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Aeroporto, M5S-Pd ai ferri corti: "Presa in giro la città", "Riecco i professionisti della polemica"

Duro botta e risposta tra M5S e il deputato del Pd Marco Di Maio dopo la notizia dell'annullamento dell'assemblea dei soci di Air Romagna SpA che si doveva tenere martedì

Duro botta e risposta tra M5S e il deputato del Pd Marco Di Maio dopo la notizia dell'annullamento dell'assemblea dei soci di Air Romagna SpA che si doveva tenere martedì per aggiornare i soci e tutta la cittadinanza sul futuro dell'aeroporto di Forlì. Il M5S forlivese che l’annullamento è “di una gravità senza precedenti e getta la parola fine sulla girandola di promesse disattese, investimenti mai decollati, scortesie istituzionali e l'incredibile sfrontatezza di un manager, stiamo parlando di Robert Halcombe patron della società chiamata a gestire il Ridolfi, che è riuscito ad ottenere credito politico dagli amministratori locali (tutti del Pd) per ben due anni, pur non avendo mai presentato un progetto industriale serio e credibile”.

Questo il commento di Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali del Movimento 5 stelle, che attaccano: “Per ultimi, il sindaco Drei, e con lui il deputato del Pd Marco di Maio (che a settembre 2014 parlava dell'affidamento alla cordata Halcombe come di “un risultato importantissimo” a cui aveva “lavorato tantissimo”), prendono le distanze da questa operazione fallimentare. E addirittura cercano di accreditarsi come punto di riferimento per nuove iniziative di rilancio dell'aeroporto di Forlì, magari attorno ad Armando De Girolamo, uno dei tre soci di Air Romagna con il 5%. Ai politici del Pd chiediamo maggiore sobrietà politico-istituzionale visto che in questi due anni loro stessi e l’intera città sono stati presi in giro da Halcombe. Non ci dimentichiamo che furono proprio Drei e il deputato Marco Di Maio ad esultare quando il bando fu assegnato all'americano, e cercarono di accreditare al Pd il merito di aver sbloccato la situazione. Per anni abbiamo chiesto al sindaco di vedere il piano industriale e di incalzare Halcombe nel rispetto dei patti ma nulla è stato fatto. E adesso le ultime notizie ci dicono che la situazione è precipitata”.

“Se l’aeroporto di Forlì non è economicamente sostenibile, visto che l'integrazione tra gli scali romagnoli è fallita e la Sab di Bologna non intende alleggerire il traffico dell'aeroporto Marconi dirottando alcuni voli a Forlì, allora, bisogna avere il coraggio e l’onestà di dirlo ai cittadini, per poi decidere – tutti assieme – una diversa destinazione dell’aerea. Magari avviando una consultazione pubblica, un vero e proprio referendum sull'aeroporto. Decidano i forlivesi, si ascolti la loro voce, piuttosto che quella dei tanti esponenti del Pd che un giorno si dicono a sostegno di Halcombe e il giorno dopo spalleggiano manager come Armando De Girolamo che, nei fatti, è rimasto l'unico punto di riferimento dentro quella società. Il primo ad essere stato tradito dalle tante parole al vento dell'imprenditore americano": aggiungono i pentastellati.

E all’attacco risponde a stretto giro Di Maio: “Capisco che per il Movimento 5 stelle, a Roma come a Forlì, sia impensabile mettersi nei panni di chi cerca di dare una mano a risolvere i problemi; ma ci sono anche persone che, invece, si mettono in gioco e cercano di affrontare le difficoltà anzichè specularci sopra e farsi vivi solo quando ci sono problemi. Non si tratta di accreditarsi nei confronti di nessuno, operazione di cui francamente non sentiamo il bisogno; si tratta semplicemente di sostenere la disponibliità di un imprenditore (Armando De Girolamo) che è pronto a spendersi per dare una prospettiva all'aeroporto”.

"Se siamo ancora qui a ragionare attorno a una ipotesi di futuro per l'aeroporto - aggiunge Marco Di Maio - è unicamente perchè qualcuno si è speso per provare evitare che quell'infrastruttura, costata decine di milioni di euro pubblici, finisca inghiottita dal degrado. E' una situazione che abbiamo ereditato e di cui avremo potuto anche evitare di occuparci dicendo che chi ci ha preceduto ha sbagliato (come è evidente); abbiamo scelto di provarci, sapendo che si tratta di una impresa difficile, perchè la politica è assunzione di responsabilità. Da qui il bando per la privatizzazione della gestione che ha portato un soggetto interamente privato (le istituzioni non c'entrano nulla con la gestione ed è scorretto fare intendere il contrario). Certo, è molto più facile stare a guardare e sparare sentenze; ma quel modo di far politica lo lascio volentieri ai professionisti della polemica".  
 

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