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Sfuriata dall'Artico, parla l'esperto: "Sarà una domenica da lupi". E la neve cadrà copiosa in collina

Un'irruzione di aria fredda di matrice artica investirà in pieno la Romagna, portando freddo, piogge abbondanti e addirittura la neve fino a bassa quota

Giubbotti, berretti e guanti sono da tirare alla svelta fuori dagli armadi. Perchè le previsioni meteo annunciano una domenica da "lupi". Un'irruzione di aria fredda di matrice artica investirà in pieno la Romagna, portando freddo, piogge abbondanti e addirittura la neve fino a bassa quota, abbondante sull'entroterra. Un evento decisamente insolito in questa stagione, una sorta di colpo di coda dell’inverno, che entrerebbe di diritto nei libri storici della meteorologia.

Questa sfuriata artica tardiva potrebbe risultare eccezionale per il periodo soprattutto nelle località appenniniche, dove è raro vedere scendere la neve in modo così copioso a maggio. Per trovare un simile episodio bisogna andare molto indietro nel tempo, addirittura al maggio del 1957. Pierluigi Randi, tecnico meteorologo di Emilia Romagna Meteo e vicepresidente dell'associazione di meteorologici professionisti Ampro, analizza nel dettaglio cosa bisogna attendersi per il fine settimana e nei giorni a seguire.

Randi, incombe un'importante ondata di maltempo: è confermata?
Sostanzialmente si, già tra venerdì e sabato si avrà qualche fenomeno sparso a carattere anche di rovescio o temporale, anche se non mancheranno periodi di sole; tuttavia la fase più intensa è attesa nella giornata di domenica, specie tra pomeriggio e sera, quando le precipitazioni tenderanno a divenire diffuse su tutto il territorio.

A cosa è dovuta questa discesa di aria fredda?
Alla rimonta di un vasto promontorio di alta pressione fino alle latitudini della Groenlandia che bloccherà le correnti occidentali; di riflesso una colata di aria artica si dirigerà dal polo verso l’Europa centrale ed infine, sebbene attenuata, fino al Mediterraneo centrale inclusa la nostra penisola.

Cosa dobbiamo attenderci a partire da sabato?
Inizialmente qualche pioggia o rovescio anche temporalesco, specie sui rilievi, nella giornata di sabato, ma con temperature ancora normali per il periodo. Domenica peggioramento a partire da ovest con piogge e rovesci in estensione dal pomeriggio su tutto il territorio, mentre la quota neve scenderà rapidamente causa l’ingresso della massa d’aria più fredda. 

Domenica sarà una giornata dal sapore invernale?
Sostanzialmente sì. A parte le precipitazioni nel pomeriggio di domenica le temperature saranno ovunque sotto i 10 gradi; localmente sotto i 5 nella fascia di pianura pedecollinare tra imolese, faentino e forlivese; inoltre soffieranno venti da NW anche forti (da NNE su costa ferrarese e ravennate) che accentueranno la sensazione di freddo. Potrebbe essere un giorno “da lupi” insomma.

Di quanto risulteranno inferiori alla media le temperature?
Le massime potranno risultare inferiori anche di 8-10°C rispetto alla norma del periodo, specie sui rilievi appenninici; mentre le minime scenderanno decisamente solo dopo il passaggio perturbato, presumibilmente tra lunedì e martedì.

Si attendono precipitazioni importanti?
Durante l’intera fase perturbata gli accumuli potrebbero portarsi in un range compreso tra 40 e 50 millimetri nelle zone di pianura, anche localmente superiori in caso di rovesci, che saranno peraltro probabili, che corrisponderebbero a due terzi della pioggia normalmente attesa in maggio. Il suddetto scenario è formulato in base alla previsione di ensemble del modello europeo ECMWF su scala regionale; ma a scala più ridotta, cioè locale, i quantitativi potrebbero essere diversi, sia in eccesso che in difetto.

