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Elezioni, i Verdi inaugurano la sede. E chiedono a Calderoni 120mila alberi

I Verdi hanno inaugurato la nuova sede tagliando un simbolico nastro bianco e rosso da cantiere.

I Verdi hanno inaugurato sabato la nuova sede in Corso Mazzini tagliando un simbolico nastro bianco e rosso da cantiere. È scelto questo tipo di nastro per sottolineare che il movimento che il sole che ride "non sono contro a tutte le opere", dicendosi "favorevoli alla realizzazione di interventi ben studiati e ben fatti, necessari a far vivere meglio le persone e a migliorare la qualità delle vita di tutti e soprattutto quella dell’ambiente", rivendicando che "ogni volta che è stato contrastato un intervento hanno sempre avanzato una proposta alternativa". I Verdi hanno illustrato gli obiettivi che intendono perseguire nei prossimi 5 anni e indicato le loro richieste al candidato sindaco Giorgio Calderoni: "La prima piiantare 120mila alberi in 5 anni, la seconda il completamento del San Domenico di cui vantano il merito del salvataggio dalla distruzione attraverso il progetto Sacripanti e la sua trasformazione in museo, di cui chiedono il completamento del restauro attraverso la totale demolizione di parcheggio e barcaccia e  loro sostituzione con un’area a verde, in conformità con il piano particolareggiato approvato 7 anni fa".

Elezioni, inaugurata la sede dei Verdi

Altre proposte hanno riguardato i musei e il palazzo del Merenda, da recuperare prioritariamente ("lo scrigno dei beni culturali forlivesi non può restare ancora chiuso"). Illustra Sauro Turroni: "Abbiamo chiesto altre quattro cose per noi importantissime. La città deve dotarsi di progetti  di qualità, discussi pubblicamente. Forlì ha bisogno di bellezza e qualità e le opere che si faranno non possono essere appannaggio di scelte tecniche fatte nel chiuso degli uffici e mai discusse e condivise con nessuno. Le strutture tecniche e amministrative della città, degli enti e delle partecipate tipo Livia Tellus e  simili devono essere individuate  fra persone competenti e non scelte in base ai soliti criteri di tipo clientelare o partitico".

 I Verdi hanno chiesto "di potere ridiscutere talune scelte sbagliate tipo quella che riguarda il Santarelli, mettendo in campo idee che riguardano l’asilo di via del Camaldolino, lo Zangheri e l’edificio ex vigili urbani". Inoltre "il traffico e mobilità devono essere affrontati seriamente, guardando ad esperienze avanzate fatte altrove, sulla base di studi scientifici rigorosi e progetti avanzati, buttando al macero le proposte arretrate e addirittura neppure adeguate alle indicazioni regionali e in netto contrasto con le direttive comunitarie in materia, del così detto “piano “ appena fatto".

"Siamo stati imbrogliati  in 2 occasioni precedenti - ha dichiarato Turroni - e siamo sicuri che con Giorgio Calderoni, di cui conosciamo storia personale, competenza  e rigore, ciò non può succedere. Questo non ci esime dal richiedere che nei prossimi giorni si lavori insieme alle definizione del programma per la città". Molto positiva le risposte di Giorgio Calderoni a cominciare dagli alberi per passare alla partecipazione quando si propongono opere, sul modello del “debat public” in uso in Francia, alla verifica dei progetti in corso, seppure secondo il principio di Voltaire che “il meglio è nemico del bene” fino alla sua assunzione come modello quello di smart city nella quale si coniugano modernità, qualità, efficienza e tutela. 

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