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Bellini pronto a dimettersi, Verdi all'attacco: "Non ha combattuto, politica fallimentare"

L'assessore all'ambiente Alberto Bellini sarebbe pronto a dimettersi se passerà lo Sblocca Italia, consentendo il raddoppio di portata per gli inceneritori e l'arrivo dei rifiuti da fuori Regione

L'assessore all'ambiente Alberto Bellini sarebbe pronto a dimettersi se passerà lo Sblocca Italia, consentendo il raddoppio di portata per gli inceneritori e l'arrivo dei rifiuti da fuori Regione. Lo ha riportato il Resto del Carlino nell'edizione di giovedì e la Federazione dei Verdi di Forlì parte all'attacco. “Bellini minaccia le dimissioni? Vuole solo coprire le proprie responsabilità politiche per la fallimentare battaglia contro il futuro arrivo nell'inceneritore di Forlì dei rifiuti da tutta Italia”.

“Che  lo Sblocca Italia sia legge dello Stato e che a Forlì arriveranno rifiuti da ogni parte d'Italia è cosa che gli è nota da mesi, non lo scopre ora. Le potenzialità dell'inceneritore sono aumentate per legge. Il Pd lo ha voluto e i parlamentari hanno votato silenti la fiducia messa  sul decreto. La decisione del governo Renzi  è stata subito contestata da sindaco e assessore all'ambiente: hanno annunciato manifestazioni, mobilitazioni, perfino ricorsi alla Corte Costituzionale, riunioni con l'Anci, emendamenti promessi, petizioni e non sappiamo cos'altro - continuano gli ambientalisti -. Non hanno concluso niente. Ora l'assessore dice di dimettersi: non è un atto di eroismo, è solo una  dimostrazione di incapacità politica, dello scarsissimo peso politico della amministrazione e del Pd locale, ammesso che qualcuno di questi si sia davvero speso per contrastare l'art.35 dello Sblocca Italia”

“Ai grandi proclami e annunci verbali non si è mai unita infatti la politica, i parlamentari sono stati lasciati in pace, la Regione non è stata coinvolta, tanto che non ha neppure impugnato alla Corte lo sblocca Italia come hanno fatto altre Regioni, non sono stati costituiti coordinamenti fra sindaci delle città penalizzate, non si sono mobilitati i cittadini, dopo le prime fiammate più nulla. Nonostante lo Sblocca Italia incomba sempre più, il Comune, come se nulla fosse, ha continuato a discettare di società post incenerimento e ha continuato la "sperimentazione " del porta a porta (che dura da 6 anni ormai ) promettendo riduzioni della tassa per quartiere per i risultati raggiunti, senza porre in essere atti concreti. E' stata fatta solo propaganda e il penoso annuncio delle dimissioni, che tutti si affanneranno a respingere, serve solo ad allontanare a ancor più da sé, dal proprio partito e dalla amministrazione ogni responsabilità”.

“Più volte abbiamo spiegato – dicono i Verdi - che era necessaria una fortissima azione politica,  se è vero che la cosa riguarda la salute ed è uno spreco di risorse, che era necessaria una battaglia ancor più dura che per l'articolo 18, che si dovevano mobilitare parlamentari e partiti, associazioni e cittadini e che si doveva sommergere Renzi con un oceano  di proteste. Abbiamo spiegato che la battaglia doveva coinvolgere al città intera e con la città tutte le altre città con gli stessi problemi. Non abbiamo visto nulla  al di là dei proclami. Ora la si smetta con queste pantomime : la battaglia è stata persa ma ciò che è più grave è che non è stata nemmeno combattuta. Noi Verdi facciamo fatica a dimenticare che fino all'ultimo, al momento della stesura del  programma della coalizione, ci furono enormi resistenze contro la nostra richiesta di impegnare il Comune battersi duramente  contro l'arrivo da fuori di rifiuti, contenuto all'epoca in un disegno di legge del ministro dell'ambiente Orlando del Pd e temiamo  che la ragione di una battaglia che appare solo di facciata sia dipesa da quella parte di partito che risponde ad Hera, molto forte nel partito democratico”, concludono i Verdi.

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