi a Forlì (Maceo Casadei, Leonida Brunetti, Giorgio Spada, Alberto Pacciani). 

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