Ausl unica, "Manca un piano industriale"
"Lunedì i medici sono scesi in piazza a testimoniare la loro contrarietà per quanto sta avvenendo da anni ai danni del servizio sanitario nazionale"
"Lunedì i medici sono scesi in piazza a testimoniare la loro contrarietà per quanto sta avvenendo da anni ai danni del servizio sanitario nazionale. La protesta di un settore così delicato come la sanità è l’apice di un crescendo di scelte improvvide che nulla hanno a che fare con il diritto alla salute. Tagli, non importa come e dove, l’importante è ridurre il costo senza tener conto della diversità di ogni presidio ospedaliero, del territorio in cui si trova, delle esigenze dei malati , del diritto dei cittadini/e.
Sinistra Ecologia Libertà di Forlì, Cesena, Rimini, Ravenna ha avviato da tempo un percorso di approfondimento e confronto sulle proposte e scelte che Regione E.R. ed AUSL attuano nel nostro territorio a partire dai PAL e, in questo momento, anche al progetto dell' Azienda Unica della Romagna. E' superfluo precisare che i tagli che discendono dalle scelte nazionali dei precedenti, ed attuale governo, sono la prima causa del progressivo depauperamento delle risorse necessarie , ma il nostro è un dissenso che parte dal metodo fino ad oggi attuato dalle istituzioni locali preposte che soffoca forme vere di partecipazione e confronto e dal merito poiché, la proposta dell'unificazione, esclude la parte più significativa e cioè un piano industriale che metta in relazione razionalizzazione, efficienza ed efficacia.
L'accelerazione con cui si intende unificare le quattro Ausl della Romagna, avendo a disposizione esclusivamente la bozza di un regolamento di assetto societario , è preoccupante e non mette in luce quanto i i cittadini dovranno subire in merito alle minor prestazioni, ai disagi possibili, ai tempi lunghi di attesa delle prestazioni, ai costi maggiori che dovranno affrontare per l'aumento dei tickets e - solo per chi potrà permetterselo - per l'accesso all'uso delle visite ambulatoriali private. Con questo vuoto informativo e di dati, ci pare un tempo troppo breve prevedere l'unificazione entro gennaio 2014, a meno che la consuetudine del decisionismo , ancora una volta, soffochi ogni necessaria forma di confronto con i tanti soggetti che operano fuori e dentro le strutture sanitarie.
La possibile riduzione di personale, la mancanza di conferma dei numerosi precari che si accollano un parte significativa delle attività all'interno delle strutture e l'idea che il controllo e le scelte della nuova “grande” AUSL unica sarà in mano , prima di tutto al Direttore ed poi ai quattro sindaci dei comuni capoluogo, spogliando la rappresentanza dei comuni più piccoli del territorio , annuncia una nuova era di concentrazione di scelte e potere che incidono nella sfera più delicata della vita di tante famiglie , di tanti cittadini e cittadine .
Vorremmo vederci più chiaro, vorremmo poter leggere un “piano industriale per la salute” che sappia guardare lontano nel tempo e, guardare lontano, significa anche investire di più sulla prevenzione che i risparmi li produce davvero.
Vorremmo capire meglio il ruolo dell'Irst e il reparto di Oncologia non più presente nel nostro ospedale, quanto già oggi incidono riduzione di posti letto e di personale, quanto potrà pesare la “circolazione” fra ospedali del personale , qual'è la vera funzionalità delle case della salute, quale quella dei polimabulatori. Per questo auspichiamo di poter procedere nel confronto con questi dati a disposizione e contestualmente rafforzare e accompagnare questo percorso nelle forme più aperte e partecipate possibili.