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Legno e sasso delle vallate forlivesi nelle mani di un giovane artista civitellese

A Vernice Art Fair 2017, legno e sasso "rinascono" nel talento di un giovane scultore romagnolo che apre le porte delle nostre emozioni

"Cresciuto nelle colline di Civitella di Romagna, ama viaggiare con la curiosità della giovinezza, per brevi periodi, ritornando sempre alle radici". Inizio perfetto per quella che potrebbe essere la biografia di un giovane artista forlivese, perché il "viaggiatore" di cui si parla è Michele Chierici, "il manodOPERA" come ama farsi chiamare lui stesso nel momento in cui decide di ritrovare nel legno e nella sua tanto amata pietra bidentina un respiro che li riporti alla vita con nuove forme. E "le radici" sono quelle della sua Romagna, delle sue tradizioni, della sua gente. Possiamo incontrare Michele alla manifestazione Vernice Art Fair 2017 (questo weekend alla Fiera di Forlì) dove, timidamente e quasi chiedendo "permesso?", entra nei nostri cuori con quella sensibilità che da sempre caratterizza tutti quegli artisti che per vocazione della loro fantasia ci coinvolgono nelle ballate, nelle poesie, nelle tradizioni di un Carnevale, di una sagra. Li incontriamo per strada, in piazza, stringiamo le loro mani con un "Ciao, come stai?".

Quelle stesse mani che dopo qualche ora, pronte e sapienti, vedranno nel tronco di un albero una bellezza senza tempo o scriveranno a un vecchio amore ritrovato nelle forme della natura. Artisti, giovani e meno giovani talenti, forti del nostro senso di comunità, quello che tutti loro vogliono esprimere, coinvolgendoci in uno spirito di amicizia e solidarietà. "La fortuna", diremmo oggi, di un'infanzia vissuta in campagna ha permesso a Michele fin da bambino di intuire che poteva creare piccoli oggetti con la terra argillosa, intagliare legni raccolti nel bosco, scolpire volti sui sassi. Era il suo modo personale di esprimere all'intera comunità un forte spirito di collaborazione. Amante della natura, della vita e delle costruzioni realizzate nella storia dai popoli, dopo gli studi decide di sperimentarsi nel settore edile con un lavoro di manualità e attraverso l'esperienza maturata su materiali secolari, si specializza nel restauro di case rurali.

Dalla voce di Michele: "Sono affascinato dalla possibilità di poter trasferire "un'istantanea" in un materiale duraturo che ritrovo, quasi sempre, lacerato dalla tempesta o abbandonato dal vento. Per nuove forme espressive che possano suscitare un commento." Noi diciamo "un'emozione", suscitare un'emozione, un coinvolgimento sensoriale racchiuso in una corteccia, in un sasso. Un'esperienza che ci permette di ritrovare un dialogo con chi, senza tanti "orpelli", ci tende un antico sapere delle mani. Così. Semplicemente.

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