Machiavelli, a Forlì non fu "turista per caso"
Come è stato giustamente osservato nei vari commenti sulla “Divina Commedia”, Dante, a parte Firenze e la Toscana, ha riservato alla Romagna maggior attenzione che a qualsiasi altra regione italiana.
Lo stesso si può dire a proposito di Niccolò Machiavelli, che in Romagna fu ripetutamente e che in Romagna (a Forlì, nel 1499) esordì in politica e a Forlì la concluse, nell’ aprile del 1527 con l’ ultima legazione, due mesi prima di morire.
Eppure proprio a Forlì, dove nella Rocca di Ravaldino si svolsero 10 giorni di snervanti colloqui fra Machiavelli e Caterina Sforza, non esiste una via, una piazza, una lapide che ricordi la presenza e l’opera nella nostra Città di uno dei più grandi italiani di tutti i tempi. Non mancano invece segnalazioni di ogni tipo per mediocri o sconosciuti personaggi, per i quali diventa impresa improba scoprire i meriti, spesso inesistenti, che dovrebbero giustificare la loro celebrazione ufficiale.
Su questo tema: “Niccolò Machiavelli a Forlì non fu un turista per caso”, Vittorio Mezzomonaco, giornalista ed ex direttore degli Istituti Culturali Forlivesi, terrà venerdì prossimo una conversazione nell’ Aula 11 dell’Università (Piazza Solieri), a partire dalle ore 17. Ingresso libero.