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Forlì e Ravenna a confronto, De Pascale: "Sosteniamo l'aeroporto, ma dubbi sull'inceneritore"

Confronto tra i sindaci di Forlì Drei e di Ravenna De Pascale nel tradizionale dibattito forlivese-ravennate che si è tenuto “sul confine”, alla Festa dell'Unità di Borgo Sisa

Pieno sostegno al progetto di sviluppo dell'aeroporto Ridolfi, ma senza mettere da parte il collegamento con lo scalo di Bologna e dissenso sulla scelta di Forlì di tornare alla gestione pubblica della raccolta dei rifiuti, mentre Ravenna ha deciso di mantenere la gestione privatizzata di Hera ed andare a gara per l'affidamento del servizio: sono alcune delle posizioni espresse dal sindaco di Ravenna De Pascale. Infrastrutture, rifiuti, cultura: sono i temi che sono stati toccati lunedì sera dai sindaci di Forlì Davide Drei e di Ravenna Michele De Pascale nel tradizionale dibattito forlivese-ravennate che si è tenuto “sul confine”, alla Festa dell'Unità di Borgo Sisa – una delle più grosse ed animate del forlivese -, organizzata nella piccola frazione in cui la strada principale segna il confine tra le due province. “Un'area di osmosi tra due territori che hanno notevole scambio e non solo un confine amministrativo tracciato dall'uomo”, evidenzia De Pascale.

Ravegnana, strada dimenticata dall'Anas

Un dibattito non certo di forma, perché entrambi i sindaci hanno evidenziato differenze e difeso le loro posizioni. Ad unire entrambe le città, però, è la necessità di chiedere allo Stato un ammodernamento della Ravegnana, la Strada Statale 67 che pare dimenticata nelle programmazioni dell'Anas. A partire all'attacco è De Pascale: “La Statale 67 è un'infrastruttura sfortunata per la sua conformazione, realizzata sull'argine di un fiume, ma tragica nella sua gestione. Abbiamo visto la realizzazione di una rotonda all'intersezione con l'Adriatica, dopo tempi lunghissimi e diversi problemi nella gara d'appalto, il Comune di Ravenna in occasione delle nevicate ha dovuto mandare i suoi mezzi spazzaneve a pulire la Statale 16, un'altra strada di competenza statale, altrimenti non era transitabile, senza considerare i lavori sull'E45 a Ravenna che a leggere il cartellone del cantiere dovevano terminare a giugno, ma ci abbiamo convissuto per tutta l'estate”. “Quando si esalta la gestione dello Stato nelle infrastrutture stradali, ricordiamoci di queste strade statali”, pizzica De Pascale all'indirizzo del nuovo governo, che – dopo i fatti tragici di Genova – ha rilanciato la ricetta di tornare alle gestioni pubbliche delle autostrade. “Recentemente dal Governo è giunta la richiesta alle Province di segnalare le criticità più urgenti per le manutenzioni delle strade, noi le conosciamo e le segnaliamo da tempo – torna sul tema Drei -. Questa richiesta genera aspettative”. E sulla Statale 67 l'invito è di lavorare con Ravenna “per fare una battaglia assieme, come è riuscito a fare meglio, con una congiuntura più favorevole, il versante toscano”.

Dibattito Davide Drei e Michele De Pascale (Foto A.Salieri)

Aeroporto: sostegno da Ravenna, ma senza dimenticare Bologna

Ma se si parla di mobilità, non si parla solo di strade, ma anche per esempio di porto (Ravenna) e aeroporto (Forlì). “L'aeroporto di Forlì è un'infrastruttura strategica e l'auspicio è che possa ripartire. Per Ravenna, per il suo turismo e per le sue aziende - spiega De Pascale – più offerta aeroportuale c'è meglio è, a patto che non ci sia antagonismo tra un aeroporto e l'altro. D'altra parte nella cordata di privati che ha partecipato al bando per la gestione del Ridolfi ci sono gli investimenti anche di due grossi gruppi imprenditoriali del territorio ravennate, come Villa Maria e Cmc. Dalla comunità ravennate è quindi arrivato un contributo concreto”. Tuttavia, precisa De Pascale, Ravenna non smetterà di guardare a Bologna ed anche a Rimini per spezzare la sua tradizionale 'sindrome dell'isolamento': “Ravenna ha una particolarità: non si trova sull'asse della via Emilia e quindi non gode le sue avanzate infrastrutture stradali e ferroviarie. I collegamenti ferroviari con Bologna sono tragici e spesso noi ravennati veniamo a prendere il treno a Forlì o nelle altre città sulla via Emilia, quindi se Bologna è destinata a diventare il grande hub della mobilità del Nord Italia, Ravenna non può correre il rischio di non avere un collegamento efficiente col capoluogo. Questo è il senso delle nostre richieste alla Regione. Mentre non dimentichiamo che per l'area costiera del Ravennate anche l'aeroporto di Rimini è importante. Ma lo voglio dire con chiarezza: c'è una forte aspettativa sul Ridolfi e Ravenna sarà dalla parte di Forlì nel suo rilancio”.

