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Altri due capolavori arrivano al San Domenico da Spagna e Usa: ecco il Goya

La mostra, che ha ormai preso corpo, presenta oltre ai 200 capolavori del maestro, 40 opere di confronto ai massimi livelli. Sono in mostra dipinti di Van Dick, Goya, Degas, Helleu, Modigliani

Ancora due arrivi importanti in mattinata ai Musei San Domenico, dove sale l'attesa per l'inaugurazione della mostra “Boldini, lo spettacolo della modernità”, che apre i battenti domenica, con l'anteprima per la stampa sabato. I due quadri sono arrivati dall'estero, Spagna e Stati Uniti per la precisione. Il primo dell'artista ferrarese, dalla collezione Getty, è giunto da San Francisco: “Ballerine spagnole al Moulin Rouge”, dipinto nel 1905.

Poi è stata aperta la cassa che conteneva il Goya: “Dona Tadea Arias De Enriquez”, in prestito dal Museo del Prado di Madrid. La mostra, che ha ormai preso corpo, presenta oltre ai 200 capolavori del maestro, 40 opere di confronto ai massimi livelli. Sono in mostra dipinti di Van Dick, Goya, Degas, Helleu, Modigliani. E poi De Nittis, Corcos, Zandomeneghi, De Tivoli, Signorini, Borrani, Cecioni, Troubetzkoy.

L'arrivo del Goya al San Domenico (Foto Alessandra Salieri)

Le prime sezioni, nelle sequenza delle sale al piano terra, saranno dedicate all'immagine dell’artista rievocata attraverso autoritratti e ritratti; alla biografia per immagini (persone e luoghi frequentati); all’atelier; alla grafica così rivelatrice della sua incessante creatività. Le sezioni successive, al primo piano, dopo il ciclo della “Falconiera”, ripercorreranno attraverso i ritratti di amici e collezionisti la grande stagione macchiaiola. Seguirà la prima fase successiva al definitivo trasferimento a Parigi, caratterizzata dalla produzione degli splendidi paesaggi e di dipinti di piccolo formato con scene di genere, legata al rapporto privilegiato con il celebre e potente mercante Goupil.

Si allestisce la mostra “Boldini, lo spettacolo della modernità” (foto di A.Salieri)

Avranno subito dopo un grande rilievo, anche per la possibilità di proporre confronti con gli altri italiani attivi a Parigi, come De Nittis, Corcos, De Tivoli e Zandomenenghi, le scene di vita moderna, esterni ed interni, dove Boldini si afferma come uno dei maggiori interpreti della metropoli francese negli anni della sua inarrestabile ascesa come capitale mondiale dell’ arte, della cultura e della mondanità. Seguiranno infine le sezioni dedicate alla grande ritrattistica che lo vedono diventare il protagonista in un genere, quello del ritratto mondano, destinato ad una straordinaria fortuna internazionale. A questo proposito costituirà una novità la possibilità di accostare per la prima volta ai suoi dipinti le sculture di Paolo Troubetzkoy in un confronto interessante sia sul piano iconografico che formale.

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