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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La Terra ha la febbre e la Romagna rischia di finire sott'acqua: "Il mare a Forlì? Fa un certo effetto pensarlo"

Con il nuovo Rapporto Speciale sul Riscaldamento Globale di 1,5°C redatto dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), gli scienziati lanciano un messaggio chiaro

Aprire la finestra e trovare il mare. Nel film "Segni Particolari: Bellissimo" è memorabile la scena che vede Adriano Celentano convincere un professore di una scuola di hostess scoprire un centro di Milano tinto di acqua azzurra. Chiudete per un istante gli occhi ed immaginatevi una Forlì bagnata dall'Adriatico, con una piacevole brezza e il volo dei gabbiani. Di ironico, come nel film, o di romantico però c'è ben poco. E' la fotografia di uno scenario apocalittico che potrebbe concretizzarsi qualora non si corra subito ai ripari. Gaia, la Terra, ha la febbre alta. Con il nuovo Rapporto Speciale sul Riscaldamento Globale di 1,5°C redatto dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), gli scienziati lanciano un messaggio chiaro: è necessario limitare il riscaldamento globale a 1,5°C attraverso un cambiamento rapido di rotta, in tutti gli aspetti della società.

Il Rapporto speciale sul Riscaldamento Globale di 1,5°C costituisce la base di lavoro per la prossima Cop 24 (Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) di dicembre a Katowice (Polonia), dove verrà fatto il punto sull’Accordo di Parigi approvato nel 2015. L'accordo, adottato da 195 nazioni alla 21 Conferenza delle Parti dell'UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change, Convenzione quadro sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite) nel dicembre 2015, conteneva l'obiettivo di rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici "mantenendo l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto al periodo pre-industriale e perseguendo sforzi per limitare l'aumento della temperatura a 1,5°C sopra i livelli del periodo pre-industriale".

L'aumento delle temperature e il graduale scioglimento dei ghiacciai polari spaventano non poco. Le simulazioni parlano chiaro. Prima della fine del secolo molte aree della bassa ravennate e del ferrarese potrebbero finire sott'acqua. Ma con un'anomalia ancora più forte l'Adriatico si porterebbe a pochi chilometri da Forlì. Il futuro del pianeta, dell’ambiente, delle economie e delle società è strettamente legato ai cambiamenti climatici. Una sfida urgente e potenzialmente irreversibile. La temperatura del globo avrà infatti un ruolo assolutamente primario su questi impatti, e le attività umane saranno fondamentali per contenere l’innalzamento della temperatura.

Pierluigi Randi, tecnico meteorologo di Emilia Romagna Meteo, serve un cambiamento rapido di rotta?
Secondo il nuovo report i prossimi 10 anni saranno determinanti: se continuiamo ad emettere gas serra ai ritmi attuali, raggiungeremo +1,5°C di anomalia termica globale nel 2040, che non è poi lontanissimo. Il nuovo lavoro conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, la solidissima base su cui si fonda il lavoro del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), mostrandone la portata e la rilevanza politica. In base al report limitare il riscaldamento globale a 1,5°C richiede cambiamenti rapidi, lungimiranti e senza precedenti in tutti gli aspetti della società, ma porterebbe benefici per le persone e per gli ecosistemi naturali e potrebbe condurci verso una società più sostenibile ed equa.

Ma il cambiamento è già in atto...
Il problema è che stiamo già sperimentando adesso le conseguenze di un riscaldamento globale di 1°C quali, tra l'altro, l'aumento di eventi meteo estremi, innalzamento del livello del mare, e la diminuzione del ghiaccio marino in Artico. Non sarà affatto semplice e nemmeno scontato riuscire a raggiungere questo impegnativo obiettivo, poichè limitare il riscaldamento globale a 1,5°C richiederebbe "rapide e lungimiranti" transizioni in molti settori quali suolo, energia, industria, edilizia, trasporti, e pianificazione urbana. Forse “i buoi sono già scappati” e dobbiamo fare in modo di limitare il più possibile i danni, che già ci sono e che saranno in un futuro prossimo ancora più evidenti.

E' una missione impossibile?
Quasi. Ma abbiamo il dovere di provarci, e ciò riguarda soprattutto coloro che hanno “il comando delle operazioni”, ovvero il mondo politico. Serviranno decisioni molto impopolari, sgradite ai più, e di difficile attuazione per non incorrere in sollevazioni popolari, ma non ci sono altre via d’uscita. Pagheremo la “leggerezza” con la quale il mondo sociale e politico ha sottovalutato l’allarme climatico, già messo in evidenza dal mondo scientifico in tempi non sospetti (fine anni ‘80).

IL MARE FINO A POCHI CHILOMETRI DA FORLI'? ==> ECCO COSA DICE L'ESPERTO

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