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McCurry pensa ad una collaborazione con Forlì: tutti i numeri della mostra

L'esperienza di Steve McCurry a Forlì potrebbe non essere finita. Lo annuncia lui stesso in collegamento via Skype da Delhi, durante la conferenza stampa di conclusione di questa esposizione

L'esperienza di Steve McCurry a Forlì potrebbe non essere finita. Lo annuncia lui stesso in collegamento via Skype da Delhi, durante la conferenza stampa di conclusione di questa esposizione, che ha fatto numeri da record per la città: 75.543 visitatori, con una media di 839 ingressi al giorno, e due settimane, quelle delle festività, che hanno visto un afflusso ancor più straordinario nelle sale del San Domenico, con circa 30mila persone. Ma al di là dei numeri, il fotoreporter statunitense è rimasto colpito dal territorio, in particolare dall'architettura razionalista che lo caratterizza. 

McCurry  si trova in India per un lavoro su un libro dedicato alla lettura: da Dehli a Jaipur, poi probabilmente in Afghanistan e Iran, per fotografare persone intente a leggere, documentando questa attività universale attraverso paesi ed anni di fotografie. La sue voce arriva lontana, ma  il suo viso è sempre sorridente: “Ricordo in particolare Forlì per le tantissime persone presenti all'inaugurazione e per l'accoglienza e il calore, per questo  sono felicissimo di sapere di questi risultati  fuori dall'ordinario e sono dispiaciuto di non potere essere lì”. Della sua permanenza sul territorio il fotografo ha ricordato la cucina, “quella italiana è la migliore del mondo” e in particolare un sangiovese superiore che ha assaggiato. Per quanto riguarda luoghi e monumenti ad avere colpito la sua attenzione l'architettura razionalista, in particolare il viale della Stazione e Predappio, dove ci sono “edifici fantastici”.

McCurry, tutti i numeri della mostra

Si tratta, secondo McCurry di luoghi che “meritano di essere visitati e fotografati. Ho fatto parecchi scatti, ma in velocità, e non  escludo in futuro ci possano essere collaborazioni con la città”. La conferma di questa idea arriva anche dalla curatrice della mostra, Biba Giacchetti: “Siamo rimasti stupiti dalla città di Forlì, la cui bellezza ha colpito anche Steve, che ha visitato tanti luoghi, dai quali sono arrivate idee per portare avanti una collaborazione. I risultati che abbiamo visto sono legati alla fertilità e reattività di questo territorio che abbiamo toccato con mano durante Settimana del Buon vivere. Entrare in punta di piedi in questo luogo, il San Domenico, che ha ospitato grandissimi artisti, è stato  per noi un onore”. Peter Bottazzi, che ha curato l'allestimento, creato su misura come in ogni mostra del fotorepotrer, ricorda “la percezione, mentre eravamo dentro a lavorare, che fuori stessero succedendo tantissime cose”. 

Il presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi  di Forlì, Roberto Pinza ha sottolineato come la straordinarietà dei risultati non sia solo legata al numero dei visitatori, ma “al modo di stare, anche con la lunghe file, e agli stili di partecipazione, ai maggiori pernottamenti nella città. Da questo dobbiamo trarre spunti per ragionamenti sulle altre iniziative”. Anche il sindaco di Forlì, Davide Drei, è sulla stessa linea: “Si tratta di un'evoluzione dell'offerta culturale, nello specifico del complesso del san Domenico, che propone un sistema non più legato ad un evento unico, ma ad un'articolazione di eventi, che ci portano a parlare di 'sistema San Domenico'. Questa città è in grado di raccogliere la sfida, ora dobbiamo lavorare sul marketing territoriale, non solo di Forlì e della provincia, ma mi auguro di tutta la Romagna”.

I NUMERI - I dati sono stati affidati al direttore di Civita, Alberto Rossetti: “Noi non siamo così stupiti di questo successo: McCurry è una vera pop star, che ci ha consentito un'operazione che non ha eguali in Italia, con  8 mostre in 8 anni, tutte diverse per tema,  con un totale di 700mila visitatori. Ora puntiamo al milione”. I numeri assoluti per Forlì sono alti: 75.543 visitatori, con il picco di 5.782 nella sola settimana dell'Immacolata. Una media giornaliera di 839, che è schizzata a 2.500 nelle due settimane delle festività che hanno raccolto circa 30mila visitatori. Circa la metà di chi è venuto al San Domenico, arrivava dal territorio provinciale,  mentre il 29% per la prima volta approdava a Forlì. Il 40% dei visitatori che è giunto da fuori provincia ha pernottato sul territorio (il 21% fermandosi per oltre 3 notti).

Il pubblico femminile è stato il 58% e ben un 45% quello tra i 25 e i 44 anni, dato decisamente insolito, se si considera che normalmente la maggior parte dei visitatori delle mostre è nella fascia 45-65 anni. A questo si aggiunge il 16% di minori di 24 anni. Studenti e impiegati le professioni più rappresentate. 

Un neo che è emerso, considerando circa una metà di persone provenienti dal territorio, è che il 40% dei visitatori veniva per la prima volta al San Domenico. L'89% è venuto in città per la mostra, i cui principali canali 'pubblicitari' sono stati il passaparola e internet. Solo il 19%, però, aveva intenzione di visitare altro in città o nei dintorni. Altra ombra il modo in cui si è raggiunta la mostra: il 75% è arrivato in auto o con altro mezzo privato, il 9% a piedi, in bicicletta o autobus e il 16% in treno.

La dirigente dei musei comunali, Cristina Ambrosini, ammette che “ci sono diversi punti su cui c’è da lavorare. Con questa mostra abbiamo intercettato una fascia di pubblico che i musei difficilmente riescono ad attrarre, ovvero i giovani.  Dobbiamo lavorare per garantire un servizio continuativo”. Conclude l’ideatrice della Settimana del Buon vivere, Monica Fantini: “Il territorio vuole essere elaboratore di un nuovo pensiero di relazione e coesione,  per parlare di quello che vogliamo essere.  Questo evento ha messo in evidenza le  cose positive che ci sono, ma che si possono mettere maggiormente in rete”. 
 

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