Anziani legati al San Camillo, la Lega: "Che controlli fa la Regione sulle strutture che accredita?"

La struttura socio-assistenziale Opera San Camillo di Predappio, balzata drammaticamente al centro della cronaca per i metodi di contenzione inumani che, secondo gli inquirenti, sarebbero stati utilizzati per gestire anziani degenti è al centro di una serie di dubbi sollevati da Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale della Lega Nord Romagna, che, in un’interrogazione alla Giunta regionale stigmatizza il fatto, che “la struttura sia accreditata dalla Regione, che, evidentemente, di controlli ne ha fatti ben pochi”.

“A fronte delle solite autocelebrazioni dell’amministrazione regionale sui primati del welfare emiliano e romagnolo – sottolinea – ci tocca constatare che la realtà è diversa e che episodi di soprusi e maltrattamenti potrebbero essere più frequenti di quello che si crede, come già emerso in altre occasioni. Non si può sempre rincorrere l’emergenza che, tra l’altro, colpisce sempre i più deboli e chi non può difendersi. Per questo sarebbero opportuni controlli più stringenti per l’accreditamento, in particolare che siano garantiti i parametri tra degenti e personale, e verifiche frequenti, a sorpresa, da parte dell’Asl, che solo oggi si muove per garantire adeguati livelli di assistenza agli ospiti della struttura e la massima collaborazione agli inquirenti. Ma fino a ieri dov’era?”.

“Vogliamo anche sapere - evidenzia Pompignoli - se l’accreditamento regionale consenta ad una struttura come quella di Predappio di ospitare anche richiedenti asilo e se la struttura ha ospitato anche tre richiedenti asilo per circa 17 mesi, per un costo complessivo di 64.720 euro”. “Insomma – conclude il consigliere della Lega – gli interrogativi sui metodi di gestione utilizzati sono molteplici e credo che non ci si possa accontentare delle solite risposte di prammatica da parte di Regione e Asl".