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Lunedì, 29 Aprile 2024
Aborto

Aborto, la Consulta la Consulta delle famiglie replica a Morgagni (Forlì & Co) e Allegni (Pd): "Stupore e tristezza"

"La consulta Comunale delle famiglie, auspica pertanto venga accolto l'invito da parte del Presidente del Centro d'aiuto alla Vita di Forlì a far visita personalmente e a conoscere l'attività che da oltre trent'anni viene svolta"

"Sono inaccettabili gli attacchi nei confronti di chiunque assuma una posizione coerente con la Costituzione e con la legge italiana". Maria Cristina Terenzi, presidente della Consulta comunale delle associazioni delle famiglie, replica con "stupore e tristezza" alle annotazioni del consigliere comunale di Forlì & Co, Federico Morgagni, in tema di diritti della famiglia. Argomenta Terenzi: "Se il consigliere comunale di Forlì &Co Morgagni non si stupisce della coerenza del sindaco Zattini, la Consulta comunale delle Associazioni delle famiglie si rattrista nel constatare la mortificazione da parte del medesimo Consigliere della Costituzione italiana, la volontà di disapplicare la legge 194 e, infine, la contraddizione con quanto ha pubblicamente dichiarato in occasione dell'incontro del 17 gennaio con la medesima Consulta. E' opportuno ricordare a tutti che secondo la nostra Costituzione “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”(articolo 29); “Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo (articolo 31); le condizioni di lavoro della donna “devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione” (articolo 37)".

"Pare altrettanto opportuno ricordare a tutti che la legge 194/78 all'art. 1 dispone: “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio... Lo Stato, le Regioni e gli Enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”; all'articolo 2 attribuisce ai consultori il compito di “contribuire a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all'interruzione della gravidanza”. Sono pertanto inaccettabili gli attacchi nei confronti di chiunque assuma una posizione coerente con la Costituzione e con la legge italiana", prosegue Terenzi.

Continua Terenzi: "Il consigliere Morgagni nell'incontro del 17 gennaio, aveva dichiarato pubblicamente che “per Forlì & Co è fondamentale l'applicazione della legge 194/78 in tutte le sue parti e in particolare va garantita l'autodeterminazione della donna”; aggiungendo poi che “benchè attualmente nel nostro territorio non manchi la possibilità di interruzione della gravidanza in sicurezza nelle strutture pubbliche, è importante vigilare affinché sia così anche in futuro. Se è valido il Protocollo, altrettanto valido è il bisogno per la donna di essere nella condizione di espletare la sua autodeterminazione”. Se la memoria ha tradito Morgagni, per altri il tradimento è su un piano diverso. Sempre in occasione dell'incontro del 17 gennaio Valentina Ancarani, consigliere comunale e vicepresidente della Provincia per il Partito Democratico, non solo ha aderito alle parole di Morgagni, ma anche preso nota che il Protocollo di prevenzione dell'aborto sottoscritto nel 2007 dalla Consulta delle famiglie, dal Comune (amministrazione a maggioranza Pd) e dall' Ausl di Forlì ed acquisito come buona prassi da una delibera della Giunta regionale del 2008. Si è quindi dichiarata interessata ad approfondire i motivi per cui è caduto in disuso “coinvolgendo l'Ausl il cui personale partecipa ai colloqui con le donne che richiedono l'interruzione di gravidanza”. Inutile dire che in quella occasione il consigliere Morgagni e la consigliera Ancarani hanno trovato il plauso della Consulta".

