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Meteo, esplode l'estate. L'analisi dell'esperto: "Sarà più calda del normale"

A cedere il testimone una primavera particolarmente calda e avara di precipitazioni. Il tutto nonostante l'episodio freddo avvenuto tra il 19 e il 22 aprile

Con giugno è iniziata l'estate meteorologica. A cedere il testimone una primavera particolarmente calda e avara di precipitazioni. Il tutto nonostante l'episodio freddo avvenuto tra il 19 e il 22 aprile, con temperature minime decisamente al di sotto della norma e con gelate notturne in campagne. "Il cambiamento climatico - spiega Pierluigi Randi, tecnico meteorologo di Emilia Romagna Meteo - comporta effetti che si sono puntualmente presentati nella primavera da poco conclusa: stagioni o fasi climatologiche sempre più calde (su scale spaziali e temporali molto estese) ma con presenza, talora, di brevi episodi meteorologici di segno inverso, anche severi in qualche circostanza". Ed ora l'esplosione dell'estate, che si annuncia più calda delle norma.

E' stata una primavera piuttosto calda, conferma?
In effetti sì: la primavera 2017 è stata la più calda dal 1950 in coabitazione con quella del 2007, entrambe con un’anomalia di temperatura media di ben 2°C rispetto al riferimento climatologico di periodo 1971-2000. Due gradi di anomalia termica distribuiti su un periodo stagionale (trimestre) rappresentano un dato di anomalia estrema. Particolarmente miti, se non proprio caldi, sono risultati i mesi di marzo (anomalia termica media regionale di +2,9°C, ovvero il marzo più caldo degli ultimi 100 anni) e di aprile (+1,9°C, vale a dire il settimo aprile più caldo dal 1950). Maggio, pur con anomalia termica più contenuta, ha comunque superato il grado di scarto dalla norma 1971-2000 (+1,1°C), contribuendo anch’esso alla determinazione di un trimestre primaverile estremamente caldo.
 
Ed è piovuto anche poco....
Sotto il profilo delle precipitazioni la primavera 2017 è risultata poco piovosa, con un’anomalia pluviometrica negativa del 27%, ovvero quasi un terzo in meno delle precipitazioni che si dovrebbero avere in questa stagione, che, ricordiamo, è statisticamente la seconda più piovosa dell’anno dopo l’autunno. Particolarmente scarse sono state le precipitazioni occorse in marzo (-66,1%) ed aprile (-31,9%), mentre il modesto surplus di maggio (+9,8%) non è stato sufficiente a bilanciare l’anomalia negativa accumulata nei due mesi precedenti.

Da non dimenticare poi l'episodio freddo di metà aprile con gelate. Qual è la sua considerazione in merito?
Sotto certi aspetti la primavera 2017 verrà ricordata soprattutto per un evento di segno opposto a quello caldo, ovvero per i notevoli danni alle coltivazioni provocati dalla fase fredda intercorsa all’incirca tra il 19 ed il 22 aprile, quando le temperature minime scesero anche sotto lo zero, specie nelle aree di pianura del lughese, faentino e forlivese. Un evento meteorologico “freddo” di notevole estensione territoriale e magnitudine all’interno però di una stagione caldissima. Ecco, il cambiamento climatico comporta effetti che si sono puntualmente presentati nella primavera da poco conclusa: stagioni o fasi climatologiche sempre più calde (su scale spaziali e temporali molto estese) ma con presenza, talora, di brevi episodi meteorologici di segno inverso, anche severi in qualche circostanza. Maggiore variabilità quindi e maggiore vocazione ad eventi “estremi”, ma con netta supremazia di quelli “caldi”, quantomeno se rimaniamo nel campo termico. Insomma il succedersi delle stagioni nell’epoca attuale sta confermando e rafforzando ciò che gli “addetti ai lavori” e modelli di clima vanno affermando e sottolineando da tempo.

Le previsioni stagionali hanno rispecchiato l'andamento reale?
Fondamentalmente sì, nel senso che il segnale stagionale era diretto verso un trimestre ben più caldo rispetto alla norma; ovviamente episodi freddi come quello occorso in aprile sono eventi meteorologici di breve periodo che non possono essere previsti con l’approccio adottato per gli scenari stagionali, ma nel complesso le indicazioni sulla primavera sono risultate corrette.

L'estate meteorologica è partita col "solleone". A che stagione andiamo incontro? Ci sarà da soffrire?
Anche in questo caso il segnale che si può scorgere dai forecast stagionali è rivolto verso una stagione più calda del normale, cosa del resto che avviene con regolarità disarmante da almeno 20 anni per quanto concerne la stagione estiva (quella che più delle altre si è “riscaldata”) salvo rare eccezioni. Pertanto gli scenari caldi sono in netta maggioranza su quelli normali o freschi, per cui possiamo attribuire all’estate 2017 una medio-alta probabilità che chiuda più calda rispetto ai valori normali di clima. Difficile stabilire di quanto potrà essere più calda, ma in questi casi è più importante cogliere il segnale di fondo, e quello appare abbastanza chiaro, anche se non si deve mai dimenticare che questo tipo di previsione è ancora soggetto a margini di errore discretamente ampi.

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