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Alluvione di Villafranca, Peruzzini (Forlì SiCura): "Accertare responsabilità penali e civili"

Mario Peruzzini, delegato di Forlì SiCura, punta il dito anche contro la Regione e l'amministrazione a guida del sindaco uscente Davide Drei

"Insufficienti gli investimenti per prevenire questi disastri" e "strategie inidonee a tutelare i residenti, pur avendone individuato le cause". Mario Peruzzini, delegato di Forlì SiCura, punta il dito contro la Regione e l'amministrazione a guida del sindaco uscente Davide Drei, ma non risparmia dalle critiche il Consorzio di bonifica all'indomani dell'alluvione che ha colpito Villafranca e la frazione di San Martino. "La gravità e la giusta ira dei cittadini viene amplificata dalle solite “passerelle politiche” addirittura scimmiottare Salvini indossando le divise del caso - attacca Peruzzini -. Non sono mai stati aperti i cantieri per la difesa idrogeologica di Villafranca. Nei cassetti ci sono progetti per 5 milioni di euro che erano le priorità di una Regione che ci mette tre anni (marzo 2018) a firmare l'intesa con il Governo, senza ottenere un euro e con fondi tutt'altro che certi".

"Per la rottura dell'argine del Montone è necessario accertare responsabilità penali e civili, quando qualcuno lo chiama “incidente” - attacca Peruzzini -. Non bastano più le retoriche manifestazione di solidarietà e vicinanza compresa la competizione a dichiarare lo stato di “calamità naturale”.   Il Comune si faccia carico di procedere subito al censimento dei danni anticipando, con i circa 20 milioni di euro dell’avanzo di bilancio, quanto necessario a far ripartire, senza ulteriore disagi e danni, quella comunità.  Non è accettabile che passata l’emergenza, Comune e Regione, come nell’ultima occasione, distribuiscano con criteri discutibili qualche milione di euro, per poi perdersi dietro gli iter burocratici e dei progetti inidonei a prevenire queste esondazioni."

"Alcuni interventi non sono stati realizzati ne finanziati, come tra Villafranca, San Tomé e Branzolino per adeguamento rete idraulica secondaria dello scolo Lama Superiore; 3,2 milioni di euro a Villafranca e altri 2 milioni nel primo stralcio a Branzolino e San Tomè - prosegue l'esponente di Forlì SiCura -. Se erano stati finanziati, gli appalti sarebbero partiti entro pochi mesi. Tra l’altro, studi del Consorzio di Bonifica evidenziano che questi canali a causa della urbanizzazione e dei numerosissimi manufatti, sono idraulicamente inadeguati e non riescono a fronteggiare questi eventi; l’unica loro certezza è che in casi simili quella zona andrà nuovamente sott’acqua. Uno scenario intollerabile, Amministratori incapaci di proteggere il territorio e una dirigenza, tutta da rivedere, del “Consorzio di bonifica” che alla scadenza di ogni mandato viene eletta con singolari e discutibili procedure, mentre proprio in questi giorni sono arrivate le sostanziose bollette per i pagamenti al consorzio stesso".

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