A Galeata "Antichi culti preromani fra Romagna e Casentino" in mostra
Dalle radici umbro-etrusche di Mevaniola, ai rapporti che hanno sempre legato l'alta valle del Bidente e la Romagna interna al versante toscano dell'Appennino. In mostra storie di riti e miti, di culti condivisi e linguaggi accomunati dal sacro: la mostra "Antichi culti preromani fra Romagna e Casentino. Luoghi misteriosi in cui l’uomo si è affidato alla dimensione del sacro", sarà visitabile da sabato 27 settembre a lunedì 8 dicembre, al Museo Civico "Monsignor Domenico Mambrini", via Borgo n. 22 a Pianetto di Galeata.
Salivano a uno specchio d'acqua sul monte Falterona, un luogo misterioso che come un vero “santuario d’altura” richiamava gli abitanti dei due versanti dell’Appennino. Per le antiche genti che popolavano il territorio alto bidentino quelle acque sorgive divennero presto luogo di culto e deposito di stipi votive, dove vivere il sacro ed entrare in contatto con il mondo etrusco, rinsaldati dalle comuni frequentazioni. È da quel luogo mistico, il Lago degli idoli, che arriva il corpus di eccezionali reperti etruschi - di norma conservati nel Museo Archeologico del Casentino “Piero Albertoni” di Bibbiena (AR) - fulcro della mostra “Antichi Culti preromani fra Romagna e Casentino”.
L'esposizione testimonia il senso della sacralità nel mondo antico e mette in luce i rapporti che legano l’alta valle del Bidente all’etnia etrusca nei secoli che precedono la fase di "colonizzazione" dell'età romana. Dalle sorgenti appenniniche le "vie d'acqua" sembrano disegnare le vie di penetrazione dal cuore della penisola, con tutto il loro carico di conoscenze e culture che si intrecciano e contaminano. Ecco allora esposti i corredi di Pianetto (Risecco), di Raggio (Santa Sofia) –provenienti dal Museo Archeologico Santarelli di Forlì- e di Voltre (Civitella di Romagna) ad affiancare gli straordinari reperti etruschi del Museo di Galeata, come il bronzetto equestre di VI sec. a C. Oltre a valorizzare le radici umbro-etrusche di Mevaniola, la città di cui Galeata è l'erede, la mostra rappresenta un'importante occasione per mettere in luce i rapporti che fin dall'antichità hanno legato l'alta valle del Bidente, e più in generale la Romagna interna, al versante toscano dell'Appennino.
La fitta trama dei rinvenimenti delinea sul territorio gli antichi percorsi di transito, mentre le profonde consonanze tra le popolazioni preromane centro-italiche sono evidenziate dall'adesione ad un linguaggio comune del culto, in cui la sacralità delle fonti e delle sorgenti appenniniche occupa un posto di primo piano.
Promossa da Comune di Galeata (FC), Comune di Bibbiema (AR), Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, Museo Civico “Mons. Domenico Mambrini”, Museo Archeologico "Antonio Santarelli" di Forlì e Museo archeologico del Casentino “Piero Albertoni”, l'esposizione è stata realizzata in quell'ottica di collaborazione istituzionale che caratterizza da anni l'operato dei soggetti pubblici e privati coinvolti a diverso titolo nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio archeologico di Galeata. La mostra nasce da un progetto comune con il Museo di Bibbiena, in cui sono conservati i reperti provenienti dal Lago degli idoli, ed è l'occasione per sperimentare un sistema museale tra le due Istituzioni che si prefigge di proseguire il cammino intrapreso dando vita, nel corso del prossimo anno, ad una mostra a Bibbiena che avrà come filo conduttore la permanenza del senso di sacralità nel tempo, declinato quale motivo determinante nella scelta degli eremi, come nel caso di Ellero e della abbazia da lui fondata.
La mostra rimarrà aperta fino all’8 dicembre 2014, sabato e domenica 9.30-12.30/15.00-18.00 – anche aperture su richiesta e prenotazione. Per info: Ufficio Cultura del Comune di Galeata Tel. 0543.975428-975429 - e-mail cultura@comune.galeata.fc.it