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Rifiuti da fuori regione, Forlì si mette in moto contro il decreto "Sblocca Italia"

In una nota congiunta, a firma del sindaco Davide Drei e dell'assessore Alberto Bellini, viene annunciata "una grande manifestazione pubblica nella quale presenteremo le forme di opposizione ferma che adotteremo"

Forlì si mette in moto contro l'articolo 35 del decreto Sblocca Italia, che prevede l'aumento di capacità degli inceneritori esistenti, la loro trasformazione in impianti energetici e la possibilità di trattare rifiuti da altre Regioni senza la necessità di pareri degli Enti locali. In una nota congiunta, a firma del sindaco Davide Drei e dell'assessore Alberto Bellini, viene annunciata "una grande manifestazione pubblica nella quale presenteremo le forme di opposizione ferma che adotteremo, oltre al ricorso contro il provvedimento, qualora venisse approvato in questa forma dagli organi parlamentari".

Per Drei e Bellini "il decreto legge Sblocca Italia, approvato dalla Commissione Ambiente sabato scorso, insieme a provvedimenti legittimi e importanti dell'azione di Governo e Parlamento per le quali si esprime una valutazione positiva, contiene però alcune scelte su energia, rifiuti e consumo di suolo opposte e contrarie alla riduzione di impatti su ambiente e clima, riduzione necessaria e doverosa. In particolare, l'articolo 35 del decreto prevede l'aumento di capacità degli inceneritori esistenti, la loro trasformazione in impianti energetici e la possibilità di trattare rifiuti da altre Regioni senza la necessità di pareri degli Enti locali".

Gli amministratori forlivesi chiedono "ai cittadini, alle associazioni economiche, culturali e ambientaliste, alla comunità scientifica e alle forze politiche di unirsi a noi per opporsi a questo provvedimento in modo civile e fermo. Un'opposizione che non nasce da visioni localistiche o ideologiche ma da valutazioni economiche e sociali. L'impianto di via Grigioni, sulla base del provvedimento, sarebbe trasformato in un impianto energetico, in grado di trattare almeno 180.000 tonnellate di rifiuti, oltre il doppio di quelli che saranno prodotti nella nostra Provincia, secondo le stime della Regione Emilia-Romagna".

"Il Governo  - illustrano il sindaco e l'assessore - ha approvato questo provvedimento per cercare una soluzione ai problemi delle Regioni in emergenza per i rifiuti che vengono avviati a smaltimento in discariche in esaurimento. Il Governo ha chiesto a chi si opponeva di fare proposte alternative. Proposte sono state formulate in documenti inviati prima al Governo Letta e recentemente al Governo Renzi, documenti sottoscritti da tutti i territori della Regione e sostenuti in sede di conferenza Stato-Regioni dalla maggioranza delle Regioni italiane".

"Nel 2013 Calabria, Sicilia e Lazio la percentuale di raccolta differenziata è stata del 14.7%, 13.4%, 26.1% rispettivamente. Avviare i loro rifiuti indifferenziati negli impianti di Emilia-Romagna e Lombardia, oltre a risolvere solo parzialmente il problema, perché la sovra-capacità è comunque inferiore alle quantità di rifiuti prodotti, è una soluzione economicamente insostenibile - aggiungono -. Aumentare il riciclo e recupero di materia di 15 punti percentuali si tradurrebbe, a livello nazionale, in un risparmio annuo di oltre 600 milioni di euro, invece, trattare i rifiuti indifferenziati a oltre 1000 km di distanza significa elevati costi di trasporto e perdita di materia prima seconda per le attività produttive".

"Tra il 2004 e il 2006 gli amministratori forlivesi hanno approvato la realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento rifiuti urbani, pur di fronte a una divisione netta tra i cittadini, perché era ed è previsto dalle autorizzazioni vigenti che l'impianto fosse destinato al trattamento dei rifiuti urbani prodotti dal territorio, e che la sua capacità si sarebbe ridotta nel caso di riduzione rifiuti indifferenziati - concludono -. Modificare queste condizioni è inaccettabile. Organizzeremo una grande manifestazione pubblica nella quale presenteremo le forme di opposizione ferma che adotteremo, oltre al ricorso contro il provvedimento, qualora venisse approvato in questa forma dagli organi parlamentari".

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