Parole queste molto apprezzate da Drei: “L'aeroporto Ridolfi non è solo una questione dei forlivesi. Lo ha capito il ministro Delrio, grazie a cui è stato possibile un nuovo bando, lo ha capito la Regione e in particolare l'assessore Donini, che ci ha sostenuto fattivamente, dandoci un'opportunità che la precedente amministrazione della Regione ci aveva negato. Registro però il muro alzato dallo scalo di Bologna, come se l'Emilia-Romagna non possa essere in grado di realizzare un sistema aeroportuale come fatto in diverse regioni italiane. D'altra parte abbiamo molti romagnoli che ci dicono che ci mettono più tempo ad arrivare a Bologna che poi a fare il viaggio aereo successivo, per cui gli aeroporti in Romagna servono”.

Intervista doppia ai sindaci - IL VIDEO

Rifiuti: il nodo è l'inceneritore

Le divergenze tra Forlì e Ravenna sono soprattutto sui rifiuti, il nodo è l'inceneritore di Hera, che presto potrebbe trovarsi a smaltire i rifiuti di Ravenna, quando questa città spegnerà il suo vetusto impianto, già nel 2019. De Pascale riconosce che sia Forlì che Ravenna hanno imboccato, pur con strade diverse, la via dell'aumento della differenziata, il contenimento dei rifiuti e l'economia circolare. “L'augurio è che entrambi raggiungano gli obiettivi prefissati pur con metodi diversi – spiega De Pascale -. Ritengo però la Romagna certe partite, come questa, o le gioca assieme o siamo tutti più deboli rispetto agli obiettivi. Forlì andrà da sola con la gestione in house e Ravenna e Cesena andranno assieme a gara per l'affidamento del servizio. Avremmo dovuto provare a fare sistema fino in fondo. Per esempio su Romagna Acque o le reti dei servizi, avremmo raggiunto gli stessi risultati se fossimo stati divisi?”. Per De Pascale, d'altra parte, pur aumentando la differenziata, resterà sempre una frazione di indifferenziato, almeno il 20%, da destinare all'inceneritore. E quale sarà quello a servizio della città di Ravenna? “Premesso mi rifiuto di lasciare a mio figlio un sistema non autonomo in cui gli scarti prendono la via dell'estero, pagandolo con le tasse dei nostri cittadini, vorrei capire dove finiranno gli scarti prodotti da mio figlio quando chiuderà, come da indicazione della Regione, l'inceneritore di Ravenna che è il più vecchio e inquinante, se poi si intende chiudere anche quello di Forlì”. De Pascale ha ricordato inoltre che “Ravenna con la sua discarica sulla Romea ha accolto rifiuti da ogni territorio, perché come discariche in Romagna ci sono solo Ravenna e Sogliano”.

Drei, però, non ha ceduto sul punto: “Il nostro territorio ha sviluppato una sensibilità maggiore e ci chiede di andare verso forme più evolute dell'incenerimento. Esistono piccole e medie società in altri Comuni che sono esempio di economia del riciclo. Dobbiamo trovare forme di smaltimento diverso, i modelli non mancano, noi ci stiamo esponendo molto e lo stiamo facendo”. E toccando il tema Hera Drei ammette che “per certi servizi come distribuzione di acqua e gas oggi servono economie nei grandi numeri”, per cui l' “uscita da Hera” sarà solo al capitolo rifiuti.

Cultura, un esempio di integrazione riuscita

La cultura, invece, è uno dei temi in cui la Romagna è riuscita a fare maggiormente sistema. E' stato spiegato all'incontro di lunedì sera, alla presenza anche del segretario territoriale del Pd Valentina Ancarani e di quello comunale Massimo Zoli. Sul punto è soddisfatto De Pascale: “Molto si è fatto per non sovrapporci, per esempio nella sua grandi mostre Ravenna privilegia il periodo autunnale, un po' più sfortunato, per non sovrapporsi alle grandi mostre del San Domenico a Forlì. Rimini, col nuovo teatro Galli, vuole inaugurare una stagione dell'opera e il sindaco Gnassi si è coordinato con Ravenna per evitare sovrapposizioni. Sulla cultura possiamo parlare di una vera integrazione riuscita. Perché non pensare ad una formula di 'abbonamento jolly' su più teatri della Romagna?”. Sulla cultura Drei è concorde: “Con la candidatura di Ravenna capitale europea della cultura si è fatto un autentico lavoro unitario in Romagna. Forlì sta riscoprendo il suo orgoglio di 'città bella', ma da sola non ce la può fare. Forlì vince se si collega con le città vicine e in particolare con una città che fa cultura da millenni, come Ravenna”.

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