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Danni da fauna alle coltivazioni, Coldiretti: "La Regione è immobile"

"Gli Atc – ricorda Coldiretti - per la loro funzione, sono i soggetti maggiormente coinvolti nella gestione faunistico venatoria dei territori di caccia, ma anche delle attività di controllo della fauna nelle zone di protezione"

"Aver denunciato pubblicamente la ‘gestione fallimentare della fauna selvatica, cinghiali in primis, a carico dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, l’ente preposto alla regolamentazione dell’Attività Faunistico-Venatoria, pur nel perdurante immobilismo dell’ente regionale, sembra aver finalmente ‘smosso le acque’, generando quella collaborazione fattiva con le tante energie positive presenti sul territorio provinciale che andavamo auspicando da lungo tempo". Così Coldiretti Forlì-Cesena, denunciando lo "squilibrio faunistico che caratterizza i nostri territori".

"Gli Atc – ricorda Coldiretti - per la loro funzione, sono i soggetti maggiormente coinvolti nella gestione faunistico venatoria dei territori di caccia, ma anche delle attività di controllo della fauna nelle zone di protezione". "C’è chi, come noi e i nostri allevatori e coltivatori – afferma Andrea Ferrini, presidente Coldiretti Forlì-Cesena - dimostra di avere a cuore il presidio e la difesa  del territorio, garantendo la sicurezza e la bellezza del paesaggio che hanno come presupposto ineludibile la certezza per le nostre aziende di avere garantita la possibilità di dare continuità alle loro attività. Ricordiamo anche che la nostra agricoltura di collina e di montagna rappresenta una vera e propria eccellenza anche sotto il profilo produttivo. Sono numerose le aziende condotte da giovani imprenditori che vedono il loro futuro in questo settore e hanno fatto importanti investimenti per renderle competitive; in molti casi si sono anche convertite al biologico sia per le produzioni vegetali che per gli allevamenti".

"I primi provvedimenti locali – sottolinea ancora Ferrini – adottati su richiesta dei Sindaci di Santa Sofia, Premilcuore e Bagno di Romagna, quanto mai urgenti e necessari alla tutela delle produzioni agricole e zootecniche locali, sono un segnale importante per chi, imprenditori agricoli e allevatori, è ormai totalmente alla mercé di cinghiali e altri selvatici". "Speriamo – aggiunge Anacleto Malara. drettore Coldiretti Forlì-Cesena - in una vera e propria boccata di ossigeno, ma il risultato finale è legato alla efficacia delle attività di controllo che la Regione ha autorizzato in via straordinaria nelle zone di caccia maggiormente colpite dalla calamità e, aspetto non trascurabile, all’impegno operativo affidato ai cacciatori abilitati”.

"I problemi maggiori - prosegue Coldiretti - già drammatici sui terreni coltivati nelle zone interne o vicine alle varie Oasi di protezione della fauna selvatica quest’anno hanno raggiunto livelli molto preoccupanti anche in aree più lontane con branchi di cinghiali numericamente impressionanti che a due mesi dalla conclusione della caccia   non si erano mai visti". "In gioco non c’è solo la garanzia del diritto all’esercizio di impresa -conclude il presidente - ma anche il diritto alla sicurezza degli automobilisti, spesso vittime di incidenti provocati proprio dagli ungulati, e della vita nelle campagne. Occorre dunque proseguire lungo la strada intrapresa sul territorio dagli enti locali in sinergia con gli agricoltori e gli ATC, strada alla quale la Regione dovrà dare una strutturazione più definita con norme gestionali ed operative delle politiche di controllo più semplici tali da garantire maggiore applicabilità ed efficacia".
 

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