Quattro mostri sacri della musica interpretano Luc Ferrari
Area Sismica torna a occuparsi degli “Exercises d’improvisation” del compositore francese Luc Ferrari (scomparso nel 2005), questa volta attraverso l’interpretazione di un quartetto di altri mostri sacri della musica del presente, quali Giancarlo Schiaffini, Walter Prati, Francesca Gemmo, Sergio Armaroli, di cui vi è già traccia nel cd prodotto dall’etichetta Dodicilune. Appuntamento domenica 27 gennaio, alle ore 18.
Luc Ferrari (Parigi, 1929 – Arezzo, 2005) è stato un compositore francese. Ha studiato pianoforte con Alfred Cortot, analisi musicale con Olivier Messiaen e composizione con Arthur Honegger. I suoi primi lavori sono liberamente atonali. Nel 1954 Ferrari va negli Stati Uniti dove incontra Edgard Varèse, del quale aveva sentito alla radio Déserts, opera che lo aveva notevolmente impressionato. Fu infatti questa composizione ad ispirare Ferrari nell'uso del nastro magnetico per le proprie musiche.
Nel 1958 fonda con Pierre Schaeffer e François-Bernard Mâche il Groupe de Recherches Musicales. Ha insegnato presso svariate istituzioni in tutto il mondo, lavorando anche per il cinema, il teatro, la radio.
Nei primi anni Sessanta Ferrari inizia a lavorare sul suo Hétérozygote, un pezzo per nastro magnetico. L'uso di suoni ambientali è finalizzato a suggerire una drammatizzazione narrativa. L'impiego di registrazioni ambientali divenne tratto distintivo del linguaggio musicale di Ferrari. In quegli anni teorizza la musica aneddotica: ponendo le sue radici nella musica concreta, Ferrari mette in risalto l'aspetto aneddotico e narrativo dei suoni registrati.
Sottolinea la moglie Brunhild Meyer-Ferrari nelle note di copertina: «È la società in ogni suo aspetto (rivolta, gioia, sofferenza, intimità e amore) il fondamento stesso dei temi che lo preoccupano e che traduce nelle sue creazioni. Ognuna delle sue creazioni implica, dunque, queste emozioni contraddittorie. Gioioso di natura e amante della risata esprime i suoi sentimenti con umorismo, ma anche con derisione e autoironia. Perdere l’umorismo fu per la sua vita un grave trauma e lui lo combatté con forza – prosegue – Luc non si era mai piegato alle esigenze del mondo della musica, né classica, né “contemporanea”. Dal momento che egli non appartiene a nessuna categoria estetica stabilita o in voga, gli organizzatori sembrano perplessi non sapendo a quale categoria assegnare la sua opera. Inoltre, quest’uomo sempre elegante, amabile e sorridente, non poteva essere preso sul serio per il suo umorismo da quelli che volentieri lo consideravano un tipo poco serio – si continua a leggere –. Uno dei suoi beni più preziosi. Terminata un’opera, non esitava ad avventurarsi in un’esperienza e in un ambito che non aveva ancora esplorato».
Ingresso 12 euro