"Recentemente però la segretaria territoriale del Pd Forlivese, Gessica Allegni, ha usato toni e argomentazioni diametralmente opposte manifestando una lettura approssimativa della Costituzione e della legge 194/78, oltre alla poco conoscenza della realtà che porta le donne a ipotizzare l'interruzione volontaria della gravidanza - prosegue Terenzi -. La Consulta comunale delle Associazioni delle famiglie non desidera soffermarsi ulteriormente sui vuoti di memoria o sulle diatribe interne alla futura coalizione, ritenendo prioritario e ineluttabile il rispetto della Costituzione e delle leggi nazionali; desidera comunque precisare che è fondamentale per chi assume ruoli politici conoscere la realtà delle donne che si sentono costrette ad abortire per problemi economici, sociali o contingenti. La consulta Comunale delle famiglie, auspica pertanto venga accolto l'invito da parte del Presidente del Centro d'aiuto alla Vita di Forlì a far visita personalmente e a conoscere l'attività che da oltre trent'anni viene svolta; analogo invito proviene delle altre associazioni della Consulta che sostengono centinaia di famiglie e donne di Forlì offrendo opportunità concrete per consentire loro di prendere decisioni effettivamente libere e consapevoli".

L'intervento del Popolo della Famiglia

Sulla questione interviene anche il Popolo della Famiglia: "La campagna elettorale entra nel vivo e la sinistra sfidante di Zattini tenta in ogni modo di scaldare i toni per avere visibilità. Addentrarsi in certi ambiti senza togliere le lenti dell' ideologia, però, può fare male prima di tutto a se stessi. Lo abbiamo visto nel recentissimo attacco rivolto da Forlì e co. a Zattini, con l' accusa di "ambigui tentativi di minare la 194" per l'inserimento nel suo programma dell'applicazione del Protocollo, dove Morgagni però dimentica quanto lui stesso aveva detto davanti ai rappresentanti delle Associazioni della Consulta comunale delle Famiglie : "è fondamentale l'applicazione della legge 194 in tutte le sue parti". Bene ha fatto la presidente della Consulta, Cristina Terenzi, a ricordare a Forlì e co. le affermazioni di allora, pubblicate dalla stampa. Se proprio si vuole sfruttare tutto quello che fa il Sindaco Zattini per fare campagna elettorale, almeno ci si metta d'accordo sui contenuti e sulle posizioni da assumere, perché l'impressione è che il Pd sfrutti e strumentalizzi il vissuto doloroso delle donne per piantare l'ennesima bandierina".

"Per farsi pubblicità e guadagnare visibilità sul programma della sinistra, la nota di Forlì e co. si spinge a recriminare su tutto quello che non va a Forlì e sulle promesse mancate di questa amministrazione, tra cui politiche familiari insufficienti e urgenti problematiche abitative e di assistenza sociale. Tutti stimoli importanti e concreti, per i quali però la ricetta magica è "riconoscere la pluralità di famiglie che fanno parte del nostro tessuto sociale". Questa priorità in salsa ideologica sarebbe la soluzione da cui partire per risolvere i problemi della città. Per la sinistra, quindi, riconoscendo le famiglie arcobaleno si risolverebbero miracolosamente tutte le emergenze elencate. Ma come si può pensare di affrontare temi reali e cruciali facendo propaganda sui nuovi diritti civili?", continuano.

"Noi del Popolo della Famiglia siamo in campo a fianco di Zattini perché gli abbiamo riconosciuto un'azione di buon governo che merita di essere completata per il bene di Forlì e dei suoi abitanti. Nondimeno, riconosciamo che sulle politiche familiari non c'è ancora stata la svolta che serve per fare di Forlì una città veramente a misura di famiglia. La nostra partecipazione al tavolo di stesura del programma di coalizione è rivolta proprio a correggere la distrazione di questi anni, per avere finalmente uno sguardo complessivo e unitario su quello che riguarda la vita di una famiglia in tutte le fasi dell'esistenza che essa attraversa e in tutte le sue necessità; le ricadute positive umane e sociali saranno conseguenti, così come il contributo alla soluzione delle esigenze dei cittadini - concludono -. Come Popolo della Famiglia proponiamo la creazione di un unico ufficio comunale con competenze trasversali rivolto alle nuove generazioni e alle famiglie, ma sosteniamo convintamente anche la proposta del marchio "comune amico della famiglia" avanzata dalla Consulta. Stando agli articoli della stampa, questa proposta ha trovato il favore di tutte le forze politiche interpellate. "Carta cantant". Sempre che la sinistra non abbia altri vuoti di memoria. 

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