E plausibile qualche fiocco a quote di bassa collina?
É più che una probabilità. Certamente sopra i 500-600 metri la neve appare assai probabile, specie tra il pomeriggio e la serata di domenica. Più in basso dipenderà dalla effettiva intensità delle precipitazioni, ma in caso di intensi rovesci non si possono escludere “sorprese” anche a quote più basse.

A quote di alta collina occorre preparare nuovamente gli spazzaneve invece…
Molto probabilmente sì; sopra i 500 metri, ed in particolare tra i 700 ed i 1000 metri non si possono escludere accumuli tra i 20 ed i 30 centimetri, con massimi verso i 1000 metri.

E per quanto concerne la ventilazione cosa bisogna attendersi?
I venti, che dapprima saranno meridionali con oscillazioni tra SW e SE, ruoteranno bruscamente a nord; più probabilmente NW sulle zone interne e riminese, e da nord-nord-est su costa ferrarese e ravennate, con raffiche anche fino ai 60-70 km/h; tuttavia non dovremmo raggiungere i picchi occorsi nella burrasca di fine marzo.

Quanto durerà questa sfuriata?
Sarà piuttosto breve, nel senso che interesserà il nostro territorio tra domenica, per quanto concerne i fenomeni, e lunedì per quanto riguarda le basse temperature; ancora una nottata fredda è da mettere in conto tra lunedì e martedì, poi tutto si risolverà con un rientro del campo termico nella norma.

Cosa dovremo attenderci nei giorni a seguire?
Sembra prendere confidenza una ripresa delle correnti atlantiche occidentali con un nuovo passaggio instabile, ma non freddo, tra mercoledì e giovedì, quando potranno tornare piovaschi o rovesci; dopodiché l’incertezza aumento come è normale che sia.

C'è il rischio di qualche gelata mattutina?
Difficilmente avremo rischi, quantomeno in Romagna fino a tutto lunedì, sia per la presenza di venti a tratti sostenuti, sia per la presenza di nuvolosità. In tal senso la notte tra domenica e lunedì non appare a rischio, almeno in pianura e bassa collina. Certamente domenica pomeriggio-sera il limite dello zero termico si abbasserà parecchio, quindi gelate di tipo avvettivo potranno esserci dai 1000 metri circa, ma non si dovrebbe andare oltre. Più a rischio sembra essere la notte tra lunedì e martedì quando potremmo avere cielo sereno con venti deboli; in questo caso appaiono leggermente a rischio le pianure di imolese, faentino, lughese, forlivese ed in parte cesenate. Ma su questo aspetto avremo le idee più chiare domani o domenica.

A quando risale l'ultima ondata di freddo di questa portata nel mese di maggio?
Una che si può considerare simile si ebbe tra il 7 ed 8 maggio del 1957, anche se non abbiamo ancora gli elementi per paragonarle (quella del 2019 deve ancora arrivare del resto). In quel frangente si ebbero gelate il giorno 8, mentre nei giorni precedenti la neve arrivò fino ai 300 metru con accumulo al suolo e gravi danni alle colture. Una ancora più intensa si ebbe ad inizio maggio del 1935; anche in quella occasione la neve sfiorò le pianure ed il giorno 3 si ebbero estese gelate, anche più intense rispetto a quelle del 1957.

Se si fosse materializzata in inverno avrebbe portato la neve anche in pianura?
Molto probabilmente sì, anche se non nella prima fase; ma è assai probabile che tra il pomeriggio e la sera di domenica le neve avrebbe interessato tutto il territorio fino alla costa, essendo quella attesa una dinamica alquanto favorevole al verificarsi del fenomeno anche sulle pianure.

L'incubo del caldo africano è ancora lontano?
Diciamo che fino a circa metà mese non si notano le potenzialità per invasioni calde di particolare intensità; anche dopo questa breve ma importante irruzione fredda sembra che il campo termico possa al più ritornare in linea con la normalità della prima decade di maggio, e senza anomalie positive di rilievo.

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