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Sblocca Italia, gli ambientalisti: "E' un grave pericolo per l'integrità del territorio"

Il Tavolo delle Associazioni Ambientaliste di Forlì ha inviato una lettera inviata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al premier Matteo Renzi e al ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti

Il decreto legge “Sblocca Italia” "costituisce un grande pericolo per la tutela dell’ambiente e per l’integrità del territorio". E' quanto afferma il Il Tavolo delle Associazioni Ambientaliste di Forlì in una lettera inviata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al premier Matteo Renzi e al ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti. "Tutto l’articolato inerente energia, rifiuti, consumo di suolo, patrimonio culturale architettonico ed archeologico - afferma il coordinatore Alberto Conti - destabilizza l’attuale normativa di salvaguardia dei beni ambientali e vanifica il controllo, la prevenzione e la repressione delle violazioni da essa previste".

Per gli ambientalisti "viene di fatto annullato dal decreto legge ’impianto legislativo faticosamente costruito nel corso di decenni. Si ricorre in modo generalizzato al criterio del silenzio/assenso del Mibact, assegnando un ruolo discrezionale e decisionale al Consiglio dei Ministri in caso  di divergenze fra gli Enti delle Conferenze di Servizi". Inoltre "si semplificano le procedure relative alla vendita del patrimonio pubblico in disuso e si apre la strada alla svendita indiscriminata dei beni demaniali, favorendo così gli investitori privati che potranno acquisirli a prezzo di saldo".

Viene evidenziato come "i piani urbanistici e paesaggistici non hanno più valore cogente e quindi vengono delegittimati  gli organismi di tutela". Inoltre "viene sancito il principio del “decisore unico”, vale a dire o un Commissario preposto ad hoc per la realizzazione di una determinata opera o lo stesso Consiglio dei Ministri in caso di dissensi, con lo scopo di far passare sempre e comunque opere e lavori". Per il ambientalisti "il consumo di territorio verrà, quindi, enfatizzato senza alcun limite col pretesto di generare occupazione, in realtà danneggiando un patrimonio collettivo già pesantemente  degradato e consumato. Non si tiene conto del fatto che l’uso del suolo deve sempre essere un atto di responsabilità sociale nel rispetto dell’ambiente e della salute e non essere considerato sempre e comunque a disposizione di interessi imprenditoriali privati".

Inoltre "vengono previste attività di trivellazione generalizzate ed impattanti per la ricerca di idrocarburi, che già è noto sono in modica quantità nel sottosuolo italiano, con danni ambientali certi e documentabili sia in terra che in mare, ipotecando anche interi territori come ad esempio quello della Basilicata, interessato per ¾ dalle future “servitù petrolifere”. "Viene consentito ai concessionari autostradali di ottenere senza gara il rinnovo dei propri diritti concessori, in deroga alla pianificazione urbanistica e alle autorizzazioni paesaggistiche", aggiungono gli ambientalisti.

Infine "vprevisti nuovi inceneritori su tutto il territorio e l’utilizzo intensivo di quelli esistenti, tutelando quindi solo gli interessi delle grandi multi utility e dei loro profitti basati sull’incenerimento, anziché incentivare la riduzione, la raccolta differenziata, il riuso e il riciclo dei rifiuti imposti dall’Unione Europea a tutela della salute pubblica e senza tener conto del divieto della stessa Unione Europea di incenerire i rifiuti riciclabili dopo il 2020".

Il Tavolo delle Associazioni Ambientaliste di Forlì chiede quindi il ritiro del decreto legge "in quanto incostituzionale essendo in violazione dell’articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana, e gravemente lesivo di “beni comuni” indispensabili alla collettività per un armonico progresso sociale, civile, culturale, economico, ambientale e della salute pubblica, nonché lesivo della concorrenza". Inoltre "si riserva di promuovere la più ampia partecipazione atta a contrastare il decreto legge fortemente distorsivo di fondamentali diritti dei cittadini, in particolare per quanto riguarda il territorio forlivese di porre in atto con coerenza le decisioni già assunte in direzione di un futuro post incenerimento".

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