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Forlì e l’Art Decò, "Vi stupiremo nuovamente". Già 30mila prenotazioni

L'Art Decò è stata come l'esplosione di una Supernova, a partire dal 1923, poi esauritasi già nel 1929. "Il fenomeno è continuato anche dopo e fino al 1940, soprattutto negli Stati Uniti, ma senza più la creatività iniziale"

GIOCO DI SQUADRA - Anche il Sindaco di Forlì Davide Drei si compiace del qualificatissimo gioco di squadra fra istituzioni alla base del successo delle rassegne al San Domenico: “Sono parte di un progetto più complessivo che si prefigge di elevare il sistema culturale e d’impresa cittadino, oltre alla qualità del vivere. Oggi si apre una nuova bellissima pagina per la nostra città”. Poi sale in cattedra il curatore di “Art Decò. Gli anni ruggenti in Italia”, Valerio Terraroli: “L’obiettivo che ci siamo posti nell’allestire questo percorso, è definire i confini di uno stile bellissimo, durato molto poco nella sua fase migliore, ma comunque in grado di dettare le basi del “made in Italy”, dello “stile Italia”.

L'Art Decò ai Musei San Domenico apre la mostra (foto di Alessandra Salieri)

L'ART DECO' - L’Art Decò è stata come l’esplosione di una Supernova, a partire dal 1923, poi esauritasi già nel 1929. “Il fenomeno è continuato anche dopo e fino al 1940, soprattutto negli Stati Uniti, ma senza più la creatività iniziale”. La Mostra forlivese avrà una declinazione prettamente italiana, perimetrando (espressione cara al professor Paolucci) il fenomeno dell’Art Decò con l’esposizione di arredi, ceramiche, vetri, metalli lavorati, tessuti, bronzi, stucchi, gioielli, argenti e abiti. A partire dal quadro Notte d’Estate di Luigi Bonazza e dal Busto femminile con scialle, opera in ceramica di Giò Ponti, per arrivare alla monumentale automobile Isotta Fraschini di Gabriele D’Annunzio (il Vittoriale, ultima residenza del Vate sul lago di Garda poi trasformata in museo, ha inviato ben 5 pezzi), fino all’Otre degli Efebi di Ponti, ai nudi femminili nella sezione della “Donna Decò” e all’Ebe del Canova, immersa per l’occasione nella “wunderkammer” di Alfredo Bagnasco, il percorso Art Decò forlivese è un preciso invito a scoprire appieno quella che in passato qualcuno ha definito arte minore: “Anche se oggetti nati dalla mani di artigiani – ammonisce Terraroli - si tratta sempre e comunque di arte. Non dimentichiamoci che è su quell’artigianato di gusto che è nata la produzione industriale di qualità che caratterizza l’Italia nel mondo. Il brand italiano non è solo moda ma intelligenza inventiva”.

L'inaugurazione della mostra Art Decò (foto di Alessandra Salieri)

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