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Modigliana, Muti lancia l'appello: "La cultura per tornare grandi"

L'icona mondiale della musica ha celebrato a Modigliana i 200 anni della banda. A sorpresa ha diretto anche il brano finale del concerto del corpo bandistico. E ha lanciato un appello: "La cultura è la chiave per tornare primi nel mondo"

Una giornata storica quella di venerdì 7 settembre 2012 per Modigliana. In primo luogo per i 200 anni della banda e poi perchè per la prima volta a dirigerla è arrivato il maestro dei maestri, Riccardo Muti. Il celeberrimo direttore d'orchestra è stato l'ospite d'onore delle celebrazioni, intrattenendosi nel paese della valle del Tramazzo per un paio d'ore.

Riccardo Muti a Modigliana



A riceverlo, davanti al palazzo del Comune, il sindaco Claudio Samorì, la banda al gran completo che ha omaggiato il maestro con alcuni brani in strada, davanti al Comune e alla chiesa di San Bernardo. E poi tantissimi cittadini, modiglianesi e tredoziesi (Muti è stato insignito della cittadinanza onoraria di Tredozio nel 1992).

Dopo i convenevoli di rito e alcuni minuti trascorsi ad ammirare i quadri viventi di Silvestro Lega, una delle tante attrazioni delle Feste dell'Ottocento, Muti è stato accompagnato dentro la chiesa germita di pubblico, accolto da una autentica ovazione. Poi è cominciato il concerto della banda:  otto brani eseguiti sotto lo sguardo vigile dell'icona mondiale della musica, al termine dei quali Muti ha preso la parola, preceduto dal sindaco e da una serie di premiazioni (tra cui quelle dei quattro direttori d'orchestra che hanno diretto il corpo bandistico).

"Sono cresciuto con il suono delle bande - ha raccontato il maestro - nella mia Molfetta, in Puglia, dove venni trasferito poco dopo la mia nascita, avvenuta a Napoli. Grazie alle bande ho cominciato a sentire le sinfonie di varie opere liriche, che era l'unico modo per poter ascoltare quel tipo di musica: all'epoca il grammofono era già una cosa rara e dunque la musica si è imparata grazie alle bande". Addirittura, ha scherzato Muti, "ho imparato la marcia funebre i Beethoven seguendo i funerali in cui suonava la banda e ancora oggi certe volte quando dirigo ricordo il ritmo di quei passi in coda ai cortei...".

Accompagnato dalla moglie Cristina Mazzavillani Muti (presidente del Ravenna Festival), Muti è apparso in grande forma e di buon umore. Tanto da riprendere subito qualcuno che nella banda rumoreggiava un po' troppo: "Quando parlo davanti a un orchestra assumo sempre l'atteggiamento del direttore, per cui mi arrabbio se qualcuno parla mentre parlo io", ha ammonito tra le risa e gli applausi della sala stracolma di gente.

"Le bande sono fondamento della cultura - ha detto poi Muti, da tempo strenuo difensore delle tradizioni e dell'attività dei corpi bandistici in tutta Italia - e la cultura, purtroppo, in Italia è diventata quasi una parola vuota. Eppure è quella chiave che servirebbe per ridare al nostro Paese quel primato che non abbiamo più!".

Al termine del discorso di Muti, è stato il sindaco Samorì ha prendere il coraggio a due main e a chiedere quel che tutti sognavano, ma che nessuno ha osato domandare: "Maestro... noi pensiamo che i ragazzi della nostra banda sarebbero onorati se potessero suonare un brano... diretto da lei!". Attimi di silenzio, un pizzico di imbarazzo, l'espressione perplessa del maestro; che poi acconsente, dà uno sguardo allo spartito e sale sul podio. Con un movimento ampio e repentino, tipico del suo stile di direzione, dà il là alla banda e l'inno nazionale irrompe con tutta la sua forza: e con la magia di una giornata che Modigliana non dimenticherà mai.
 

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