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Ausl Romagna, il Pd: "Progetto da incentivare". La Lega: "Basta ai soldi buttati nel calderone"

E' ora di dire basta ai soldi buttati nel calderone di un progetto nato male e cresciuto ancora peggio", attacca l'esponente del Carroccio, commentando un’interrogazione presentata da vari consiglieri romagnoli del Pd

Il consigliere regionale della Lega Nord, Massimiliano Pompignoli, contrario a risorse aggiuntive all'Ausl unica della Romagna. "E' ora di dire basta ai soldi buttati nel calderone di un progetto nato male e cresciuto ancora peggio", attacca l'esponente del Carroccio, commentando un’interrogazione presentata da vari consiglieri romagnoli del Pd dove si chiedono altre risorse regionali per l’Ausl unica. "La richiesta di altri finanziamenti è in contraddizione con le incensature che i consiglieri del Pd rivolgono al progetto di fusione delle tre aziende romagnole - afferma Pompignoli -. Se fosse così valido come dicono, dal punto di vista organizzativo e gestionale e di razionalizzazione della spesa, che bisogno ci sarebbe di iniettare nuove risorse? Dovrebbero essere più che sufficienti quelle attuali. Invece la realtà è che servono più soldi, Ma i motivi rimangono oscuri e quindi non condivisibili. Le lodi sperticate dei consiglieri del Pd, infatti, cozzano aspramente con la realtà".

"L’Ausl unica, infatti, ha semmai cambiato le cose in peggio. Ci tocca dire che piccolo era più bello, più vicino agli utenti, più efficiente. Nella teoria e sulla carta forse il progetto avrebbe potuto portare a risparmi e ottimizzazioni, nella pratica le file di attesa si sono allungate, i malumori serpeggiano tra operatori e utenti, si avvertono tagli ai servizi e disfunzioni soprattutto nelle aree più disagiate, mentre la disorganizzazione e la fuga di professionisti, soprattutto in certe realtà, Cesena e Forlì in primis, non consentono di avere buone prospettive per il futuro - chiosa il consigliere regionale della Lega -. Il problema nasce forse da quello che è ormai un’evidente incapacità della classe dirigente del Pd a gestire le realtà complesse. Più accorpano, più sbagliano e peggiorano le cose. Così nelle Unioni di Comuni, altrettanto succede nell’Area vasta romagnola. Un’esperienza, quindi, non solo da non esportare, ma addirittura da  cui recedere e certamente da non foraggiare ulteriormente a meno che la situazione non si inverta radicalmente e dai piani alti della sanità arrivino direttive che chiariscano e rendano molto più trasparenti, efficienti ed efficaci le attività, le intenzioni e gli obiettivi della dirigenza dell’Ausl unica".

IL PD: PROGETTO DA INCENTIVARE - “L'Ausl della Romagna è stato il primo progetto di fusione tra aziende sanitarie portato a termine in regione e quindi rappresenta un modello di riferimento per tutti i futuri percorsi di riorganizzazione delle Ausl dell’Emilia-Romagna e come progetto virtuoso va incentivato", ribadiscono i consiglieri del Pd, Lia Montalti (prima firmataria), Paolo Zoffoli, Giorgio Pruccoli, Manuela Rontini, Mirco Bagnari, Valentina Ravaioli, Nadia Rossi e Gianni Bessi in un'interrogazione rivolta alla Giunta regionale per chiedere “con quali modalità si stia valorizzando e sostenendo, anche con risorse aggiuntive sia economiche che di personale, questo primo innovativo progetto”. “

L’Ausl di Romagna - ricordano gli esponenti del Pd- nasce come progetto di forte innovazione organizzativa e gestionale nell'ambito del Sistema sanitario regionale, fondato sui principi di universalità, equità e solidarietà e finalizzato al continuo miglioramento dell'offerta sanitaria pubblica secondo i criteri dell'integrazione, dell'accesso alle alte specializzazioni, della qualità e della prossimità. Oltre alla volontà di perseguire opportune razionalizzazioni della spesa, si pone come obiettivo principale l'erogazione di servizi sanitari di alto livello qualitativo e quantitativo per i cittadini".

"Tali obiettivi – segnalano ancora Montalti e colleghi - sono stati esplicitati con l'approvazione, da parte della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria delle "Linee di indirizzo per la riorganizzazione ospedaliera". Di qui la richiesta di incentivare anche con risorse regionali aggiuntive il progetto “virtuoso” che - si sottolinea nell’interrogazione - è stato avviato “anche con il presupposto di ridurre i costi amministrativi al fine di reinvestirli nei servizi del territorio".

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